lunedì 30 settembre 2013

Twitter, Facebook e Google+. Posologia e precauzioni per l’uso dei social network

TECNOLOGISMI 
di Massimo Sideri
ebook euro: 7,99
Posologia e precauzioni per l’uso dei social network
“Twitter permette un uso professionale e un uso personale, ma personalizza i professionisti e rende professionali le persone. Il rischio è la dipendenza, che porta alcuni a raccontare la propria giornata in ogni minimo dettaglio: ma poiché non tutti sono Joyce, gli effetti sono talvolta sconcertanti” Beppe Severgnini
I social network sono ormai il nuovo ansiolitico nazionale. Con ironia e una scrittura brillante, Massimo Sideri spiega come preservare il proprio io di fronte al confromismo della rivoluzione digitale.
Twitter, Facebook e Google+ hanno conquistato un ruolo importante nelle nostre vite e grazie a tablet e smartphone ci seguono ovunque. Ma esistono una posologia ideale da seguire, delle indicazioni terapeutiche e, proprio come per i farmaci, delle precauzioni d’uso? Come combattere il rischio di dipendenza? Cosa fare di fronte alla comparsa dei primi segni di una crisi da defollowing su Twitter o davanti a una sindrome da ipertrofia sociale sullo stimolatore sessuale Facebook? Proprio come gli antibiotici, se prese con precauzione, le tecnologie hanno un effetto rivoluzionario sulla vita dell’uomo: googlare alla ricerca del nome da dare al proprio figlio, poter ascoltare tutta la musica del mondo in streaming per soli 9,99 euro al mese (il costo di un unico cd) o poter dire la propria sul flusso continuo e informe dei social network sono ormai diritti inalienabili. E chi vi abdica rischia di perdere la cittadinanza dell’era post-tecnologica.
L’AUTORE Massimo Sideri dal 2000 è giornalista economico e commentatore del “Corriere della Sera”, dove si occupa di innovazione, tecnologia, criminalità informatica e inchieste su crac e dissesti finanziari. Ha scritto per “Sette”, “Io Donna”, “Style” e ha una rubrica fissa sul “Corriere” in cui affronta i temi del lavoro. Nel 2010 per i suoi articoli sul mondo delle start up ha vinto il premio della Provincia di Milano “Mifaccioimpresa”. Tra i suoi ultimi libri: Banda Stretta (con Francescio Caio, Rizzoli, 2011), e, come co-autore, i due instant book del “Corriere” su Steve Jobs: Stay Hungry, Stay Foolish (Rcs, 2011) e Steve Jobs, un anno dopo (Rcs, 2011). Insieme a Simona Scelsa ha scritto il thriller sul giornalismo Free Press (Baldini Castoldi Dalai, 2010

venerdì 27 settembre 2013

TELECOM ITALIA. In un libro quasi clandestino le ragioni di un disastro…

Se si vogliono conoscere i meandri della gestione della più grossa impresa di telecomunicazione italiana, la lettura del volume “La banda larga di Telecom Italia” di Joe Basilico, pubblicato dall’editore reggino Città del Sole Edizioni, si rivelerà una sorprendente mappa alla scoperta dei tortuosi percorsi finanziari che governano la compagnia.
Joe Basilico
presenta
LA BANDA LARGA
di Telecom Italia
euro 10,20

L’analisi impietosa dei meandri di Finanza e Gestione Telecom, riportati con sottile ironia da una persona che lavora al suo interno. Senza veli, dunque, il racconto ricco di episodi reali che caratterizzano la vita quotidiana di una importante azienda.
In un momento di crisi dei modelli gestionali capitalistici, vedi i fallimenti cui stiamo assistendo in questi giorni di grosse imprese americane, può essere utile per capire meglio come si arriva a tali situazioni, che non accadono così all’improvviso, ma sono frutto di gestioni a dir poco “azzardate”.
In un libro quasi clandestino fatti e misfatti del management dell’ex monopolista: nepotismo, etilismo, cortigianeria e clientelismo a carico di clienti, piccoli azionisti e dipendenti. Una case history del capitalismo all’italiana?
A questo libro sta capitando la stessa cosa che succedeva a “L’odore dei soldi” di Marco Travaglio: qualche “piccolo fan” entra nelle librerie e ne acquista tutte le copie disponibili. E non si fatica a comprenderne il perché, visto che “La banda larga di Telecom Italia“, firmato da Joe Basilico (pseudonimo sotto il quale si cela un gruppo di “insider“) e pubblicato da una piccola casa editrice di Reggio Calabria Città del Sole , è un libro di denuncia, che racconta “fatti e misfatti rigorosamente accaduti“, come si dice nella prefazione. E sostiene, come ha scritto Alessandro Gilioli, che “l’ex monopolista è una gigantesca salma attorno alla quale pasteggia un centinaio di avvoltoi, nugoli di megadirigenti da 10 mila e più euro al mese che brillano non solo per incompetenza ma soprattutto per nepotismo, etilismo, cortigianeria, clientelismo e sprechi spaventosi, il tutto all’interno di una cultura aziendale di tipo feudale e iper conformista, che frustra ogni meritocrazia in nome dell’autoconservazione della “banda” e dei suoi ruoli di comando“. Ovviamente, ciascuno è libero di pensare che la questione non sia affar suo, ma di dipendenti, dirigenti, proprietari e piccoli azionisti. Però basta rendersi conto del ruolo “pubblico” che ricopre Telecom – se non altro, a causa della proprietà della rete di telecomunicazioni attraverso cui devono passare quasi tutti i suoi concorrenti – per capire che il problema è un po’ meno “privato” di quello che sembra. E che forse la Kasta della politica non è l’unica da esecrare, nell’Italia dell’indignazione un tanto al chilo.
NUMERI CHE FANNO GIRARE… – Ma perché “Banda“? Joe Basilico ce lo spiega, e ci avverte che è un meccanismo che funziona in generale nelle grandi imprese: “Gruppi o cordate di manager assumono il “comando” di imprese, non con l’obiettivo di realizzare il massimo profitto dell’impresa stessa, ma quello del loro gruppo di appartenenza a discapito delle aziende, degli azionisti, dei clienti, dei dipendenti e del sistema Paese“. Tale fenomeno è un’evoluzione rispetto al concetto di casta e, non ben arginato, può produrre danni, non solo alle malcapitate imprese, ma all’intero equilibrio economico e finanziario del Paese (vedi Parmalat, Cirio, Enron, Worldcom, Banca Popolare Italiana, Arthur & Andersen). Poi nel libro – scritto prima dell’addio di Marco Tronchetti Provera e dell’avvento di Telco, quando ancora amministratore delegato era Renato Ruggero – si racconta della spartizione della “polpa” di Telecom avvenuta tra i gruppi di potere, certifica la divisione in due bande: la numero uno (i “pirellini“) si è presa la parte costi, investimenti e finanza (la cassa), la numero due si è assunta il compito di presidiare il mercato e sviluppare i ricavi. E si descrivono le varie guerre tra i due gruppi, prima sul mondo acquisti, poi, sulla spesa e infine sui numeri del commerciale. Le bande minori sono quella Opus Dei, quella di Comunione e Liberazione e la Comunità di Sant’Egidio.
IO SONO JOVANOTTI – Il capo della banda è il principe, alias Renato Ruggiero. Un principe dalle regali esigenze: si ricorda il pagamento di una fattura per un suo viaggio in Argentina per il valore di 180mila euro + Iva, o la raccomandazione di lasciare un paio di posti vuoti intorno a quello dove si siede, in quanto soffre la vicinanza fisica. Oppure le esigenze di alloggiare in suites da 2mila euro a nottte, con tanto di asciugamani di lino, o quella volta in cui al suo tavolo doveva assolutamente sedere Victoria Silverstedt, la cui presenza viene remunerata con 65mila euro. Ma è a suo modo interessante anche l’aneddoto che lo vuole pronto a cazziare un autista in occasione di una convention in terra catalana, colpevole di averlo lasciato a 50 metri dall’ingresso. I cortigiani vengono indicati con soprannomi, ma è facile riconoscerli: Trinchetto, uomo dalle abitudini etiliche ben definite che guadagna 500mila euro l’anno; Richelieu, l’eminenza grigia; Harry Potter, il guru dei call center, dotato di uno sviluppato senso estetico nei confronti del genere femminile, tanto da incappare in un incidente di percorso con una prosperosa segretaria che sporse denuncia e che è stata costretta alle dimissioni e al ritiro (dietro comunque lauto compenso); il Piotta, ad di Telecom Sparkle, che pretende il Corriere dello Sport nella mazzetta dei giornali; Miss Rottermaier, l’assistente dell’AD con stipendio da 75mila euro annui pur avendo soltanto la terza media. Dulcis in fundo, c’è il popolarissimo Napoleone, alias Luca Luciani, direttore generale già famoso per la gaffe di Waterloo e oggi “promosso” a responsabile delle attività brasiliane.
SPENDI, EFFENDI – Ma è la gestione delle spese la torta più grossa da spartirsi. E qui gli aneddoti si sprecano: la giovane di bella presenza poco più che ventenne originaria di una borgata romana che diventa testimonial del Tim Tour e ragazza immagine per la modica spesa di 400mila euro; 7 milioni di euro per consulenze dati a Maurizio Costanzo, e dicono le voci maligne per non farlo “parlar male” di Telecom, evidenziando casi di scarsa attenzione alla clientela. 700mila euro a Solenghi e Lopez per una serie di episodi comici in bianco e nero da trasmettere sul portale di Alice, salvo non mandarli mai in onda; stesso trattamento (ma una cifra maggiore: un milione) per Aldo, Giovanni e Giacomo. E poi ci sono i grandi eventi come i megaconcerti al Colosseo: Telecom paga l’organizzazione dell’evento alla “Four One“, piccola società che ha tra i soci Maddalena Tronchetti Provera, che a sua volta si rivolge a strutture competenti. “Come mai un passaggio in più, casualmente dove c’è la figlia del Presidente?“, si chiedono gli autori. Anche le convention, per essere bene organizzate, richiedono la presenza femminile. Una per tavolo, si intima prima di un incontro a Montecarlo, e tutte vestite di abiti succinti, tanto da far scappar via un vescovo prima di cena. Ma le cose in grande si fanno a Barcellona nel 2007: 4 milioni di euro per invitare 1600 persone; ospiti Simona Ventura (65mila), Biagio Antonacci (130mila), Enrico Brignano (140mila).
PRODOTTI DI SUCCESSO – Particolarmente intrigante la vicenda del Videotelefono. Un prodotto vecchio (si era già tentato di venderlo nel 1996, con scarsi risultati) e riproposto da Ruggiero quattro anni fa. Un “affare” piuttosto strano: Telecom si affida a una società esterna per la fornitura, la Hi-Tel s.p.a. del signor Patrick Scarlata, ex piastrellista belga. Scarlata stipula un contratto per la fornitura di un milione di videotelefoni a 125 euro. La cosa strana è che a detta di diversi dettaglianti, il prezzo al quale Telecom vendeva era 100 euro, ed erano obbligati a forti ordinativi, consentendo così all’azienda di raggiungere gli obiettivi di vendita; poi, nei primi mesi dell’anno successivo, quasi il 100% dei prodotti rientrava in Telecom per malfunzionalmento, e venivano girati per la riparazione alla Waldeco International Srl. E chi era a capo di Waldeco? Sempre l’ottimo Scarlata. Perché tutto ciò? Un’interpretazione la fornisce sempre Basilico: “La strategia, non certo originale, è quella di trasferire ricchezza da una società verso fornitori “amici”, le cui holding, risalendo le intricate catene di controllo, risiedono guardacaso sempre in paradisi fiscali“.
QUASI QUASI MI SBILANCIO – Particolarmente interessante è il meccanismo di cosmesi contabile con il quale Telecom abbellisce i risultati. Si parte da un numero come dato che viene dichiarato al mercato come raggiunto e poi si usano varie tecniche per arrivarci. Ad esempio, il responsabile di ogni settore fa una dichiarazione manuale sul valore mancante che stima per quel fenomeno, e tale valore passa in contabilità, con tanto di modello cartaceo, firma e fax. Oppure, per contabilizzare un costo si fa eseguire una prestazione o si richiede una fornitura a un “amico“, e si concorda che il saldo lo si rinvia a un periodo successivo (post-fatturazione). Altra furbata è capitalizzare spese correnti, facendole passare come partita passiva sullo stato patrimoniale, attribuendo all’anno in corso la quota di ammortamento. Sul lato ricavi, si acquisiscono ordini di prodotti che si consegnano al cliente con l’accordo che poi verranno restituiti. Nella vendita di schede telefoniche (le Sim), fino a qualche tempo fa, non si discriminavano coloro ai quali venivano vendute; con il risultato di un danno per furto di traffico pari a 150 milioni l’anno. Un altro fenomeno è l’aumento dei servizi speciali: “Fantomatiche aziende offrono i più svariati servizi digitando numeri che in bolletta vengono descritti come speciali (482 – 701 – 702 – 709): numerazioni con tariffe astronomiche che poi Telecom incassa e gira alle aziende. Su tali strani meccanismi c’è il sospetto che siano mirati anche all’interesse diretto della “banda”, attraverso queste società“.
MONEY GET BACK I’M ALL RIGHT JACK – Di episodi ce ne sono tanti, e il più divertente è quello del manager da svariate decine di migliaia di euro l’anno che, commentando un documento di analisi aziendale che aveva evidenziate in rosso le parti critiche, chiedeva: “Ci sono parti del documento che sono evidenziate in colori differenti e andrebbe o reso omogeneo o data una chiave di lettura perché i colleghi possano interpretare il messaggio“. Ma forse il dato più significativo è il paradosso dei premi dati ai meritevoli. Il management viene premiato se raggiunge il 90% del valore dell’utile netto indicato; il personale solo se raggiunge il 98% dell’EBITDA. Ebbene, nel 2006, il personale non ha maturato il diritto al premio pur essendo cresciuto l’EBITDA, mentre a fronte di un peggioramento dell’utile netto il management si è liquidato premi per 40 milioni di euro. E, dall’analisi delle buste paga pubblicate nel libro, si nota anche che il 99% dei dipendenti percepisce sempre la parte retributiva variabile legata ai risultati. Tanti, maledetti, a discapito degli altri e subito. Come se l’azienda fosse una vacca da mungere. Ma il problema vero non è Telecom. Il problema è che è dappertutto così.

giovedì 26 settembre 2013

Perché mai una donna sana di mente dovrebbe prendersi la briga di interessarsi a un uomo non più giovane e stempiato, uno che insegna scienze alle medie e che…

UN UOMO DISPONIBILE
di Hilma Wolitzer
ebook euro 9,99
Dalla pagina di annunci personali di The New York Review of Books: Uomo di scienza. Colto e gentile, stempiato ma attraente. Nostro padre, rimasto vedovo, è l’uomo ideale per la donna giusta. Area di riferimento: New Jersey/New York città Perché mai una donna sana di mente dovrebbe prendersi la briga di interessarsi a un uomo non più giovane e stempiato, uno che insegna scienze alle medie e che, come passatempo, stira oppure fantastica per ore su come clonare la moglie defunta? È ciò che si domanda Edward Schuyler quando, scapolo “di ritorno”, scopre che i figli hanno pubblicato un’inserzione a suo nome tra gli annunci per cuori solitari della sua rivista preferita. Rimasto vedovo a più di sessant’anni, il timido e riservato Edward è ben lungi dal sentirsi pronto a tornare sulla piazza e ad aprire il proprio cuore un’altra volta. Eppure, quando viene sommerso da lettere, telefonate e inviti, deve arrendersi all’evidenza: il mondo è pieno di donne in gamba, single e piacenti, ma un uomo in salute, gentile e “libero” è merce rara. Diviso tra il senso di colpa all’idea di voltare le spalle al proprio passato e il bisogno di tornare a sorridere al futuro, riuscirà Edward a essere di nuovo disponibile e felice? Con una scrittura elegante e la giusta dose di lievità e ironia, Hilma Wolitzer ci regala un romanzo che è, insieme, un invito a non lasciarsi sopraffare dal pessimismo e un potente inno alla vita. Una storia tenera, appassionante e molto divertente su come ritrovare la gioia e l’amore anche quando si è convinti che sia troppo tardi.
L’AUTRICE Hilma Wolitzer è nata nel 1930 a Brooklyn, New York, e vive con il marito tra Manhattan e Long Island. Ha iniziato la sua carriera letteraria con una raccolta di racconti, e in seguito ha scritto numerosi romanzi. Ha tenuto corsi di scrittura all’Università di New York, alla Columbia e all’Università dell’Iowa, dove ha avuto tra i suoi allievi Michael Cunningham. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio per la letteratura dell’American Academy of Arts and Letters, e borse di studio dalla Fondazione Guggenheim e dalla National Education Association.

mercoledì 25 settembre 2013

COME ARRIVARE A DIRE: "SONO GAY"...

COME NON NON DETTO
di Roberto Proia
ebook euro: 9,99
Il manuale del perfetto coming out
Finalmente un libro che abbatte molti pregiudizi sui gay... tipo che si vestono bene... l’autore di questo manuale ne è la prova vivente VICTORIA CABELLO
In contemporanea con l'uscita del film Come non detto di Ivan Silvestrini con Josafat Vagni, Monica Guerritore, Ninni Bruschetta e Francesco Montanari, dallo sceneggiatore e produttore Roberto Proia, un libro essenziale per gay, amici, parenti (e coniugi) di gay.
LA GUIDA FONDAMENTALE PER ARRIVARE AL FATIDICO “SONO GAY” CON L’APLOMB DI UN MONACO ZEN
Perché dirlo? Quando dirlo? Come dirlo? Dove dirlo? A chi dirlo? A chi non dirlo?
A partire dalla propria esperienza personale, l’autore ha raccolto testimonianze, suggerimenti, tecniche di sopravvivenza e allenamenti mirati per chi ha deciso (e per chi non ancora) di fare il grande passo. Oltre a essere un prezioso libretto di istruzioni per l’uso, questo manuale è un vero e proprio compagno di viaggio e di avventure che ha molto da raccontare.
In queste pagine troverete un po' di tutto: dai tips & tricks ai racconti di coming out celebri, dalle citazioni che possono essere d’ispirazione ai piccoli esercizi spirituali per prepararsi serenamente al G-Day, al debutto gay in società. E non mancano ovviamente i consigli per gli etero destinatari della confessione (amici, genitori, coniugi). L’autore – che è anche produttore e sceneggiatore della commedia cinematografica ispirata a questo libro - ci mostra con tanti esempi che il coming out può essere perfino divertente.
L'AUTORE Roberto Proia (Roma, 15 febbraio 1969) dopo svariate attività (cameriere al Four Season's Hotel di Milano, timbratore in una società di cilindri pneumatici giapponese in Brianza...) approda a MTV per poi trasferirsi a Roma come responsabile marketing di distribuzioni cinematografiche. La sua esperienza di coming out ha ispirato questo libro ed è diventata un'esilarante commedia che uscirà nelle sale cinematografiche a settembre 2012.

lunedì 23 settembre 2013

Flaminia Momigliano. Tutti possono avere una risposta…

I CHING 
di Flaminia Momigliano
ebook euro: 6,60

Dodici anni dopo il grande successo di Pillole di saggezza, Flaminia Momigliano completa il suo lavoro sull'I Ching, pilastro della cultura cinese e uno dei più importanti testi di saggezza al mondo, che l'autrice studia da oltre trent'anni.
Quale guida migliore per trovare conforto e aiuto per uscire da situazioni difficili e complesse?
A seconda delle diverse esigenze, ogni lettore potrà avere una risposta alle sue domande e una validissima fonte d'ispirazione per affrontare i suoi problemi.

L'AUTORE Flaminia Momigliano è una nota esperta di I Ching. Tiene da molti anni una rubrica su "Astra" e collabora a varie testate, tra cui "Chi", "Sette" e "Panorama". Per Mondadori ha pubblicato I Ching. Il libro delle risposte (1998), L'I Ching dell'amore (1999), Pillole di saggezza I Ching (2001) e Chi sei? (2003).

venerdì 20 settembre 2013

Adam Kadmon. Viaggio nel cuore nero della cospirazione mondiale

ILLUMINATI
di Adam Kadmon
euro: 14,88
Nel 1990, agenti federali fanno irruzione in un’azienda di giochi americana portando via tutti i computer, alcuni dei quali mai più restituiti, anche quando le accuse che avevano portato al blitz decadono. Tra i giochi sequestrati, ce n’è uno di carte, Illuminati. Che la vera ragione del sequestro siano le carte, che riportano immagini molto simili ad altre diventate poi notissime dell’esplosione delle Twin Towers, dell’aereo schiantato sul Pentagono o del maremoto di Fukushima, nessuno lo dice ufficialmente, ma, alla luce di quanto avvenuto nel 2001 e nel 2011, pare molto probabile.E può esserci un collegamento tra questo episodio e gli esclusivi incontri del Bohemian Club, che riunisce nomi come Rockefeller, Kissinger e molti presidenti americani, o del Gruppo Bilderberg, a cui fa capo il gotha della finanza e della politica europea e mondiale? Che esista un ristretto gruppo di persone talmente potenti da infiltrarsi in ogni ambito della vita sociale e politica mondiale e di influenzare ogni decisione che ci riguardi è ormai più che un sospetto per molti. Quello che non tutti sanno è che queste persone, note o sconosciute, farebbero parte di una società segreta di storiche origini, quella degli Illuminati. Verità? Menzogna? Esistono prove della loro esistenza? Adam Kadmon, il personaggio misterioso che raccoglie milioni di contatti sul web, di coincidenze – prove, forse? – ne presenta a centinaia. E per la prima volta delinea la mappa e le strategie degli artefici della cospirazione mondiale.
L’AUTORE Adam Kadmon, nome che nella Kabbalah indica l’uomo divino o celestiale, abitacolo dell’infinito, è un personaggio misterioso che, col viso celato da una maschera, svela i segreti del complottismo mondiale e della società segreta degli Illuminati. Nome di spicco della trasmissione di Italia 1 Mistero, è molto seguito sul web, dai video su YouTube al suo sito www.adamkadmon.it. Il suo blog ufficiale ha contatti in ogni parte del mondo, dagli Stati Uniti all’India, dalla Cina a Israele, e perfino da forze armate di stanza nell’oceano Atlantico.

giovedì 19 settembre 2013

AL MOMENTO QUESTO E’ L’UNICO RISULTATO DELLE GRANDI INTESE

Devo capire se provo più fastidio per l’ennesimo video patetico-patinato, girato in uno studio televisivo (perché le luci contano molto) e non nello studio privato di Berlusconi, o per chi da vent’anni scrive il suo pezzetto di 1300 battute  di una rubrica con il titolo accomodante, per vomitare ogni tipo di ingiuria, e che ha come unico scopo quello di permettere al Maradona delle penna di pagarsi il mutuo. Per non parlare di chi risponde al video con un altro video in cui spiega quanto sia stufo dei video. Che noia malsana, peggio che indossare le scarpe strette con le vesciche nei piedi. Quello che non è chiaro al primo e a tutti i secondi che si è ormai chiusa un’epoca. Tra poco non esisterà più Silvio (politicamente) ne gli anti, usciremo dalla giostra del “calcinculo” dove dai un calcione a quello che sta davanti a te per mandarlo il più lontano possibile e questo dopo mezzo giro di giostra ti ritorna in braccio. Ora anche i vecchietti, quelli che non capiscono chi sia veramente Berlusconi, ma che vedono il suo volto rassicurante da tanti anni, si sono scassati le ginocchia e in gran numero diserteranno i seggi elettorali, riducendo ancora il bacino di consenso del Cavaliere. Anche l’invenzione delle grandi intese non ha prodotto grandi risultati, a meno che non si vogliano includere nella colonna degli attivi, le coppie Boccia-Degirolamo e Ravetto-Ginefra. Loro di sicuro l’intesa l’hanno trovata, ma non era certo quello il programma di Letta piccolo, quando parlava di aiuti per la famiglia; a guardar bene questo particolare ricorda più il programma di Berlusconi: “Più topa per tutti”.
Massimo De Muro

Stai a Poggioreale e ami il grande fratello. Sei a posto.

VOGLIO SOLO AMMAZZARTI
di Stefano Piedimonte
ebook euro: 11,99
Nel carcere napoletano di Poggioreale, anche detto Poggi-Poggi, c’è un boss della camorra con una passione smodata per il Grande Fratello. È lo Zio, ed è finito in cella perché qualcuno l’ha venduto alla polizia. Lo Zio cerca vendetta, ma per averla fino in fondo non può delegarla a qualche bravo guaglione: deve riuscire a evadere. Ad aiutarlo provvede un genio dell’informatica, un ex fruttivendolo stabilmente inserito nel clan e noto a tutti come Stiv Ciops, che crea app utili al caso organizzando una clamorosa fuga. Di nuovo a piede libero, lo Zio parte subito per mettere in atto la sua personale missione, accompagnato dai fidati sgherri Germano Spic e Span, abilissimo nel lavare via le tracce, e Erripò, una specie di sosia del maghetto Harry Potter con qualche problema di tossicodipendenza. Alle sue calcagna, il funzionario di polizia Wu, che già gli aveva dato la caccia riuscendo ad acciuffarlo e adesso non si dà pace. Grazie anche alle soffiate di un informatore, i tre arriveranno a Milano. È lì, infatti, che si nasconde chi ha tradito lo Zio. Ma i suoi sodali? Potrà davvero fidarsi, lo Zio, di chi gli assicura incondizionata lealtà?
L’AUTORE Stefano Piedimonte è nato nel 1980 a Napoli e si è laureato in Lingue e Letterature straniere all’università «L’Orientale». Ha scritto per numerose testate giornalistiche occupandosi principalmente di cronaca nera.

mercoledì 18 settembre 2013

E SE AL MINISTERO DEL LAVORO CONVOCASSERO SCHETTINO?

Mio malgrado devo constatare che l’unica persona che ha fatto qualcosa di concreto per il lavoro in questo paese è il comandante Schettino. Mi scuso anticipatamente con i parenti delle vittime per questa affermazione che può sembrare irriguardosa nei loro confronti, ma non lo è, e non vuole in nessun modo sembrarlo per creare l’effetto shock. È una valutazione onirica, che sfiora l’equilibrio sopra la follia, di vaschiana memoria; ma se potessimo per assurdo inserire per un momento le 32 vittime di quell’insano gesto del 13 gennaio 2012, tra le 317 vittime del lavoro dell’anno in corso, potremmo guardare le cose da questo punto di vista: Il comandante Schettino con il suo pur deprecabile gesto è l’unico che ha dato la possibilità di creare qualche centinaio di posti lavoro, per alcuni anni per i lavoratori del porto di Piombino, probabilmente, o di un altro porto italiano certamente. Mi rendo conto che sembra una supercazzola, ma non funziona in questo modo anche il cercare di far scoppiare una guerra ogni 6 o 7 anni, per dar modo alle fabbriche di armamenti di vendere i loro prodotti e di non licenziare i lavoratori? Le grandi aziende farmaceutiche non mettono in giro virus per poter poi vendere le cure? Se non fosse per la casualità della vicenda Concordia veramente ci sono tante differenze?

Massimo De Muro

Roberto Cotroneo. Georges Simenon si improvvisa Maigret…

BETTY
di Roberto Cotroneo
euro 13,60
È il 1987. Georges Simenon vecchio e malato decide di tornare per l’ultima volta nella sua isola preferita, Porquerolles in Costa Azzurra, per trascorrere qualche settimana in una piccola villetta dentro la macchia mediterranea. Sulla stessa isola compare una giovane donna, molto bella, con uno sguardo strano, che si fa chiamare Betty, come il personaggio di un celebre romanzo di Simenon, anche se non è il suo vero nome. Poco tempo dopo l’improvvisa apparizione, Betty viene trovata in mare. Non è un suicidio. È stata assassinata. Da chi, e perché? Simenon deve improvvisarsi Maigret, e decide di scrivere in prima persona questa storia. E attraverso questo caso giudiziario, quello di una donna ossessionata dai suoi romanzi, riapre vecchie ferite, come il suicidio della figlia Marie-Jo, e indaga fino in fondo le contraddizioni della sua vita. Ci fa entrare in quel mondo di perdenti che ha descritto nei suoi libri più belli. Fino all’epilogo, davvero sconvolgente, che è un modo crudele per tirare le fila di tutto, e chiudere i conti di un’esistenza segnata da un tarlo, da una ferita che nessuno potrà mai guarire. E che non gli dà pace.
L’AUTORE Roberto Cotroneo (Alessandria, 10 maggio 1961) è un giornalista, scrittore e critico letterario italiano.
Tra il 1985 e il 2003 lavora al settimanale L'Espresso, e per quasi dieci anni dirige le pagine culturali, firmando una rubrica di critica letteraria "All'Indice". È stato inviato del settimanale e poi editorialista per Panorama, l'Unità, Il Sole 24 Ore. Dal febbraio 1988 alla fine del 1989 ha scritto sulla pagina domenicale de Il Sole 24 Ore allora curata da Armando Torno. Firmava le sue recensioni con lo pseudonimo di Mamurio Lancillotto, il vicario criminale del 600 che processò la Monaca di Monza. È stato per alcuni anni conduttore della Mezzanotte di Radio Due, e nel 2010 ha condotto il programma de La7 La 25ª Ora. Dirige la Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss di Roma, la Luiss Writing School, la Luiss Master of Art e la Luiss Master of Music. Tiene una rubrica settimanale su Sette del Corriere della Sera, Blowin' in the Web, ed è il critico letterario de Il Messaggero. Ha un sito ufficiale e un blog all'indirizzo: http://www.robertocotroneo.me
(wikipedia)

martedì 17 settembre 2013

Siria. Ci sono bombe che colpiscono solo le donne…

SIRIA MON AMOUR
di Amani El Nasif, Cristina Obber
Amani è nata in Siria ma è cresciuta in Italia. Quando compie sedici anni, con una scusa, la madre la porta nel suo paese di origine per qualche giorno. Dopo i primi entusiasmi per un mondo diverso e affascinante, ricco di profumi e sapori nuovi, Amani scopre di essere stata in realtà fidanzata a un cugino, mai conosciuto e mai amato. Le dicono che in Italia non tornerà più. Amani si ribella a quel fidanzamento e a quell’uomo, pagando un prezzo molto alto, in una realtà dura e violenta dove le donne non sono che oggetti sotto la tutela dei maschi. Lontana dalle sue amiche e da Andrea, il suo ragazzo, Amani resisterà e lotterà fino a riprendersi la sua vita. Nel nostro paese, infatti, l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica si è concentrata, pur con considerevole ritardo rispetto ad altri paesi europei, sulla prevenzione dalla violenza di genere e dal femminicidio, così come sulla denuncia di un’immagine degradante e svilente della donna-oggetto, proposta in molti programmi televisivi e pubblicità promozionali.
I matrimoni combinati ed alcune altre importanti questioni inerenti l’intero genere femminile (le mutilazioni genitali, la tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo), vengono ancora percepiti dall’opinione pubblica come problemi lontani, non appartenenti alla nostra cultura, riguardanti prevalentemente persone di diversa nazionalità e dunque non degni della nostra attenzione, della nostra indignazione, della nostra rabbia.
LE AUTRICI
Amani El Nasif, nata ad Aleppo, in Siria, a 3 anni si è trasferita a Bassano del Grappa con la famiglia. Un giorno Amani parte per la Siria per correggere un errore sul passaporto. Scopre di essere caduta in una trappola e di trovarsi lì per essere data in sposa a un cugino. In Siria Amani resta un anno lunghissimo poi di colpo sua madre ritorna in Italia e la porta con sé. Tornata, Amani sposa un uomo italiano ed ora è mamma.
Cristina Obber è nata a Bassano del Grappa il 9 novembre 1964. Giornalista pubblicista, ha collaborato per cinque anni con un quotidiano vicentino. Nel 2008 ha pubblicato “Amiche e ortiche” con Baldini Castoldi Dalai, affresco dolce-amaro dell’amicizia al femminile. Nel biennio 2009-2010 ha pubblicato con A. Fraccaro editore “Primi baci” e “Balilla e piccole italiane, la scuola, i sogni, la vita”, raccolte di testimonianze sulla prima metà del novecento. Nel novembre 2011 ha pubblicato un ebook di narrativa dal titolo “La ricompensa”, per Emma books. Nel 2012 ha pubblicato “Non lo faccio più, la violenza di genere raccontata da chi la subisce e da chi la infligge”, ed. Unicopli, da cui è nato un progetto scuole. Nel 2013 è uscito “Siria mon amour” per Piemme editore. Collabora con Dol’s, il sito delle donne on line.

lunedì 16 settembre 2013

Ospedali lager. Si inventano i malanni per venderti la cura…

LA MANGIATOIA 
di Michele Bocci e Fabio Tonacci
euro: 14,45
Vi siete chiesti perché esiste la giornata nazionale della stipsi? O quella dedicata alla timidezza? Ci fanno sentire costantemente malati, così le aziende incassano miliardi vendendo farmaci inutili. Tutto è business nello sgangherato mondo della sanità italiana. Sono un affare gli anziani: spuntano dovunque residenze assistenziali abusive che sembrano «lager», e il ministero non sa nemmeno quante siano. Sono un affare le mamme: vengono convinte a fare decine di esami inutili e a partorire con il cesareo, così le Asl guadagnano di più. Ci sono policlinici dove gli universitari si spacciano per specialisti, e ci sono ospedali minuscoli senza pazienti, che però restano aperti solo per assicurare il posto (e lo stipendio) ai primari. E poi, tangenti sui grandi appalti, malaffare tra dirigenti, case farmaceutiche che schedano i dottori per corromperli, valvole aortiche che costano il triplo del normale. Tutto, sempre, sulla nostra pelle. L’articolo 32 della Costituzione, «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti», è una bugia. Non vale più. Non per tutti, almeno. La verità è che lo Stato non riesce più a garantire la nostra salute. Nonostante spenda 114 miliardi di euro all’anno in sanità, 2 milioni di italiani non possono accedere alle cure pubbliche. Esodati per colpa di ticket diventati troppo cari a causa dei debiti accumulati da amministratori scellerati. Un esempio? Nella sola Asl 1 di Massa Carrara è stato scoperto un buco di 420 milioni di euro. Quante prestazioni sono state tagliate per ripianarlo? Ai cittadini del Lazio non va meglio. Pagano una delle Irpef più alte del Paese per i debiti miliardari accumulati nel settore dal 2001 al 2006. L’articolo 32 è una bugia perché al Nord 9 donne su 10 vengono chiamate per lo screening di prevenzione mammografica, al Sud solo 4 su 10: le altre si affidano alla sorte. È una bugia perché i malati meridionali sono costretti a emigrare in ospedali e cliniche convenzionate del Nord che così incassano di più in rimborsi. Altrimenti perché a Bovalino, nel cuore della Locride, è stato aperto un distaccamento del policlinico di Monza? È una bugia, ancora, perché a Roma vi può capitare di finire in un pronto soccorso in codice rosso e aspettare 12 ore. Solo nel 2000 l’Oms metteva l’Italia al secondo posto nel mondo per qualità dell’assistenza medica. Oggi la sanità è diventata la più ricca mangiatoia di Stato, che nutre speculatori e spreconi. Agevolati da controllori che sono anche i controllati. E da medici inconsapevolmente schedati dalle aziende farmaceutiche.
Il problema è che non ce lo possiamo più permettere. Nel 2050 serviranno 281 miliardi per sostenere gli attuali livelli di prestazioni. Dove li troviamo quei soldi? Nessuno lo sa. Anzi, il tema della sanità pare sparito dal dibattito politico. Adesso possiamo ancora invertire la rotta. Domani, forse, no.
GLI AUTORI
Michele Bocci (1971) ha iniziato a lavorare all’«Unità», dove ha scritto di musica, spettacoli e cronaca. Giornalista della «Repubblica » dal 2001, si occupa di cronaca e di sanità.
Fabio Tonacci (1978) ha iniziato a lavorare al «Tirreno» a vent’anni. Per «Repubblica Tv» ha seguito la cronaca e realizzato videoinchieste.
Dal 2010 si occupa di cronaca nazionale per il quotidiano «la Repubblica».

venerdì 13 settembre 2013

Domenico Quirico. Il rapimento, la prigionia e la liberazione raccontate in presa diretta.

SONO TORNATO DA MARTE. 
Cinque mesi nell'inferno siriano. Il racconto di Domenico Quirico
ebook euro: 1,99

Il rapimento, la prigionia e la liberazione raccontate in presa diretta.
Domenico Quirico è stato rapito il 9 aprile 2013 nei pressi di Al Qusayr, a nord di Damasco. Ci sono voluti quasi cinque mesi prima che potesse riabbracciare la sua famiglia, e ritornare da tutti coloro che per questo tempo lo avevano aspettato e avevano alimentato la speranza. Sono stati 152 giorni di prigionia dura e di continui spostamenti all'interno della Siria, con l'unica compagnia dei suoi rapitori e di Pierre Piccinin, il professore belga rapito insieme a lui. Grazie all'ottimo lavoro condotto dal ministero degli Affari Esteri e dalla rete dei servizi italiani, l'8 settembre Domenico è tornato a casa. Con lui un bagaglio di storie e racconti impressionanti, che gli hanno fatto scrivere, sulle pagine della Stampa, una testimonianza dal valore unico e preziosissimo.

L'AUTORE Domenico Quirico è reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Si è interessato fra l'altro degli avvenimenti sorti a partire dal 2010-2011 e noti come "Primavera araba". Nell'agosto 2011 è stato rapito in Libia e liberato dopo due giorni. Il 9 aprile 2013, mentre si trovava in Siria come inviato di guerra, di lui si perde ogni traccia. La prima notizia del suo rapimento giunge il 6 giugno quando viene diffusa la notizia che Quirico è ancora vivo; viene infine liberato l'8 settembre 2013, dopo 5 mesi di sequestro, grazie ad un intervento dello Stato Italiano e infine riportato a casa. (Wikipedia)

giovedì 12 settembre 2013

Palazzinari, banche e stampa: un sistema di potere che tiene in pugno la Capitale

CHI COMANDA ROMA
di Ylenia Sina
Palazzinari, banche e stampa: un sistema di potere che tiene in pugno la Capitale
euro: 12,67

Come disse il sindaco Giulio Carlo Argan negli anni Settanta: Roma è una città di case senza gente e di gente senza case. Un’immagine perfetta che non si è scolorita con il tempo. Ieri come oggi nella Città Eterna la politica non governa: la rendita e la speculazione edilizia continuano a disegnare la metropoli mentre migliaia di famiglie ogni anno vengono sfrattate dalle proprie abitazioni. Roma è la città dei costruttori, il comune che ospita il Vaticano, la capitale della politica e dell’informazione. Roma è il centro nevralgico degli interessi, convergenti ma anche divergenti. Sullo sfondo le amministrazioni spesso appiattite sui voleri dei «Padroni» della città. Dopo Napoli, Torino, Milano e Firenze l’inchiesta Chi comanda indaga sui poteri forti della Capitale, vero crocevia degli affari nazionali. Ylenia Sina, che già si è distinta per importanti lavori giornalistici, consegna nelle mani dei lettori la mappa dei poteri romani. Una ricostruzione che abbraccia gli anni di Rutelli e del Giubileo, quelli di Veltroni e del Piano regolatore dei Palazzinari fino all’evidente fallimento della giunta Alemanno e all’ascesa di Marino. Un ritratto sconcertante di come la politica non comanda ma asseconda. Un racconto che si avvale della testimonianza degli ultimi tre assessori all’Urbanistica del Comune: Morassut, Corsini e Caudo, i quali con i potenti hanno dovuto e dovranno concertare la loro azione politica. Chi governa veramente? E, soprattutto, a vantaggio di chi? Non basta dare un nome ai poteri forti per raccontare chi comanda Roma. È, infatti, il sistema che essi stessi hanno creato per garantirne la longevità a preoccupare di più.

L'AUTRICE Ylenia Sina è’ giornalista free-lance. Collabora con «il manifesto» e «Altreconomia» e con vari altri siti di informazione. È autrice insieme al giornalista Daniele Nalbone del libro In prima persona (Alegre). Ha contribuito al libro Le mani sulla città di Paolo Berdini e Daniele Nalbone (Alegre) con un’inchiesta sul territorio di Fiumicino.

mercoledì 11 settembre 2013

Il nuovo romanzo di Maya Banks

FIAMMA
di Maya Banks
ebook euro: 6,99

Jace Crestwell, Ash McIntyre e Gabe Hamilton sono amici e soci di lavoro da anni. Ricchissimi, potenti e irresistibilmente sexy, sono abituati a ottenere sempre tutto ciò che vogliono, ma mentre Gabe è l'unico dei tre a essersi fidanzato, Jace e Ash continuano a condividere tutto, anche le donne. I loro ménage à trois vengono però improvvisamente sospesi quando Jace conosce Bethany: fin dalla prima volta in cui la vede, Jace sente una potente scarica elettrica percorrergli tutto il corpo e capisce che non sarà mai in grado di dividerla con Ash. Inizia a perdere il controllo e prova sensazioni mai sperimentate prima, diventa geloso e vittima di una potente ossessione amorosa che lo eccita e travolge. È deciso a essere l'unico uomo nella vita di Bethany anche se si rende conto che questo significa voltare le spalle al suo migliore amico... Nel secondo romanzo della trilogia "Passione senza tregua", Maya Banks mette in campo due protagonisti dai caratteri fortissimi: una donna che sa cosa significa lottare per sopravvivere, e un uomo che non ha paura di mettere in discussione le sue certezze per inseguire la favola dell'amore vero. Fiamma è una storia carica di romanticismo che saprà scaldarci i cuori e al tempo stesso riuscirà a dare corpo alle nostre fantasie più proibite.

L'AUTRICE Maya Banks è autrice della trilogia "Passione senza tregua", della "KGI series" e di oltre cinquanta romanzi che hanno tutti scalato le classifiche del "New York Times" e di "USA Today". Moglie e mamma di tre figli, vive in Texas e ama andare a pesca e a caccia con la sua famiglia. Per Harlequin Mondadori ha pubblicato: Ricordi sotto il sole greco, Il magnate greco, Sedotta da un greco, Fidanzamento a contratto, Ricordi di letto, Sensuale inganno, Contratto milionario, L'accordo di una notte.


martedì 10 settembre 2013

Walter Veltroni. I lavoratori senza lavoro e gli imprenditori senza impresa...

E SE NOI DOMANI
di Walter Veltroni
ebook euro: 8,99 

Non c’è sinistra senza cambiamento. Se appare conservatrice – e succede troppo spesso – la sinistra smette di assolvere il suo compito storico che è sempre stato quello di trasformare, innovare. Non si è sinistra se non si disegna, specie in un momento così drammatico, un’idea di società nuova, una visione capace di riaccendere entusiasmi. Walter Veltroni muove dal grave insuccesso elettorale e dal profondo disagio all’interno del Partito democratico nella recente fase politica per spingere a una svolta radicale. Indica tre parole chiave per dare senso a un progetto riformista: responsabilità, comunità, opportunità. Analizza la crisi della democrazia italiana e apre un dibattito sul sistema semipresidenziale e sulla ridefinizione del rapporto tra società e politica. Contro l’egoismo sociale dominante, formula la proposta, mai così esplicita, di un patto tra i produttori, tra i lavoratori senza lavoro e gli imprenditori senza impresa, un patto per una “crescita felice” fondata sulla qualità e su nuove forme di partecipazione dal basso. In questo senso vanno le proposte sull’immigrazione (con la cittadinanza ai figli degli immigrati) o quelle sui diritti civili (per il riconoscimento legale del matrimonio fra persone che si amano, a prescindere dal loro sesso). Il libro mette in discussione alcune parole d’ordine divenute luoghi comuni, da “senza se e senza ma” a “non nel mio giardino”: parole d’ordine che hanno contribuito a indebolire proprio l’idea di una sinistra aperta e inclusiva. Questo libro è un appello, sincero perché scritto da una posizione ormai esterna ai ruoli della politica, affinché la sinistra possa conquistare il cuore e il cervello della maggioranza degli italiani. È un pamphlet, non un saggio. Perché la sinistra torni ad apparire la forza della speranza e del cambiamento, non c’è più tempo da perdere.

L'AUTORE Walter Veltroni è stato direttore dell’“Unità”, vicepresidente del Consiglio nel governo di Romano Prodi, segretario nazionale dei Democratici di sinistra, sindaco di Roma, segretario nazionale del Partito democratico e candidato premier alle elezioni politiche del 2008. Oltre ad alcuni libri sulla televisione e sul cinema, ha pubblicato per Baldini & Castoldi Il sogno spezzato. Le idee di Robert Kennedy (1993), La sfida interrotta (1994), Governare da sinistra (1997), I care (2000), per Einaudi il monologo Quando cade l’acrobata, entrano i clown (2010) e per Rizzoli La bella politica (1995), Forse Dio è malato. Diario di un viaggio africano (2000), a cui si è ispirato il regista Franco Brogi Taviani per il film omonimo, Il disco del mondo. Vita breve di Luca Flores, musicista (2003), da cui è stato tratto il film Piano, solo con Kim Rossi Stuart, Senza Patricio (2004), La scoperta dell’alba (2006, tradotto in 8 Paesi), La nuova stagione. Contro tutti i conservatorismi (2007) e Noi (2009)..

lunedì 9 settembre 2013

Affari, fede e potere nell’Italia secondo Silvio.

L' UNTO DEL SIGNORE
di Udo Gümpel e Ferruccio Pinotti
ebook euro: 8,99

L’intesa con il Vaticano, la nascita di Forza Italia,
le oscure origini di una grande fortuna. 
Affari, fede e potere nell’Italia
secondo Silvio.

”Appena suona la moneta nella cassa, l’anima salta fuori dal Purgatorio.”
Johann Tetzel, 1516

Di Berlusconi molto è stato detto e scritto. Ma pochi si sono soffermati sull’intreccio di rapporti che lo legano al mondo cattolico. In queste pagine, Pinotti e Gümpel ripercorrono la straordinaria avventura del Cavaliere in una prospettiva originale, che ne illumina i lati oscuri caricando di nuovo senso le sue scelte politiche. Partendo dai suoi primi passi di imprenditore, l’inchiesta racconta la vera storia della Banca Rasini e dei suoi soci, analizza le connessioni con Calvi e Sindona e le operazioni offshore, e ricostruisce le origini della Fininvest, con il suo complesso e inestricabile gioco di scatole cinesi. Attraverso preziose testimonianze inedite, rilegge la nascita di Forza Italia, i rapporti con l’Opus Dei e Cl, lo scambio di favori con la Curia, i legami con i nuovi cavalieri della finanza bianca, fino all’involuzione teocon sui grandi temi bioetici e alle battaglie in favore della famiglia. Una “santa alleanza” unisce i due poteri forti del nostro Paese, che sembrano non poter più fare a meno uno dell’altro.

GLI AUTORI
Udo Gümpel è giornalista e corrispondente dall’Italia per la rete televisiva tedesca Ntv del gruppo Bertelsmann.

Ferruccio Pinotti, giornalista e scrittore, ha pubblicato per BUR Poteri forti (2005), Opus Dei segreta (2006), Fratelli d’Italia (2007), Olocausto bianco (2008) e, con Luca Tescaroli, Colletti sporchi (2008). Con Udo Gümpel è autore di Berlusconi Zampanò (Random House, 2006). Il suo sito è: www.grandinchieste.it.

venerdì 6 settembre 2013

Vorresti imparare scrivere bene. E' più facile di quanto pensi...

SCRIVERE E' UN GIOCO DA RAGAZZI
di Massimo Birattari
euro: 11,05

Vorresti imparare a descrivere paesaggi meravigliosi o far vivere gli oggetti, inventare animali fantastici, creare personaggi più veri del vero, spaventare i tuoi amici con una storia horror o affascinarli con un racconto di fantascienza? Allora entra nel mondo di Scriptoria! Ma attenzione: uscirne può essere molto complicato…

Scrivere bene non serve solo a prendere un bel voto in italiano. Serve a pensare bene, a esprimere i sentimenti, a comunicare le cose che ci stanno a cuore, a convincere gli altri, addirittura a creare interi mondi. Lo sperimentano i ragazzi protagonisti di questo libro, vittime di uno scienziato che sostiene di aver inventato una macchina capace di trasformare in realtà le cose scritte (ma solo quelle scritte “bene”, con precisione ed efficacia). La macchina fa quel che promette, anzi ben di peggio. I ragazzi entrano nel più straordinario videogioco mai concepito, Scriptoria: con l’aiuto del professor Furio Mangiafuoco dovranno superare una serie di prove tutte legate alla scrittura, mettendosi all’opera su testi diversi, imparando a servirsi di una lingua chiara ed espressiva. Se scriveranno “bene”, le loro parole creeranno ambienti meravigliosi, inventeranno personaggi e li condurranno al livello successivo; se scriveranno “male”, non potranno sperare di fuggire dal videogioco e tornare a casa. Insomma, Scrivere bene è un gioco da ragazzi è un vero romanzo (avventuroso, fantascientifico, ricco di colpi di scena fino all’ultima pagina) che però vuole rispondere a un’esigenza fondamentale: fornire a ragazzi, insegnanti e genitori una serie di idee e consigli per imparare a scrivere in italiano.

L'AUTORE Massimo Birattari è laureato in storia e diplomato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Redattore, traduttore, consulente editoriale, è autore di una grammatica pratica, Italiano. Corso di sopravvivenza (2010), e di un “manuale di stile”, È più facile scrivere bene che scrivere male (2011). Ha curato Io scrivo, corso di scrittura in 24 volumi del “Corriere della Sera” (2011). Tra i suoi libri per ragazzi, I rivoltanti romani (con Terry Deary, 1998); I barbuti barbari (2008) e Vite avventurose di santi straordinari (2009), entrambi con Chicca Galli; e per Feltrinelli Kids Benvenuti a Grammaland (2011) e La grammatica ti salverà la vita (2012).

giovedì 5 settembre 2013

Michele Boldrin. Copyright e brevetti sono ostacoli alla diffusione di nuove idee...

ABOLIRE LA PROPRIETA' INTELLETTUALE
di Michele Boldrin e David K. Levine (guarda il trailer)
ebook euro: 10,99

Copyright e brevetti costituiscono un male inutile perché non generano maggiore innovazione ma solo ostacoli alla diffusione di nuove idee. Negli anni a venire la crescita economica dipenderà, sempre più, dalla nostra capacità di ridurre – e finalmente eliminare – il monopolio intellettuale, liberando la creatività diffusa che esso oggi opprime. Come nella battaglia per il libero commercio, il primo passo deve consistere nella distruzione delle fondamenta teoriche della posizione mercantilista la quale sostiene che, senza il monopolio intellettuale, l'innovazione sarebbe impossibile. È vero il contrario. «Quando un innovatore ha l'idea di un nuovo prodotto, ne produce delle copie da mettere in vendita: quelle copie dell'idea sono di sua proprietà esattamente come i suoi calzini e decide lui quante venderne e a che prezzo. La vendita riguarda sempre e solamente le copie: le copie di un'idea si possono vendere, non l'idea stessa. In assenza di monopolio intellettuale, una volta che io abbia venduto volontariamente una copia della mia idea ad altri – per esempio una copia di questo libro – costoro diventano i proprietari di quella copia mentre io serbo la mia idea insieme a tutte le altre copie che ho stampato ma non ancora venduto. Effettuata questa vendita, gli acquirenti possono fare ciò che pare loro più appropriato con le copie della mia idea, nello stesso modo in cui possono fare ciò che pare loro con il tritaghiaccio che avevano comprato ieri da qualcun altro. Senza proprietà intellettuale, in particolare, gli acquirenti di questo libro potrebbero dedicare del tempo e delle risorse per farne delle nuove copie al fine di rivenderle: se ne cambiassero il titolo oppure il nome degli autori o se si lanciassero in qualche inganno fraudolento, si tratterebbe di plagio, non di violazione della proprietà intellettuale; ma se cambiassero la copertina, la qualità della carta, la fonte dei caratteri, la catena distributiva, o perfino se modificassero il testo, inserendo un chiaro riferimento agli autori originali – non verrebbe violato alcun diritto di proprietà.»

È la tesi controcorrente e provocatoria di Michele Boldrin e David K. Levine.

Michele Boldrin è professore di Economia alla Washington University di St Louis. Precedentemente ha insegnato all'Università di Chicago, alla UCLA, alla Northwestern University, alla Carlos III di Madrid e alla University of Minnesota. È fellow della Econometric Society, della Society for the Advancement of Economic Theory e del Centre for Economic Policy Research (London) e direttore accademico della Fundación de Estudios de Economía Aplicada (Madrid). È stato associate editor di "Econometrica" ed editor, tra l'altro, della "Review of Economic Dynamics". È autore, oltre che di libri in inglese e spagnolo, di Tremonti. Istruzioni per il disuso (con altri autori, Ancora del Mediterraneo 2010).

David K. Levine è professore di Economia alla Washington University di St Louis. Precedentemente ha insegnato alla UCLA e alla University of Minnesota. È fellow della Econometric Society, della Society for the Advancement of Economic Theory (di cui è al momento anche presidente) e del National Bureau of Economic Research. È stato presidente della Society for Economic Dynamics, direttore del California Social Science Experimental Laboratory ed editor, tra l'altro, di "Econometrica" e della "Review of Economic Dynamics". È autore di vari libri in inglese, ha pubblicato sulle maggiori riviste accademiche internazionali ed è considerato uno dei teorici economici più importanti della sua generazione.

mercoledì 4 settembre 2013

“MA COME FA LA SPAGNA A CHIEDERE I SOLDI ALL’EUROPA E POI A SPENDERE 100 MILIONI PER UN CALCIATORE?”

CRISTIANO RONALDO
di Luca Caioli
L'ossessione della perfezione
euro: 14,37

Il più amato e il più odiato. Il più caro. Il più bello. Il perfetto esempio dell’atleta del XXI secolo. Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro è tutto questo, e non solo. Il migliore al mondo per José Mourinho, il secondo dopo il  rivale Leo Messi per la giuria del Pallone d’Oro FIFA, in ogni caso uno dei più grandi calciatori del secolo.
Un uomo che fa parlare di sé dentro e fuori dallo stadio per le sue vicende di atleta e di amante, di giovane padre e di icona sessuale. La perfetta incarnazione della star a tutto campo, del tipo sociale di riferimento della contemporaneità.
Un ragazzo cresciuto molto in fretta in una famiglia modesta di Madeira, che ha dovuto vedersela sin da subito a muso duro con tutto e tutti, e che fin da quando giocava per strada ha voluto essere il migliore. È questo il suo tratto distintivo, l’ossessione per la perfezione: del gesto, del dettaglio, del corpo, della giocata incredibile.
Questa è la sua storia: da una piccola isola sperduta nell’Atlantico alla fama planetaria. Una biografia vera, ben lontana dall’agiografia del campione, dura e avvincente come la sua vita.

L'AUTORE Luca Caioli, nato a Milano nel 1958, vive da anni a Madrid. Ha collaborato, fra gli altri, con «il Manifesto», «l’Unità», «la Repubblica», il «Corriere della Sera», «La Gazzetta dello Sport» e «Marca». Ha lavorato per euronews, Rai 3, Sky Tg24, la Sexta, Cuatro e Cadena Ser. È uno degli autori di libri sul calcio più noti a livello internazionale. Ha scritto le biografie di Ronaldinho, Zinédine Zidane, Lance Armstrong, Fernando Torres, Vicente del Bosque e Roberto Mancini, che sono state tradotte in più di trenta Paesi. Il suo ultimo best seller internazionale, prima di Cristiano Ronaldo, è stato Messi, pubblicato in Italia da Dalai editore nel 2011.