Con un cenno del capo, Aragona indicò il ritratto incorniciato sulla parete della sala agenti, unico elemento decorativo nel pallido verde di quell’ambiente approssimativo e desolato che conteneva quasi tutta la loro vita. Poi, grattandosi il torace rasato e lampadato messo in mostra dai tre bottoni slacciati della camicia a fiori, si rivolse teatralmente a Pisanelli. – E tu confessa, Preside’, che per meglio servire il paese ti sei infiltrato fra i Bastardi di Pizzofalcone. Ottavia rinunciò a ogni diritto di replica e si eclissò dietro il computer. Nominando i Bastardi, Aragona aveva evocato l’origine dello sgradevole impiccio che aveva portato quel nucleo di difensori della legge a essere ciò che erano oggi. Soprannomi compresi. Se l’intera polizia della città si riferiva a loro con un insulto, una ragione c’era.
Maurizio de Giovanni, Buio
***
A prima vista i libri di Maurizio de Giovanni sono dei polizieschi, ma i tantissimi fan del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone sanno benissimo che i romanzi dello scrittore napoletano sfuggono alle facili definizioni. Prendiamo ad esempio Buio, la nuova avventura dei Bastardi di Pizzofalcone: è un romanzo corale, i cui protagonisti, a prima vista, sono ispirati ai poliziotti di Ed McBain e anche un po’ di Joseph Wambaugh, sbirri preceduti da una pessima fama che però, messi sotto pressione, fanno meglio di altri dal curriculum impeccabile. Ma a prima vista, perché poi le storie personali dei componenti del famigerato commissariato dei Bastardi di Pizzofalcone sono italianissime – anzi, napoletanissime -, sentimentali anche: e il lettore, più che scoprire il colpevole del delitto, vuole sapere come va a finire la storia d’amore della figlia del Cinese e sperare che il povero Hulk riesca a controllare gli scatti d’ira che gli hanno rovinato la vita. Ma sempre solo a prima vista, perché Buio è il romanzo più nero che Maurizio de Giovanni abbia finora pubblicato e la storia del piccolo Dodo, rapito da una coppia di pericolosissimi delinquenti agli ordini di un personaggio misterioso, non vi farà dormire almeno fino all’ultima pagina. Maurizio de Giovanni spiega così sul Corriere della Sera la sua personalissima quadratura del cerchio: «Lo schema corale mi permette di descrivere una città disgregata, priva del tessuto connettivo che prima della guerra riusciva a tenerla insieme offrendo un’idea di comunità. In una storia posso far confluire tante storie, perché tanti sono i volti della Napoli contemporanea. Abitiamo un luogo dove il cinque per cento della popolazione controlla tutto. Eppure siamo sprovvisti di una classe dirigente, nel senso nobile del termine: quel cinque per cento si muove nel retrobottega dei propri interessi, disegna l’ordito dei suoi egoismi senza metterci mai la faccia. Ecco, io credo che la forma del noir sentimentale possa raccontare meglio di qualunque altro genere la complessità di una metropoli unica nel panorama italiano, perché il crimine è il solo fazzoletto di terra in cui universi così distanti tra loro s’incontrano e si confondono».
Maurizio de Giovanni, Buio
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A prima vista i libri di Maurizio de Giovanni sono dei polizieschi, ma i tantissimi fan del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone sanno benissimo che i romanzi dello scrittore napoletano sfuggono alle facili definizioni. Prendiamo ad esempio Buio, la nuova avventura dei Bastardi di Pizzofalcone: è un romanzo corale, i cui protagonisti, a prima vista, sono ispirati ai poliziotti di Ed McBain e anche un po’ di Joseph Wambaugh, sbirri preceduti da una pessima fama che però, messi sotto pressione, fanno meglio di altri dal curriculum impeccabile. Ma a prima vista, perché poi le storie personali dei componenti del famigerato commissariato dei Bastardi di Pizzofalcone sono italianissime – anzi, napoletanissime -, sentimentali anche: e il lettore, più che scoprire il colpevole del delitto, vuole sapere come va a finire la storia d’amore della figlia del Cinese e sperare che il povero Hulk riesca a controllare gli scatti d’ira che gli hanno rovinato la vita. Ma sempre solo a prima vista, perché Buio è il romanzo più nero che Maurizio de Giovanni abbia finora pubblicato e la storia del piccolo Dodo, rapito da una coppia di pericolosissimi delinquenti agli ordini di un personaggio misterioso, non vi farà dormire almeno fino all’ultima pagina. Maurizio de Giovanni spiega così sul Corriere della Sera la sua personalissima quadratura del cerchio: «Lo schema corale mi permette di descrivere una città disgregata, priva del tessuto connettivo che prima della guerra riusciva a tenerla insieme offrendo un’idea di comunità. In una storia posso far confluire tante storie, perché tanti sono i volti della Napoli contemporanea. Abitiamo un luogo dove il cinque per cento della popolazione controlla tutto. Eppure siamo sprovvisti di una classe dirigente, nel senso nobile del termine: quel cinque per cento si muove nel retrobottega dei propri interessi, disegna l’ordito dei suoi egoismi senza metterci mai la faccia. Ecco, io credo che la forma del noir sentimentale possa raccontare meglio di qualunque altro genere la complessità di una metropoli unica nel panorama italiano, perché il crimine è il solo fazzoletto di terra in cui universi così distanti tra loro s’incontrano e si confondono».
L’AUTORE Maurizio de Giovanni nasce nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005 vince un concorso per giallisti esordienti con un racconto incentrato sulla figura del commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Il personaggio gli ispira un ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi Stile Libero, che comprende Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia e Vipera (Premio Selezione Bancarella 2013). Nel 2012 esce per Mondadori Il metodo del Coccodrillo (Premio Scerbanenco), dove fa la sua comparsa l’ispettore Lojacono, ora fra i protagonisti della serie dei Bastardi di Pizzofalcone, ambientata nella Napoli contemporanea; nel 2013 esce, sempre per Einaudi Stile Libero, il secondo romanzo della serie, Buio. Tutti i suoi libri sono tradotti o in corso di traduzione in Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Russia, Danimarca e Stati Uniti. De Giovanni è anche autore di racconti a tema calcistico sulla squadra della sua città, della quale è visceralmente tifoso, e di opere teatrali.
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