mercoledì 30 aprile 2014

Federica Pellegrini. Uno stile vincente…

IL MIO STILE LIBERO
Federica Pellegrini
euro: 13,60
Basta vederla in acqua per accorgersi subito che quello è davvero il suo elemento. Si muove con la grazia di un delfino e alla velocità di un siluro. Perfezione tecnica e motore di una Ferrari fanno di Federica Pellegrini una delle migliori nuotatrici di sempre, come attesta un palmarès di medaglie lungo quanto una piscina olimpionica. Se nessuno può competere con lei, tutti possono prenderla a esempio. In questo libro la Pellegrini si mette a nudo, anzi in costume da bagno, per raccontare il suo approccio al nuoto e, più in generale, la sua filosofia sportiva. Lo scopo è quello di far comprendere come attraverso questo meraviglioso sport, a qualsiasi livello di pratica, dall’amatore all’agonista, si possa raggiungere una sorprendente armonia col mondo. Per partire col piede giusto è fondamentale mettere a fuoco qual è l’obiettivo: dal semplice wellness alla più ambiziosa sfida agonistica, sapere cosa si cerca permette di pianificare le giornate in piscina in modo corretto, schivando il rischio di veder naufragare le motivazioni psicologiche. Poi ci si concentra sulla tecnica di base: la corretta posizione in acqua, la respirazione, la rotazione del corpo, la bracciata, la virata e per finire la posizione sul blocco per il tuffo di partenza. Senza trascurare una serie di fondamentali coccole per la mente che a loro volta verranno trasmesse al corpo. Alcuni capitoli poi sono dedicati al lato più leggero e glamour della campionessa: la scelta del costume e degli occhialini, le manovre scaramantiche per scacciare eventuali “spiriti cattivi” prima di ogni gara e tanta musica per godersi il pieno di emozioni. Un manuale molto utile per chi vuole cominciare, chi vuole continuare e chi vuole migliorarsi, avendo idealmente la Pellegrini come personal trainer a bordo vasca.
L’AUTRICE Federica Pellegrini (Mirano, 1988) è campionessa olimpionica di nuoto (ha vinto fino ad ora 18 medaglie d’oro internazionali) e detiene il record mondiale dei 200 e dei 400 metri crawl. Con Mondadori ha pubblicato Io nuoto per amore (2009).

martedì 29 aprile 2014

Luigi Zingales. L’Europa è un patto faustiano tra Francia e Germania, che riserva all’Italia un unico ruolo, quello della vittima.

EUROPA O NO
di Luigi Zingales
euro: 15,30
Tanto l’euro quanto l’unificazione europea sono stati celebrati – come già fu per l’unificazione italiana – come ideali romantici, che non lasciavano spazio per un’analisi economica dei costi e dei benefici. Oggi, però, il “meraviglioso esperimento” di cui parlava Robert Schuman, il sogno di una “pace perenne” dopo secoli di guerre, si è trasformato in un incubo: quella stessa Unione creata per favorire lo spirito europeo sta diventando una prigione, che istiga all’odio etnico e alimenta i peggiori stereotipi. Tenendosi a distanza dall’europeismo fanatico e dall’antieuropeismo irrazionale, Luigi Zingales analizza i fondamenti economici e le scelte politiche dell’attuale Unione Europea, vista non come fine ma come mezzo per garantire la libertà, la pace e la prosperità del nostro continente, e mette a fuoco alcune verità necessarie. Prima fra tutte che questa Europa è un patto faustiano tra Francia e Germania, che riserva al Sud del continente, e quindi all’Italia, un ruolo di comprimario e spesso di vittima. Dobbiamo ammettere che, così com’è, l’Europa non è sostenibile, ma il progetto europeo è ancora salvabile, a patto di riforme radicali in tempi brevi. Allo stesso modo dobbiamo ammettere che la crisi strutturale in cui l’Italia è precipitata negli ultimi vent’anni non è colpa dell’euro né può essere risolta con la nostra uscita dall’euro. Il vero problema è che abbiamo smesso di crescere, e in particolare ha smesso di crescere la nostra produttività. Se non invertiamo questa tendenza, non possiamo competere in Europa e nel mondo, non possiamo sostenere il debito pubblico, non possiamo offrire ai nostri figli un futuro nel nostro Paese, Europa o no.
L’AUTORE Luigi Zingales (Padova 1963) si è laureato all’Università Bocconi, ha ottenuto un PhD al MIT e insegna Impresa e finanza alla Booth School of Business dell’Università di Chicago. È membro di importanti istituzioni negli Usa e in Europa. Nel 2003 ha vinto il premio Bernácer per il miglior giovane economista europeo. Con R.G. Rajan ha scritto Salvare il capitalismo dai capitalisti (Einaudi 2004). Collabora col “Sole 24 Ore” e “L’Espresso”. Vive a Chicago con moglie e figli.

lunedì 28 aprile 2014

Lucia Annibali, ci siamo tutti. Le ustioni non hanno corroso la tua forza…

IO CI SONO
di Lucia Annibali e Giusi Fasano
ebook euro: 7,99
16 aprile 2013, una sera qualunque. Lucia, una giovane avvocatessa di Pesaro, torna a casa dopo essere stata in piscina. Ad attenderla, dentro il suo appartamento, trova un uomo incappucciato che le tira in faccia dell’acido sfigurandola. Le ustioni, devastanti, corrodono anche il dorso della sua mano destra. Quella stessa notte viene arrestato come mandante dell’aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione troncata da lei nell’agosto del 2012 e che, secondo la magistratura, aveva assoldato per l’agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. Come avviene in molti, troppi episodi di violenza contro le donne, anche in questo caso è stato l’abbandono a innescare la miccia del risentimento. Lo schema è purtroppo “classico”: il possesso scambiato per amore, la rabbia che diventa ferocia, fino all’essenza della crudeltà: l’acido in faccia. In questo libro Lucia Annibali ripercorre la sua storia con quell’uomo, dal corteggiamento al processo («Il tempo con lui è stato una bestia che digrignava i denti e io mi lasciavo sbranare »); passa in rassegna i momenti dell’emozione e quelli della sofferenza; racconta l’acido che scioglieva il suo viso («Un minuto dopo la belva era ammaestrata») e poi i mesi bui e dolorosissimi, segnati anche dal rischio di rimanere cieca. Per la sua tenacia, la sua determinazione e il coraggio di mostrarsi, oggi Lucia è diventata un’icona, punto di riferimento per tutte le altre donne («Io non mi arrendo, e questa ferita diventerà la mia forza»). Testimonianza autentica e toccante di un grave fenomeno del nostro tempo, Io ci sono è un libro importantissimo. Per uomini e donne consapevoli che l’amore sia “solo quello buono” ma anche per tutte le Lucie ancora prigioniere di un non amore.
L’AUTRICE Lucia Annibali, nata a Urbino il 18 settembre 1977, vive nelle Marche ed è avvocato. Nell’aprile 2013 è stata vittima del tragico episodio di violenza che racconta in questo libro. L’8 marzo 2014 il capo dello Stato Giorgio Napolitano le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica: «Per il coraggio, la determinazione, la dignità con cui ha reagito alle gravi conseguenze fisiche dell’ignobile aggressione subita».

giovedì 24 aprile 2014

L’utopia Italia, paragonarla al Pequod, una barca che affonda…

LA MIA UTOPIA
di Renato Brunetta
euro: 15,30
L’on. Brunetta utilizza un ottimo esempio facendo riferimento all’ingaggio di viaggio utilizzato dai componenti della baleniera Pequod, che nel romanzo di Herman Melville daranno la caccia a Moby Dick la balena. “…tutto il personale, compreso il capitano, riceve alcune quote dei profitti, chiamate pertinenze; queste pertinenze sono proporzionate al grado di importanza dei rispettivi compiti…”
Perfetto. L’utopia del prof. Brunetta vorrebbe vedere le maestranze partecipare agli utili dell’azienda per cui lavorano, adeguando le loro pertinenze alla produttività della stessa, dimenticando di illustrare come si regolerebbe la parte debole della baleniera nel caso in cui la pesca andasse male. Mi resta solo un dubbio, quello che l’onorevole non abbia letto il romanzo Moby Dick sino in fondo: “…Achab rampona nuovamente la balena ma questa volta il cavo gli si impiglia al collo e viene trascinato negli abissi oceanici dall’immersione di Moby Dick. La lancia viene quindi inghiottita dal vortice generato dall’affondamento della nave, nel quale quasi tutti i membri dell’equipaggio trovano la morte…” Massimo De Muro
«Incominciai a pensare che era giunto il momento di stabilire con me stesso a quali condizioni avrei accettato l’ingaggio per il viaggio. Ero già al corrente del fatto che nella baleniera non pagano salario, ma tutto il personale, compreso il capitano, riceve alcune quote dei profitti, chiamate pertinenze; queste pertinenze sono proporzionate al grado di importanza dei rispettivi compiti. Sapevo anche che, essendo novellino della baleniera, la mia pertinenza non sarebbe stata troppo grande; ma, dato che ero abituato al mare, che potevo governare una nave, impiombare una gomena e tutto il resto, non avevo alcun dubbio che, da tutto quanto avevo udito, mi sarebbe stata offerta la 257esima pertinenza e cioè la 257esima parte dei proventi netti del viaggio, a qualunque cifra potessero ammontare.» Herman Melville in Moby Dick immagina che nel Pequod, la baleniera comandata dal capitano Achab, viga un sistema che non discrimina, perché ciò che conta è il merito individuale, e che assegni a ciascun lavoratore-capitalista una «pertinenza», un salario, basato sulle competenze individuali e sui profitti, cosicché a tutti convenga che il capitale frutti il più possibile. È un sistema simile che in queste pagine Renato Brunetta propone anche per il nostro Paese per superare la crisi, «una grande occasione per ristrutturare, per soffermarsi a capire il mondo e le sue trasformazioni, e reinterpretare idee e teorie»: una riforma radicale che preveda il passaggio da una società a retribuzione fissa verso sistemi di partecipazione dei lavoratori ai rischi d’impresa. Solo così, realizzando un «socialismo liberale» dove il salario non sarà più una variabile fissa e incomprimibile, si potrà compiere la transizione da un mondo di salariati in perenne bilico sul nulla della disoccupazione a un pianeta della piena occupazione. «Facciamo respirare la nostra società, i nostri giovani. Sviluppiamo. Investiamo. Facciamo manutenzione del nostro territorio, delle nostre case, del nostro patrimonio urbano. Restauriamo e ristrutturiamo. Modernizziamo. Costruiamo le reti del nostro futuro. Togliamo la gente dalle scrivanie della pigrizia statale. Aggiusteremo la rotta in mare aperto. … Non abbandoniamoci alla marea del pensiero unico e meschino. Decidiamo. Certo, per scegliere bene occorre conoscere. Ma anche immaginare con coraggio. Vedere più in là. Questa è l’utopia positiva.»
L’AUTORE Renato Brunetta, economista, è professore ordinario di Economia del lavoro presso l’Università di Roma Tor Vergata. È presidente del gruppo parlamentare Forza Italia-PDL-Berlusconi Presidente alla Camera dei deputati. Membro della XI Commissione lavoro della Camera e membro della Commissione parlamentare per l’indirizzo e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, dal 2008 al 2011 è stato ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. Editorialista de «il Giornale», è autore di numerose pubblicazioni scientifiche, in materia di economia del lavoro e relazioni industriali, tra le quali: Il modello Italia (1991), Economics for the New Europe (1991), Disoccupazione, isteresi e irreversibilità (1992), La fine della società dei salariati (1994), Sud (1995, 2009), Economia del lavoro (1999), Il coraggio e la paura (2003), Quindici più Dieci (2004), Venezia XXI (2004), Rivoluzione in corso (2009), La mia politica (2011), L’occasione della crisi (2011), Il grande imbroglio (2012), Il grande imbroglio 2 2013), Il grande imbroglio 3 (2014).

mercoledì 23 aprile 2014

Euro si Euro no. Al di là degli slogan, quasi nessuno sa cosa sia successo davvero…

LA LUNGA NOTTE DELL’EURO
Chi comanda davvero in Europa
di Stefano Feltri e Alessandro Barbera
ebook euro 9,99
Dal 2007 a oggi la crisi dell’euro ha fatto cadere governi, fallire banche, capitolare intere economie. Milioni di cittadini europei stanno pagando il conto di scelte che non hanno compreso né condiviso. Le previsioni catastrofiste sulla tenuta dell’euro sono (per ora) andate a vuoto, ma in Italia il prezzo è stato altissimo: molto rigore, troppe tasse, un aumento vertiginoso della disoccupazione e del debito pubblico. Così all’improvviso la politica è stata costretta a discutere, difendere, proporre: bisogna uscire dall’euro; solo la lira può salvare le imprese; la Germania di Angela Merkel sta combattendo una guerra senza carri armati. Oppure no: dobbiamo rimanere nella moneta unica ma “battere i pugni sul tavolo”, rompere i vincoli del rigore, accettare il fallimento delle istituzioni comunitarie e tornare a una “Europa dei popoli”, qualunque cosa questo voglia dire. Ma al di là degli slogan, quasi nessuno sa cosa sia successo davvero: come si è passati dalla crisi delle banche a quella degli Stati e poi di nuovo delle banche? Di questo circolo vizioso senza precedenti tra debito privato e debito pubblico, la Bce è la maggiore responsabile o l’unica soluzione possibile? Consegnare il destino dell’Europa alla Banca centrale è l’inevitabile conseguenza del vuoto della politica o una sconfitta della democrazia? Il problema dell’Italia è l’Europa o semmai è vero il contrario? La notte dell’euro è stata lunga ma non è ancora finita. Queste pagine sono una guida per orientarsi nel buio.
GLI AUTORI
Stefano Feltri è un giornalista e scrittore italiano. Attualmente è responsabile della redazione economia de Il Fatto Quotidiano.
Alessandro Barbera Sicilian blood, Ferrara, Bologna, Roma. Journalist at La Stampa. Opinions are my own, RT not endorsement. Last book: La lunga notte dell’euro, Rizzoli

martedì 22 aprile 2014

Francesca Barra. I nuovi poveri sono invisibili, soprattutto perché non vogliamo vederli…

TUTTA LA VITA IN UN GIORNO
di Francesca Barra
ebook euro: 9,99
I nuovi poveri sono un piccolo popolo che cammina nelle nostre città senza fare rumore. Disoccupati, padri separati, persone fiaccate da un destino sadico e vigliacco: stanno in strada, nelle stazioni, nei dormitori, nei centri di accoglienza. Sono invisibili, soprattutto perché non vogliamo vederli. Ma sono un’umanità tanto quanto noi, e come noi soffrono, sognano, pensano, amano e si amano. Solo con molta più tristezza e rassegnazione. Compiendo un atto di coraggio, Francesca Barra ha condotto un’inchiesta assolutamente inedita, andando a vivere con — e come — i nuovi poveri per quasi un mese alla Stazione Centrale di Milano. Li ha conosciuti bene, ne ha esplorato il presente “di strada” e il passato “normale”, ha assaporato le loro emozioni. E in Tutta la vita in un giorno ha poi deciso di lasciare la parola ad Antò, un padre separato, e ad alcuni altri senzatetto per rendere il più possibile autentico il racconto della miseria metropolitana che, con la crisi, è andata investendo sempre più persone. Seguiamo così in queste pagine diverse storie, tutte intensissime, come quella di Tony, divenuto gigolò (anche) per poter fare la doccia, o quella di Gemma che, grazie al suo grande cuore, un giorno riesce a riscattare anni di nera disperazione. Una volta che si comincia a leggere questo libro, non si riesce più a smettere. Succede non solo perché è il primo e unico ritratto realistico e lucido di un fenomeno sociale che non ha più senso ignorare. Ma soprattutto perché le storie di Antò, di Gemma e degli altri ci entrano dentro facendo anche male, ci commuovono. E ci arricchiscono.
L’AUTRICE Francesca Barra nata a Policoro in Basilicata nel 1978, è giornalista e autrice televisiva, radiofonica e teatrale. Fino a dicembre 2013 ha condotto la trasmissione La bellezza contro le mafie su Radio 1 Rai. Attualmente è inviata del programma Matrix di Luca Telese su Canale 5. Ha collaborato con «Sette» e «l’Unità». Ha pubblicato Il quarto comandamento (Rizzoli 2011), un racconto in Non è un paese per donne (Mondadori 2011) ed è stata coautrice di Giovanni Falcone. Un eroe solo di Maria Falcone (Rizzoli 2012).

venerdì 18 aprile 2014

L’EMOZIONE DI UNA CAREZZA TI LIBERA DALLA TRAPPOLA DEL CORPO…

L’ACCAREZZATRICE
di Giorgia Würth
ebook euro: 9,99
Gioia è una ragazza come tante, trent’anni e molti progetti nel cuore: ancora non sa che la vita le riserva una missione straordinaria, e che il suo destino è racchiuso nel suo stesso nome.
Gioia ha appena perso il lavoro da infermiera in ospedale, il fidanzato l’ha lasciata, è preoccupata per suo padre malato. I giorni passano, l’ansia cresce, nulla si muove: non c’è lavoro, gli orizzonti sembrano chiusi. Finché una mattina Gioia risponde a un annuncio nel quale si richiede “un’infermiera con spiccata sensibilità” a Bellinzona. È così che conosce Rosaria, una donna malata di sclerosi multipla, che cerca per il suo amatissimo marito, anch’egli gravemente invalido, un’assistente sessuale…
Comincia per Gioia – dopo l’iniziale turbamento – la scoperta di un mondo, quello dei disabili, dei loro bisogni, dell’apartheid in cui spesso la società li confina. La scoperta di un universo vibrante di speranza e di coraggio.
Molte persone portatrici di handicap sono private della possibilità di sperimentare il piacere fisico o semplicemente un contatto corporeo diverso da quello medicalizzato.
Sono private dell’esperienza dell’empatia e dell’emozione di una carezza, con esiti psicologici spesso devastanti. In Svizzera e in diversi Paesi del Nord Europa la figura degli “assistenti sessuali” – dotati di una formazione medica e psicologica – è prevista dalla legge. Non in Italia, dove un moralismo diffuso finisce per lasciare sulle spalle delle famiglie la gestione di queste esperienze, fondamentali per dare dignità alla vita.
Nessuno si scandalizza se qualcuno legge per i ciechi. Perché allora indignarsi se qualcuno si occupa di far sperimentare la tenerezza a una donna o un uomo intrappolati nel proprio stesso corpo? Questo romanzo racconta di come Gioia decida di diventare un’accarezzatrice, di come un incontro speciale faccia cadere tutti i suoi pregiudizi e di come, da quel giorno, la sua vita e quella di tante persone intorno a lei cambi per sempre. Giorgia Würth illumina con coraggio esistenze difficili, tocca il nervo scoperto di tante nostre paure, prova con semplicità e con forza a immaginare un futuro più umano per tutti noi.
L’ATRICE Giorgia Würth nasce a Genova da mamma ligure e papà svizzero. Laureata in Scienze della Comunicazione, inizia presto la sua carriera di attrice spaziando dal teatro (Antigone, Cecità, Xanax) al cinema (Ex, Maschi contro femmine, Sinestesia) alla televisione (“Un medico in famiglia”, “Moana”, “Le tre rose di Eva”). Nel 2010 pubblica per Fazi il suo primo romanzo, Tutta da rifare, storia di una ragazzina che si ammala di dipendenza da chirurgia estetica.

giovedì 17 aprile 2014

Metteteci un anziano istrione ricco e molesto, due universitarie… Ho come la sensazione di averla già sentita questa storia.

UNA COMMEDIA ITALIANA
di Piersandro Pallavicini
ebook euro: 9,99
Metteteci un anziano istrione ricco e molesto, due professoresse universitarie sul fare dei cinquanta, una vice ispettore di polizia in calze di nylon contenitive. Figli enigmatici, fratelli cleptomani, nipoti teppisti. Aggiungete la Londra dei mercanti d’arte, la Milano dei formaggi industriali, la montagna della grappa alla vipera. Saint-Tropez, Brigitte Bardot e Gunter Sachs. La frivola intelligenza degli anni sessanta. Nostalgia, gorgonzola, ucraini, mucche. La formula dell’adrenalina, le caldane, il cuore di mamma. Un cocktail comico irresistibile. Agitate e servite.
Carla Pampaloni Scotti ha cinquant’anni, una netta somiglianza con Ave Ninchi, è professoressa di Chimica alla Statale di Milano, è sposata con un fisico geniale, ha un figlio quindicenne purissimo nerd. La sua collega e amica della vita è Paola Ottolina: bassa, grassa, occhialuta, irrimediabilmente brutta e sola, con le sue fattezze da can-bulldog. O almeno così – e si parla del can-bulldog – sostiene il vecchio Alfredo Pampaloni, padre di Carla, ex industriale. Un ottuagenario che guida la sua Jaguar come Manuel Fangio, che prepara i Martini migliori del mondo, che indossa sempre giacca blu, pantaloni bianchi e mocassini senza calze, come un playboy anni sessanta. Come Gunter Sachs, il playboy par excellence degli anni sessanta. Anni in cui, d’estate, Alfredo spariva da Milano in Spider e andava chissà dove. Mentre Carla, con sua madre e suo fratello Edo, e insieme a loro anche l’Ottolina, rimanevano a Solària, il pae-se più alto del Trentino e d’Italia, in cima a una valle verde di pini e col cielo di un azzurro assoluto.
Agosto 2012: Alfredo Pampaloni convoca tutti a Solària. Nella futuribile villa di famiglia arriva Carla con suo figlio e l’Ottolina, e da Londra arriva Edo, con i suoi gemelli biondi e una moglie maleducata. E allora subito: il vecchio Pampaloni porta i figli da un notaio per cedere loro la casa di Solària e quella di Milano; Edo chiede conto dei milioni di euro da ereditare che sembrano svaniti; la villa e i suoi occupanti sono vittime di aggressioni incomprensibili – un’accetta conficcata nella centralina elettrica, scritte ingiuriose sui muri, palle di fuoco che scendono dal crinale. Ed è da qui che parte un intrigo che mescola il misterioso passato del capofamiglia con un presente minaccioso, affrontato con l’aiuto del vice ispettore Erica Daldosso – rughe e capelli d’argento. Il passato si sgroviglia. Ed è quasi tutto da ridere.
L’AUTORE Piersandro Pallavicini è nato a Vigevano nel 1962. È docente all’Università di Pavia, dove svolge ricerche nel campo della nanochimica inorganica. Con Feltrinelli ha pubblicato i romanzi Madre nostra che sarai nei cieli(2002), Atomico dandy (2005), African inferno (2009), Romanzo per signora(2012) e, nella collana digitale Zoom, London Angel (2012) e Racconti per signora (2013). Collabora con “TuttoLibri”, supplemento culturale de “La Stampa”. Lo trovate su Facebook (facebook.com/piersandro.pallavicini) e su Twitter (twitter.com/Piersandropalla).

mercoledì 16 aprile 2014

Giuseppe Culicchia. Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.

TUTTI GIÙ PER TERRA
Giuseppe Culicchia
ebook euro: 9,99
Non posso. Non posso fare questa fine. Non posso ridurmi
anch¿io come un animale in gabbia.
«Walter!»
Corro in strada.
Eccola. La vedo.
Casca il mondo.
Casca la terra.
Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio.
E io accelero.
Quando, nell’aprile del 1994, uscì per Garzanti la prima edizione di Tutti giù per terra, Giuseppe Culicchia aveva 28 anni e lavorava in una libreria torinese che oggi non esiste più, sostituita da un grande Apple Store. Tutti giù per terra era stato scritto prima a mano, poi su una Remington portatile, sull’onda dell’incoraggiamento di Pier Vittorio Tondelli. Il romanzo, che fu prima un sorprendente bestseller e poi un tenace longseller, raccontava le peripezie di quello che è stato definito “il primo precario della narrativa italiana”. Walter, vero figlio degli “anni di plastica”, rasato a zero, nato “troppo tardi per tutto”, a cominciare dal Sessantotto e dal Settantasette, si ritrovava davanti un futuro privo di prospettive.
Vent’anni dopo, forte dell’amore che i lettori continuano a provare verso il suo personaggio, Culicchia compie un esperimento letterario che è una cartina al tornasole sul senso dei personaggi e delle persone in carne e ossa, della narrazione e della vita vera: racconta la storia di Walter ambientandola ai giorni nostri. L’esperimento riesce talmente bene da apparire inquietante: giro giro tondo, ed ecco che tutto torna eternamente simile a se stesso…
Con la sua penna ironica e affilata, dissacrante ma anche profondamente partecipe, Culicchia ci racconta i giovani di questi nostri anni con lo stesso spietato amore con cui narrava quelli di ieri, mostrandoci come lo scarto tra allora e oggi, per alcuni versi vertiginoso, sia per altri minimo. E forse il solo modo per uscire dall’impasse in cui ci ritroviamo, per combattere una crisi sempre più profonda, sta allora come oggi nel provare a strutturarla in una narrazione, senza smettere di cercare le parole per raccontarla, con la sua disperazione e la sua irriducibile speranza.
L’AUTORE Giuseppe Culicchia (Torino, 1965) ha pubblicato i primi racconti nell’antologia Papergang Under 25 III (1990) a cura di Pier Vittorio Tondelli. Oltre a Tutti giù per terra (1994, premio Montblanc e premio Grinzane Cavour Autore Esordiente), ha pubblicato con Garzanti Paso Doble (1995), Bla Bla Bla (1997), Ambarabà (2000), A spasso con Anselm (2001), Liberi tutti, quasi (2002), Il paese delle meraviglie (2004, premio Grinzane Cavour Francia) e Un’estate al mare (2007), tradotti in una decina di lingue. Da Laterza sono usciti il longseller Torino è casa mia (2005), Ecce Toro (2006) e E così vorresti fare lo scrittore (2013). Da Einaudi l’atto unico Ritorno a Torino dei Signori Tornio (2007). Da Feltrinelli Sicilia, o cara. Un viaggio sentimentale (2010) e Ba-dabum! (2013). Ha tradotto Mark Twain, F.X. Toole, Bret Easton Ellis e Francis Scott Fitzgerald. Per Mondadori sono usciti i romanzi Brucia la città (2009), Ameni inganni (2011) e Venere in metró (2012).

martedì 15 aprile 2014

Paolo Villaggio su consiglio di Umberto Eco…

COME FARSI UNA CULTURA MOSTRUOSA OGGI
di Paolo Villaggio
euro: 11,05
Nel 1972, dopo un folgorante esordio nel campo della scrittura con Fantozzi, Paolo Villaggio pubblicò (seguendo un consiglio di Umberto Eco) un libro assai strano: Come farsi una cultura mostruosa. L’idea dell’opera partiva dalla presa di coscienza dell’autore della necessità di possedere, in una società radicalmente cambiata dopo gli anni del boom economico, un elevatissimo livello culturale. Non fosse altro per poter partecipare, e vincere, ai telequiz, che all'epoca cominciavano ad avere grande successo in tv…
Oggi, a oltre quarantanni dalla pubblicazione, la situazione in Italia non è cambiata. I quiz spadroneggiano ancora nei palinsesti televisivi e il livello culturale dei concorrenti è in calo vertiginoso… Per questo motivo Paolo Villaggio ha sentito la necessità (cogente, si dice?) di pubblicare Come farsi una cultura mostruosa OGGI, un libro nuovo in linea con i tempi. Se il contenuto è aggiornato, la formula è rimasta intatta: Villaggio sottopone al lettore una serie di nomi di persone, località e cose di cui si deve indovinare la definizione giusta fra le tre o più opzioni proposte.
L’AUTORE Paolo Villaggio (Genova, 30 dicembre 1932) è attore, scrittore, comico. Interprete televisivo e cinematografico di personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca, come il professor Kranz e il timidissimo Giandomenico Fracchia, è noto soprattutto per la creazione letteraria e la seguente trasposizione cinematografica (in dieci pellicole) del ragionier Ugo Fantozzi.
Oltre alla saga fantozziana, è autore di molti libri, tra cui i recenti Storia della libertà di pensiero (Feltrinelli), Storie di donne straordinarie, Crociera lo cost, Mi dichi: prontuario comico della lingua italiana, Siamo nella merda: pillole di saggezza di una vecchia carogna (tutti per Mondadori).

lunedì 14 aprile 2014

Cesare Lanza. Solo al tavolo da gioco una persona si scopre per quello che è veramente…

ELOGIO DEL GIOCO D’AZZARDO
Verità e leggende intorno ai tavoli da gioco
di Cesare Lanza
euro: 11,90
Il gioco è una metafora della vita: si soffre o si è felici, ci si agita o ci si difende dalle emozioni continue, si lotta o ci si rassegna a ciò che accade, dominabile o no dalla nostra volontà. Quindi il gioco, sostiene Cesare Lanza in questo pamphlet, non solo non è amorale o distruttivo, ma è addirittura educativo perché insegna a saper vincere e a saper perdere e a comportarsi in maniera intelligente e dignitosa di fronte ai rischi dell’azzardo, cioè della vita. È partendo da questo presupposto che Lanza fa il suo Elogio del gioco d’azzardo dando però voce anche a chi non la pensa come lui. E lo fa mettendo sul piatto le argomentazioni più diverse: il gioco, come attività di intrattenimento, esiste da sempre in tutte le culture; l’ambiguità dello Stato che da un lato mette sotto accusa il gioco e dall’altro fa da biscazziere e incassa ben felice i soldi che ne derivano attraverso le tasse; il gioco legalizzato è un’attività produttiva che dà lavoro a migliaia di persone e prevede che una parte di fondi sia destinato a iniziative e manifestazioni culturali e di beneficenza; il gioco è stato fonte di ispirazione di grandi opere letterarie e cinematografiche; i proventi derivati dai giochi, anche in passato, hanno consentito la realizzazione di numerose opere d’arte e di far fronte a momenti di criticità. Ma non solo. Da grande esperto di gioco qual è, l’autore ha raccolto aneddoti e stravaganze sul tavolo verde per soddisfare la curiosità di tutti, appassionati e non.
L’AUTORE Cesare Lanza, 1942, è nato a Cosenza e, dopo aver girato l’Italia per vari incarichi professionali, ora vive stabilmente a Roma. Giornalista, ha diretto alcuni importanti quotidiani (Il Secolo XIX, il Corriere d’Informazione, il Lavoro, La Notte) e ha collaborato alle più prestigiose testate italiane. Nel primo decennio del terzo millennio, ha lavorato soprattutto in televisione, come autore di popolari programmi su Rai 1 e Canale 5 (tra cui Domenica In, Buona Domenica, Il senso della vita, Festival di Sanremo). E oggi, alla vigilia del traguardo finale, vorrebbe seguire, integralmente, il consiglio che la madre gli diede quando era ancora al liceo: leggere, scrivere, studiare. È considerato il maggior esperto italiano di gioco d’azzardo: sull’argomento ha pubblicato numerosi libri ed è orgoglioso di aver vinto alcuni tornei di chemin de fer nei principali casinò italiani.

venerdì 11 aprile 2014

Eugenio Scalfari. Una vita «non serena, ma fortunata e felice»

RACCONTO AUTOBIOGRAFICO
di Eugenio Scalfari
ebook euro: 6,99
Una vita «non serena, ma fortunata e felice». Così Eugenio Scalfari riassume il bilancio della propria esistenza, in un racconto che l’abbraccia per intero. Dalla casa dell’infanzia a Civitavecchia, con il balcone che guardava il mare, alle aule del liceo Cassini di Sanremo, dove, complice il compagno di banco Italo Calvino, «il viaggio ebbe il suo consapevole inizio». E poi gli anni dell’università e il primo lavoro di giornalista per «Roma Fascista», svolto con un piglio critico che gli valse l’espulsione dal GUF. C’è l’incontro con Pannunzio e Benedetti, l’attività politica, la lunga avventura de «la Repubblica», i viaggi «fuori e dentro di sé». Ci sono gli affetti, gli amori. Spesso, nei suoi libri, Scalfari ha incluso frammenti della sua biografia, usandoli come spunto su cui innestare le sue lucide meditazioni. Ma in questo scritto – pubblicato originariamente in apertura del «Meridiano» Mondadori dedicato all’autore -, il ricordo assume per la prima volta un valore autonomo: lo scopo non è più riflettere, ma raccontare. Anche la storia del Paese resta sullo sfondo. Racconto autobiografico è semplicemente quello che dice: il ritratto in movimento di un uomo, la cronaca della sua esistenza eccezionale.
L’AUTORE Eugenio Scalfari (Civitavecchia, 1924), dopo aver collaborato al «Mondo» di Pannunzio, è stato, nel 1955, tra i fondatori dell’«Espresso» che ha diretto dal 1963 al 1969. Nel 1976 ha fondato il quotidiano «la Repubblica», che ha diretto fino al 1996 e di cui oggi è editorialista. Tra i suoi libri ricordiamo La sera andavamo in via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla «Repubblica» (Mondadori 1986, Einaudi 2009), Incontro con io (Rizzoli 1994), Alla ricerca della morale perduta (Rizzoli 1995), Il labirinto (Rizzoli 1998), La ruga sulla fronte (Rizzoli 2001, Einaudi 2010) e, con Giuseppe Turani, Razza padrona (Feltrinelli 1974, Baldini Castoldi Dalai 1998), L’uomo che non credeva in Dio (Einaudi 2008), Per l’alto mare aperto (Einaudi 2010 e 2011), Incontro con Io (Einaudi 2011), Scuote l’anima mia Eros (Einaudi 2011 e 2013), Dialogo tra credenti e non credenti (Einaudi 2013, con Papa Francesco), L’amore, la sfida, il destino (Einaudi 2013) e Racconto autobiografico (Einaudi 2014). Con il Gruppo editoriale L’Espresso ha pubblicato, raccolti in cinque volumi, gli articoli scritti tra il 1955 e il 2004. Nel 2012 Mondadori ha pubblicato nei «Meridiani» La passione dell’etica. Scritti 1963-2012.

giovedì 10 aprile 2014

Floris, Bonetti il romanzo. Io ho cominciato a odiare la vita, mentre lui non ha mai smesso di amarla…

IL CONFINE DI BONETTI
di Giovanni Floris
ebook euro: 9,99
“Io e Bonetti eravamo amici da sempre. E lo saremmo stati per sempre, se non fosse che a un certo punto io ho cominciato a odiare la vita, mentre lui non ha mai smesso di amarla.”
Un’ultima notte da leoni con gli amici di sempre, una soltanto. Cosa può esserci di male? E invece il notaio Ranò, facoltoso borghese romano, si ritrova in cella, e poi davanti a un magistrato. E la verità viene fuori. Non solo il racconto della folle serata in cui è naufragata la reunion, ma, come un fiume in piena, la confessione di una vita, delle avventure di un ragazzo e del suo eterogeneo drappello di compagni. Con al centro di tutto lui, il grande amico che ce l’ha fatta, Marco Bonetti, famoso regista finito con lui in carcere… Nella “confessione” di Ranò si dipana così un percorso di formazione illuminato da una grande amicizia maschile, tra catastrofi sentimentali e bravate al limite del decoro, vacanze sbagliate e meravigliose, giri in motorino nel gelo di una Roma vissuta e amata. Come abbiamo perso di vista i sogni di quando eravamo giovani? Qual è il confine tra adolescenza e vita adulta, tra possibilità e rimpianto, tra successo e tradimento? E quando è troppo tardi per capirlo? Per la prima volta Giovanni Floris racconta la realtà con gli strumenti del narratore, tessendo immaginazione ed esperienze nella trama di un romanzo scanzonato e commovente. La storia del notaio Ranò e del regista Bonetti è infatti anche la storia della sua generazione, i ragazzi degli anni ottanta: quelli del riflusso, della televisione commerciale, del pentapartito, del crollo delle ideologie mondiali. Ma anche quelli, forse gli ultimi, che hanno vissuto l’adolescenza come un periodo magico e pieno di possibilità, con l’idea di potercela fare, contando solo sulle proprie forze.
L’AUTORE Giovanni Floris è nato a Roma nel 1967. Giornalista, è stato corrispondente Rai dagli Usa. Ha pubblicato numerosi saggi tra cui Mal di merito. L’epidemia di raccomandazioni che paralizza l’Italia (2007), La fabbrica degli ignoranti. La disfatta della scuola italiana (2008) e Decapitati. Perchè abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo (2011). Dal 2002 è autore e conduttore di “Ballarò”. Con Feltrinelli ha pubblicato Il confine di Bonetti (2014), il suo primo romanzo.

mercoledì 9 aprile 2014

Raffaele Morelli. Per prima cosa, non metterti a dieta…Poi inizia a cambiare atteggiamento mentale.

PENSA MAGRO
di Raffaele Morelli
ebook euro: 9,99
“Per prima cosa, non metterti a dieta: il dovere è nemico di chi vuole dimagrire. Poi inizia a cambiare atteggiamento mentale. Comincia ad accettarti come sei, l’autocritica è tra le cause principali del sovrappeso. Svuota la testa dai troppi pensieri, l’accumulo di “peso mentale” frena anche il metabolismo. E impara a stare nel presente, chi è dominato dai ricordi e dai progetti ingrassa senza accorgersene…”
Pensa magro è il metodo pratico per dimagrire senza mettersi a dieta. Un approccio rivoluzionario che Raffaele Morelli ha esposto la prima volta nel bestseller Dimagrire senza dieta e che in questo nuovo libro trova la sua applicazione più concreta. Passo dopo passo, mossa mentale dopo mossa mentale, lo psichiatra di Riza ci mostra gli errori psicologici che ci fanno ingrassare più di quelli alimentari, e anche le parole “giuste” che ci aiutano a dimagrire.
Ogni capitolo è accompagnato da casi reali, dalle frasi-chiave da ripetersi e dagli esercizi mentali da praticare. Fino a scoprire che dimagrire è più semplice di quanto immagini, se impari a pensare magro.
L’AUTORE Raffaele Morelli è medico, psichiatra e psicoterapeuta.
È presidente dell’Istituto Riza e dirige la rivista “Riza Psicosomatica”. Per Mondadori ha pubblicato Ciascuno è perfetto (2004), Come essere felici (2005), Non siamo nati per soffrire (2005), Come amare ed essere amati (2006), Le piccole cose che cambiano la vita (2006), Come trovare l’armonia in se stessi (2007), Ama e non pensare (2007), Il sesso è amore (2008), La felicità è dentro di te (2009), Puoi fidarti di te (2009), L’unica cosa che conta (2010), La felicità è qui (con Luciano Falsiroli, 2011), Dimagrire senza dieta (2011), Guarire senza medicine (2012) e Lezioni di autostima (2013), Il talento (2013) e Il segreto dell’amore felice (2013).

martedì 8 aprile 2014

A tre anni dalla sua scomparsa, Steve Jobs continua a essere studiato in tutte le business school come un modello unico di creatività, tecnologia e bellezza…

STEVE JOBS. LEZIONI DI LEADERSHIP
di Walter Isaacson
ebook euro: 6,99
«Una volta chiesi a Steve Jobs quale riteneva fosse la sua creazione più importante. Ero convinto mi rispondesse l’iPad o il Macintosh, invece disse la Apple. Fondare un’industria che durasse nel tempo, spiegò, era più difficile e più importante che fare un bel prodotto.» A tre anni dalla sua scomparsa, Steve Jobs continua a essere studiato in tutte le business school come un modello unico di creatività, capace di coniugare in modo innovativo tecnologia e bellezza, strategia economica e fantasia. Imprenditore geniale, ma anche uomo dal carisma spietato, di lui spesso si sono messi in luce gli aspetti più ruvidi della personalità, senza considerare che questi erano parte integrante del modo in cui ha portato la sua azienda a raggiungere traguardi straordinari. Con la Apple, Jobs è riuscito a creare prodotti vincenti e a sviluppare nuove occasioni di business, rivoluzionando in pochi anni differenti settori, dall’informatica alla telefonia, dall’editoria alla musica. E questo grazie alla propria inventiva e alla determinazione con cui ha guidato la sua squadra. Partendo dai colloqui che hanno ispirato la biografia best-seller del creatore della Apple, Walter Isaacson torna a parlarci di lui, in un testo inedito che riassume le regole e i segreti dell’eccezionale successo del geniale imprenditore che ha rivoluzionato in pochi anni il mondo dell¿economia e del business.Una guida pratica e brillante, che svela i segreti del successo della massima icona dell’inventiva del ventunesimo secolo e la chiave per imitarlo.
L’AUTORE Walter Isaacson è stato caporedattore della rivista «Time», amministratore delegato e presidente della Cnn. Attualmente è presidente dell’Aspen Institute.Ha scritto, oltre a Steve Jobs (Mondadori 2011) e Einstein (Mondadori 2008), le biografie di Henry Kissinger e Benjamin Franklin.

lunedì 7 aprile 2014

Una splendida storia di vita e di …tennis

ZUGA. IL RISCATTO DI UN ULTIMO
di Tonino Zugarelli e Lia Del Fabro
euro: 12,75
Nella Roma del dopoguerra, un ragazzino varca quasi per caso i confini della borgata pasoliniana in cui è cresciuto tra scazzottate e partite di pallone e inizia a frequentare i circoli sportivi di Roma nord, dove racimola qualche soldo come raccattapalle. La sua è una di quelle straordinarie storie di vita, in cui lo sport diventa lo strumento per cambiare il destino. E in questo caso lo sport è il tennis, che negli anni Settanta stava molto rapidamente scalando posizioni sulla ribalta mediatica, grazie soprattutto alle imprese della Nazionale italiana culminate nella vittoria finale di coppa Davis del 1976, in Cile. Di quella Nazionale il quarto moschettiere, dopo Panatta, Barazzutti e Bertolucci, quello bello e tenebroso, era lui, Tonino Zugarelli detto “Zuga”. Zuga si racconta ora per la prima volta, non solo offrendo, dopo un silenzio di quarant’anni, il suo punto di vista su quella mitica stagione sportiva, ma anche disegnando la complicata parabola di una vita costellata di difficoltà e delusioni, che però non gli hanno impedito di rialzarsi e continuare per la sua strada. Un libro che per un’intera generazione ha il sapere agrodolce dei ricordi d’adolescenza, e che tratteggia, sullo sfondo dell’autoritratto schietto e coinvolgente dell’uomo e del tennista, un’Italia e uno sport che oggi sembrano, nel bene e nel male, lontani anni luce.
GLI AUTORI
Tonino Zugarelli Nato a Roma nel 1950, ha legato la propria fama sportiva soprattutto alla sua costante presenza nella squadra della Nazionale italiana di tennis che si aggiudicò la Coppa Davis nel 1976: conquista a cui diede un fondamentale contributo quando fu schierato come singolarista a fianco di Adriano Panatta nella vittoriosa trasferta sull’erba di Wimbledon contro l’Inghilterra. Nel 1977, anno in cui raggiunse la diciannovesima posizione nel ranking mondiale, sfiorò la vittoria degli Internazionali d’Italia, per poi essere sconfitto in finale da Vitas Gerulaitis. Oggi vive nella campagna romana e continua a insegnare tennis.
Lia Del Fabro Nata a Treviso, laureata in Economia a Pavia, dopo aver lavorato in numerose aziende nel settore dei rapporti internazionali, dal 2008 ha collaborato con la Soprintendenza per il Polo museale romano per l’organizzazione di eventi d’arte. Attualmente vive a Roma e lavora come giornalista pubblicista freelance

venerdì 4 aprile 2014

Mario Giordano. Da quando è entrata in vigore, la moneta unica non ha fatto che disastri: ci ha resi tutti più poveri…

NON VALE UNA LIRA
di Mario Giordano
EBOOK EURO: 9,99
Bisogna uscire dall’euro. Subito. Da quando è entrata in vigore, la moneta unica non ha fatto che disastri: ci ha resi tutti più poveri, ha accresciuto le differenze tra i Paesi e ha trascinato nel suo fallimento il sogno europeo dei nostri padri. Oggi l’Europa è soltanto un mostro burocratico e antidemocratico, sempre più lontano dai cittadini e dai loro bisogni, che ci opprime con la sua tirannia fiscale e con una quantità di normative astruse. È l’Europa dei diktat e delle troike, che impone agli altri severità e concede a sé ogni beneficio, l’Europa che taglia le pensioni ai cittadini e le aumenta ai suoi burocrati, che chiede sacrifici a tutti, ma poi fa vivere i suoi 766 parlamentari nel lusso, spendendo 2 milioni e mezzo di euro in rinfreschi e 4 milioni per rinnovare il centro fitness interno al Parlamento di Bruxelles. È l’Europa che non riesce a risolvere l’annoso problema della seconda sede di Strasburgo: un palazzo da 500 milioni che resta chiuso 317 giorni l¿anno e che moltiplica i costi di funzionamento, costringendo ogni mese i deputati a gigantesche transumanze con un’enorme massa di documenti al seguito. È l’Europa che mantiene 139 sedi sparse in tutto il mondo e 5366 addetti, di cui 33 alle isole Figi, 37 alle Mauritius e 44 ai Caraibi, dove l¿attività più impegnativa è una corsa di macchinine elettriche. Costo totale, 524 milioni di euro. È l’Europa delle leggi assurde, delle 60 pagine di rapporto tecnico sul Wc (due anni di studio, 90.000 euro di spesa) per stabilire la formula dello sciacquone perfetto, l’Europa che si preoccupa del passaporto dei furetti croati, della peluria del cavolfiore (dev’essere «leggerissima»), della lunghezza delle banane e della curvatura dei cetrioli, l’Europa che scrive 22 pagine di regolamento per specificare che «il serbatoio dell’acqua calda è quello che contiene acqua calda». Ed è l’Europa che elargisce soldi per finanziare qualsiasi follia, dall’utilizzo degli insetti in cucina alla compagnia che fa musica con sassofoni e rutti al programma per incentivare la connessione emotiva dei contadini tirolesi al loro paesaggio, dal dialogo fra estoni e lituani sul fondamentale tema delle marionette alla missione dei ballerini belgi che vanno a insegnare danza agli africani (che è un po¿ come insegnare agli esquimesi a cacciare le foche), per non parlare dei corsi in cui si spiega a cosa serve l’Ue. Un’Europa che a noi italiani costa 174 euro al secondo, cioè 10.464 euro al minuto, cioè 627.853 euro l’ora, cioè 15 milioni al giorno, cioè 5,5 miliardi l’anno. Per darci in cambio che cosa? Nulla. Da quando c’è la moneta unica abbiamo meno soldi in tasca, meno libertà nella vita, meno speranze nel cuore. Mario Giordano dimostra, numeri alla mano, che la scelta di entrare nell’euro è stata per il nostro paese un vero e proprio autogol, come avverte ogni giorno sulla propria pelle un sempre maggior numero di italiani e come sostengono da tempo molti economisti e sei premi Nobel. Anche loro certi che dall’euro si debba uscire. E subito.
L’AUTORE Mario Giordano (1966) è direttore di Tgcom24, l”all news di Mediaset”. Si occupa di sprechi e costi della politica fin da quando andava in giro in bicicletta ai tempi del «Pinocchio» di Gad Lerner. Con Mondadori ha pubblicato: Silenzio, si ruba, Chi comanda davvero in Italia, Waterloo! Il disastro italiano, L’Unione fa la truffa, Attenti ai buoni, Siamo fritti, Senti chi parla, 5 in condotta, Sanguisughe e Spudorati. Ha una moglie assai paziente e quattro figli che hanno vivacemente contestato il titolo del libro: «Come fai a scrivere Tutti a casa! se tu, a casa, non ci sei mai?».

giovedì 3 aprile 2014

Questo fachiro dai tratti inconsapevolmente napoletani è uno dei figli di puttana piú simpatici che vi capiterà di conoscere

L’INCREDIBILE VIAGGIO DEL FACHIRO CHE RESTO’ CHIUSO IN UN ARMADIO IKEA
di Romain Puértolas
EBOOK EURO: 9,99
«Il racconto esilarante di una serie di naufragi anomali. Questo fachiro dai tratti inconsapevolmente napoletani è uno dei figli di puttana piú simpatici che vi capiterà di conoscere».
Ajatashatru Lavash Patel, un indiano di professione fachiro che vive di espedienti e trucchi da quattro soldi, si sveglia un mattino e decide che è giunto il momento di comprare un nuovo letto di chiodi. Apre il giornale e trova una promozione davvero vantaggiosa: un letto di chiodi (ben 15 000 per l’esattezza) in offerta a 99,99 euro. Un prezzo incredibilmente conveniente, specie se si ha l’intenzione di pagarlo con una banconota falsa. Il mobile è firmato Ikea e si trova soltanto nei punti vendita di Parigi. Ajatashatru si agghinda per l’occasione indossando uno sgargiante abito di seta lucida (con cravatta), mette il suo turbante migliore e parte con destinazione Parigi – Charles de Gaulle. All'aeroporto sale su un taxi guidato dallo scaltro gitano Gustave che tenta di truffarlo, per restare però a sua volta truffato, e arriva all’Ikea. Incantato dalla sapienza espositiva del megastore svedese, e dalla magia infinita delle sue porte scorrevoli, Ajatashatru decide di prendersela comoda e trascorrere la notte a curiosare, ma l’arrivo di una squadra di commessi lo costringe a nascondersi dentro un armadio. Peccato che al mattino proprio quell'armadio debba essere imballato e spedito in Inghilterra. Per il candido fachiro è l’inizio di un’avventura fatta di incontri surreali – dalla bellissima attrice Sophie Marciò al saggio clandestino Wiraj -, inseguimenti, fughe e inimmaginabili peripezie che lo porteranno in giro per l’Europa e il Nord Africa cambiando per sempre il suo sguardo sul mondo. Una storia frizzante e divertente che è insieme lo specchio di una dura realtà: la lotta quotidiana dei sans-papiers in cammino verso un mondo migliore. Una combinazione impossibile? No, non per una favola (con morale) dei nostri tempi, che ci ricorda di cosa sia capace, per fortuna, il cuore umano.
L’AUTORE Romain Puértolas, di origini francoispaniche, è nato nel 1975 a Montpellier. Ha vissuto in Spagna e in Inghilterra, lavorando come dj, insegnante di lingue, traduttore, assistente di volo, illusionista. Si è battuto come attivista per i diritti degli immigrati e, prima di dedicarsi esclusivamente alla scrittura, ha lavorato come analista per la polizia di frontiera. L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea (Einaudi 2014) è il suo primo romanzo, è in testa a tutte le classifiche francesi da mesi – 300 000 copie vendute – e si prepara ora a conquistare 36 paesi.

mercoledì 2 aprile 2014

Il paragone per Silvio Berlusconi, quello più efficace è forse con Al Capone…

INDAGINE SUL VENTENNIO
di Enrico Deaglio
ebook euro: 9,99
“Indagine sul Ventennio”: Deaglio svela il pasticciaccio brutto di Silvio Berlusconi
Romano Prodi, Roberto Saviano, Adriano Sofri: sono solo alcuni degli intervistati che aiutano il giornalista a indagare su “un delitto”: l’Italia degli anni del Cavaliere. L’ex premier: “Non pensavo che la società civile fosse così debole”. Così siamo diventati il Paese “con una corruzione altissima e i salari peggiori d’Europa”
Non c’è stato un piazzale Loreto come alla fine di quell’altro ventennio. E nemmeno una rivolta dei suoi scherani come profetizzato da Nanni Moretti nel finale del Caimano. Se proprio si vuole trovare un paragone per Silvio Berlusconi, quello più efficace è forse con Al Capone: entrambi battuti per frode fiscale. Il gangster finì i suoi giorni in gattabuia, il nostro è stato per ora espulso dal Senato e a giorni saprà se dovrà scontare la sua condanna ai domiciliari o ai servizi sociali.
di Valeria Gandus www.ilfattoquotidiano.it
“Stiamo parlando di un delitto, o perlomeno di un pasticciaccio brutto. Questa è l’impostazione dell’Indagine. Se invece altri pensano che il Ventennio sia stato buono, che abbia portato freschezza, novità e liberalismo, devo avvertirli che questo libro non fa per loro.”
Se avevo avuto una percezione abbastanza chiara del probabile successo di Berlusconi, non ne avevo però immaginato una durata così lunga.” Parola di Romano Prodi, nell’intervista inedita contenuta in questo libro. E invece Berlusconi è durato (almeno) per un ventennio. Abbastanza per una vita intera, abbastanza per cambiare un paese, abbastanza per non ricordare più bene come eravamo prima. Cos’è stata l’Italia degli ultimi vent’anni? Un regime parafascista? Un paese della cuccagna che si è svegliato rovinosamente? Un grande reality show, dove ha vinto chi la sparava più grossa? Una finta repubblica, dove il potere vero era in mano a cricche e mafie (se non alla mafia vera e propria)? Tutte domande legittime, che è il momento di porsi e che, forse, possono persino trovare qualche risposta, ancorché provvisoria. Enrico Deaglio, che è stato uno dei migliori giornalisti italiani lungo tutto il Ventennio, segue l’evoluzione degli scenari politici, tratteggia le storie personali degli eroi e dei miracolati, racconta i retroscena di cui all’epoca non sapevamo nulla, presta attenzione alle nuove parole che hanno popolato il chiacchiericcio quotidiano, affronta senza paura le zone più controverse e male illuminate del Ventennio: dalle ragioni e gli antefatti della discesa in campo alla mirabolante apoteosi della “gnocca”, dal sottovalutato razzismo leghista all’incomprensibile subalternità della sinistra, fino a un rapporto riservatissimo inviato dalla Dia alla vigilia delle elezioni del 1994. A fare da sfondo alla sua ricostruzione, numerose interviste, esclusive e inedite, a protagonisti e osservatori d’eccezione.
L’AUTORE Enrico Deaglio, nato a Torino nel 1947, giornalista, conduttore televisivo e scrittore, ha diretto i quotidiani “Lotta Continua” e “Reporter”, e il settimanale “Diario della settimana”. Tra le sue opere ricordiamo: Cinque storie quasi vere (Sellerio, 1989), La banalità del bene (Feltrinelli, 1991), Il figlio della professoressa Colomba (Sellerio, 1992), Raccolto rosso. La mafia, l’Italia (Feltrinelli, 1993), Besame mucho (Feltrinelli, 1995), Bella ciao (Feltrinelli, 1996), Patria. 1978-2008 (il Saggiatore, 2009), Il raccolto rosso 1982-2010. Cronaca di una guerra di mafia e delle sue tristissime conseguenze (il Saggiatore, 2010), il romanzo Zita (il Saggiatore, 2011), Il vile agguato (Feltrinelli, 2012), La felicità in America (Feltrinelli, 2013), Indagine sul ventennio (Feltrinelli, 2014).

martedì 1 aprile 2014

M. Antonietta Calabrò. “Finanza e politica tra Ior, Banco ambrosiano, Cosa nostra. La storia continua…”

LE MANI DELLA MAFIA
di M. Antonietta Calabrò
ebook euro: 9,99
“Finanza e politica tra Ior, Banco ambrosiano, Cosa nostra. La storia continua…”
Trent’anni di silenzi, mancate rogatorie, ricatti e scandali, da Roberto Calvi fino a Vatileaks, in un triangolo perverso tra banche, Vaticano e mafia. Ma la storia non è finita, ora i giochi si fanno più duri. Prima di trasformare lo Ior in un’istituzione benefica da banca d’affari (sporchi) qual era, i soldi che vi sono custoditi devono uscire ed essere ripuliti. La rivoluzione di Bergoglio è solo all’inizio e incontrerà molti ostacoli.
L’AUTRICE Maria Antonietta Calabrò, giornalista del “Corriere della Sera”, si occupa da anni di Vaticano, politica ed economia. Nel settembre del 2012 è stata coautrice de I SEGRETI DEL VATICANO sul caso del Corvo e su Vatileaks, un instant book pubblicato dal “Corriere della Sera” in occasione dell’inizio del processo contro il maggiordomo Paolo Gabriele.