MAI STATI MEGLIO
Guarire da ogni malanno con la Storia
di Lia Celi e Andrea Santangelo
ebook euro: 7,99
Guarire da ogni malanno con la Storia
di Lia Celi e Andrea Santangelo
ebook euro: 7,99
Addio ansiolitici, antidepressivi e fiori di Bach, bye bye strizzacervelli e guru motivazionali: il rimedio più efficace ed economico per i disturbi che tormentano corpo e anima dell’uomo moderno si chiama Storia. Basta scorrere i secoli passati per capire che, a dispetto di quel che vuol farci credere un’informazione chiassosa e piagnona, stiamo vivendo uno dei momenti più positivi, confortevoli e ricchi di opportunità dall’apparizione dell’uomo sulla Terra: rendersene conto significa sentirsi già meglio. Questo libro insegna a usare la Storia come un armadietto dei medicinali a costo zero e a effetto rapido per fronteggiare e ridimensionare i malanni più vari, dall’emicrania all’eterno mal di fegato a certe disfunzioni intime, e ritrovare la gioia di vivere nel presente. Quindi, bando al pessimismo: ringraziamo la nostra fortuna sfacciata e rimbocchiamoci le maniche perché in un futuro molto prossimo tutti gli abitanti della Terra possano dire, come noi oggi: «non siamo mai stati meglio».
«Una volta le membra dell’uomo, vedendo che l’apparato digerente non faceva nulla, si accordarono perché le mani smettessero di portare cibo alla bocca, la bocca lo rifiutasse e i denti non lo masticassero. Ma nel tentativo di sopraffare lo stomaco, erano loro stessi a perdere le forze, e tutto il corpo andava in malora». Sono passati 25 secoli, ma la metafora di Menenio Agrippa riportata da Tito Livio regge alla grande: apparato digerente uguale classe dirigente, ieri i patrizi, oggi i politici. L’apologo vale anche all’inverso: se lo Stato è un corpaccione con mani e bocca che si affaccendano quotidianamente a procurare e introdurre nutrimento nello stomaco, ognuno di noi è una piccola “res publica” sostenuta dall’efficienza dei suoi organi e dalla loro capacità di lavorare insieme – e una buona costituzione è una premessa di salute, non una garanzia.
Si direbbe che a noi italiani, diretti discendenti del pubblico di Menenio, la corrispondenza fra visceri e politica sia rimasta conficcata nell’inconscio. E nel lessico del Palazzo: chi accetta malvolentieri le direttive del suo partito ha il “mal di pancia”. Di un leader che si rivolge al pubblico enunciando concetti pedestri e retrogradi a voce molto alta si dice che parla “alla pancia dell’elettorato”, anziché al suo cervello, anche se quello degli italiani, per citare il più influente uomo politico a cavallo del secolo, «è quello di un bambino di undici anni nemmeno tanto sveglio». Nell’ultimo ventennio la povera pancia dell’elettorato è stata così bersagliata di promesse contraddittorie che se fosse stata l’orecchio sarebbe diventata sorda. E anche le pance dei singoli elettori non se la sono passata tanto bene: dagli Anni 90 le statistiche registrano un vistoso aumento delle malattie degli organi digerenti.
Nello stesso periodo inchieste giudiziarie e giornalistiche hanno diagnosticato senza pietà le patologie croniche dell’apparato dirigente statale, dalla corruzione al voto di scambio, dall’abuso di potere alla più sconcertante e incorreggibile inefficienza. Semplice combinazione o ennesima riprova della validità dell’analogia menenio-agrippiana? In qualunque altro paese si potrebbe addebitare l’incremento di ulcere, gastriti e mal di fegato soltanto all’alcol e al cibo spazzatura, ma in Italia, il paese dove la qualità della politica sembra inversamente proporzionale a quella della cucina, a rovinare stomaco e intestino negli adulti, più che l’abuso di junk food, è quello di junk politics.
Si direbbe che a noi italiani, diretti discendenti del pubblico di Menenio, la corrispondenza fra visceri e politica sia rimasta conficcata nell’inconscio. E nel lessico del Palazzo: chi accetta malvolentieri le direttive del suo partito ha il “mal di pancia”. Di un leader che si rivolge al pubblico enunciando concetti pedestri e retrogradi a voce molto alta si dice che parla “alla pancia dell’elettorato”, anziché al suo cervello, anche se quello degli italiani, per citare il più influente uomo politico a cavallo del secolo, «è quello di un bambino di undici anni nemmeno tanto sveglio». Nell’ultimo ventennio la povera pancia dell’elettorato è stata così bersagliata di promesse contraddittorie che se fosse stata l’orecchio sarebbe diventata sorda. E anche le pance dei singoli elettori non se la sono passata tanto bene: dagli Anni 90 le statistiche registrano un vistoso aumento delle malattie degli organi digerenti.
Nello stesso periodo inchieste giudiziarie e giornalistiche hanno diagnosticato senza pietà le patologie croniche dell’apparato dirigente statale, dalla corruzione al voto di scambio, dall’abuso di potere alla più sconcertante e incorreggibile inefficienza. Semplice combinazione o ennesima riprova della validità dell’analogia menenio-agrippiana? In qualunque altro paese si potrebbe addebitare l’incremento di ulcere, gastriti e mal di fegato soltanto all’alcol e al cibo spazzatura, ma in Italia, il paese dove la qualità della politica sembra inversamente proporzionale a quella della cucina, a rovinare stomaco e intestino negli adulti, più che l’abuso di junk food, è quello di junk politics.
GLI AUTORI
Lia Celi ha tradito la laurea in Lettere classiche per il giornalismo satirico e la scrittura umoristica. Blogger e autrice per radio e televisione, ha scritto per “Cuore”, “Smemoranda”, “Specchio”, “il Fatto Quotidiano” e “Lettera43″, oltre a essersi cimentata nella conduzione televisiva (Celi, mio marito!, Rai3). Tra i suoi libri più recenti, Piccole donne rompono (Rizzoli, 2010) e Corso di sopravvivenza per consumisti in crisi (Laterza, 2012).
Lia Celi ha tradito la laurea in Lettere classiche per il giornalismo satirico e la scrittura umoristica. Blogger e autrice per radio e televisione, ha scritto per “Cuore”, “Smemoranda”, “Specchio”, “il Fatto Quotidiano” e “Lettera43″, oltre a essersi cimentata nella conduzione televisiva (Celi, mio marito!, Rai3). Tra i suoi libri più recenti, Piccole donne rompono (Rizzoli, 2010) e Corso di sopravvivenza per consumisti in crisi (Laterza, 2012).
Andrea Santangelo, laureato in Storia antica, ha lavorato come archeologo, editor e direttore editoriale per case editrici specializzate. Appassionato di storia militare, in questo campo ha al suo attivo una decina di monografie e centinaia di articoli. Tra le sue ultime pubblicazioni: Operazione Compass. La Caporetto del deserto (Salerno, 2012), Facciamo l’Italia (Palabanda Edizioni, 2013).
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