Da Mussolini a Renzi. Passando per Lauro, Craxi, Berlusconi. Ma anche per il Movimento 5 Stelle di Grillo e la Lega. Il populismo, ossia la capacità, scrive lo storico Nicola Tranfaglia in questo saggio, di coinvolgere le masse «dicendo loro esattamente quello che vogliono sentirsi dire», è una costante nella storia d’Italia. Un elemento significativo del ritorno dei populismi di fronte alle crisi determinate dai problemi economici e alle difficoltà dei regimi democratici è costituito, per l’autore, dalla frammentazione della società, dall’influenza dei grandi mezzi di comunicazione e dalle divisioni etniche o religiose che caratterizzano il mondo contemporaneo. Tranfaglia ripercorre non solo il dibattito teorico sul populismo e le definizioni che nel corso di oltre un secolo sono state date al fenomeno, ma cerca di leggerne i «germi» nella vicenda politica del Paese. In quella passata (con il fascismo) e in quella recente, in cui il populismo è ritornato al potere assumendo la veste di un partito-azienda. Ma il declino di Berlusconi non per questo ha tagliato l’erba sotto i piedi al populismo. Anzi, la crisi dei partiti politici e il leaderismo esasperato rendono il rischio dell’«uomo forte» più reale che mai.
AUTORE Nicola Tranfaglia è professore emerito all’Università di Torino, dove ha insegnato Storia dell’Europa, Storia del giornalismo e Storia della Mafia. Deputato nella XV legislatura, è stato consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Affare Mitrokhin. Ha collaborato con «La Stampa» e «l’Unità». Tra i suoi scritti: Vent’anni con Berlusconi (2009), Populismo autoritario (2010), Il fascismo e le guerre mondiali (2011), La mafia come metodo (2012) e, nel 2014, Breve storia dell’Italia unita (1848-2013).
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