«Perché chi ha mostrato costantemente ottime capacità di giudizio nella gestione di un’azienda non è quasi mai in grado di dare buoni consigli sulla gestione del paese?»
Molti sono convinti che un bravo manager o imprenditore, in virtù dei successi ottenuti dalle sue aziende, sia automaticamente un attendibile consigliere economico o addirittura un ottimo politico a cui affidare senza indugio le sorti di una nazione. È una falsità che continuamente si alimenta nonostante la storia recente in tutto il mondo, Italia compresa, ne abbia mostrato l’inconsistenza. Con lo stile brillante e la logica serrata che hanno fatto di lui uno dei pochi economisti letti e apprezzati dal grande pubblico, Paul Krugman smonta questo grande mito contemporaneo, dimostrando con esempi pratici e decisivi le enormi differenze tra il mondo aperto e aggressivo delle strategie imprenditoriali e quello chiuso delle grandi politiche nazionali. In un periodo in cui la fiducia negli economisti, nelle loro analisi e nelle loro previsioni, sembra calare drasticamente, Paul Krugman ripercorre la lezione di John Maynard Keynes e rivendica con forza la dignità di una disciplina tecnica e difficile, ancora in grado di offrire risposte convincenti per interpretare e migliorare il mondo.
AUTORE Paul Krugman (Long Island, 1953) è un economista di fama mondiale. Docente al MIT e a Princeton, dal 1999 collabora con il «New York Times». Con Garzanti ha pubblicato Il silenzio dell’economia (1991), L’incanto del benessere (1995), Geografia e commercio internazionale (1995), Economisti per caso (2000), Il ritorno dell’economia della depressione e la crisi del 2008 (n.e. agg. 2009), Meno tasse per tutti? (2001), Fuori da questa crisi, adesso! (2012) giunto alla sesta edizione. Nel 2008 ha vinto il Premio Nobel per l’Economia.
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