venerdì 27 febbraio 2015

LE DONNE HANNO UNA MARCIA IN PIÙ, È UN LUOGO COMUNE. QUELLE CHE CE LA FANNO NELLA VITA NE HANNO DUE DI MARCE IN PIÙ. MARIA LATELLA DA' MODO DI RACCONTARSI A MOLTE DONNE CHE SI SONO REALIZZATE NELLA LORO VITA PROFESSIONALE. LA CORTELLESI LA BARBARA BERLUSCONI LA MINISTRO MADIA LA BOSCHI LA BOLDRINI E ALTRE. QUESTI SONO GLI ESEMPI CHE HA SCELTO, MA IL SUO LAVORO È DEDICATO A TUTTE QUELLE DONNE CHE PUR NON ESSENDO FAMOSE SONO RIUSCITE A VINCERE LA LORO BATTAGLIA PROFESSIONALE IN UN MONDO COSTRUITO DEGLI UOMINI PER GLI UOMINI. MOLTE DI LORO RIESCONO A RAGGIUNGERE I LORO OBIETTIVI E NELLO STESSO TEMPO GOVERNANO LA CASA I FIGLI E SPESSO UN MARITO O UN COMPAGNO. L'AUTRICE DEDICA UNO SPAZIO A QUEGLI UOMINI CHE NON RIESCONO A FARSI SCEGLIERE DALLE DONNE CHE DESIDERANO E PER TUTTA RISPOSTA INVECE DI ACCETTARE IL RESPONSO DEL TUTTO NATURALE DENIGRANO CHE LI HA RIFIUTATI. QUESTO È L'UNICO APPUNTO CHE SI PUÒ FARE AL RACCONTO DELLA GIORNALISTA, PERCHÉ QUELLI NON SI CHIAMANO UOMINI, MA OMINICCHI O PIÙ SEMPLICEMENTE FEMMINELLE. MASSIMO DE MURO

IL POTERE DELLE DONNE
Confessioni e consigli delle ragazze di successo
di Maria Latella
Feltrinelli Editore
ebook euro: 12,99
A quante di voi è capitato di essere corteggiate da un collega (o da un capo) che proprio non vi piaceva? È successo anche a Fernanda Contri, famosa avvocato, poi giudice della Corte Costituzionale, che in questo libro spiega il brillante sistema con cui mise al suo posto l’improvvido. “Da allora andò in giro dicendo che ero una donna molto spiritosa.” Capita a tutte di rimanerci male perché hanno promosso un altro. È successo perfino alla presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, quand’era ancora una giovane dirigente di Banca d’Italia. In questo libro vi racconta come ha fatto in modo che non succedesse una seconda volta. Capita a tante donne di tornare a casa, la sera, e di vedere soltanto un attimo i bambini perché è tardi e devono andare a letto. I sensi di colpa, poi, rosicchiano il cuore. Succede anche a giovani madri privilegiate come Barbara Berlusconi o la ministra Marianna Madia. In questo libro condividono la lista dei dilemmi che pesa quando si combatte per tenere insieme famiglia e lavoro. Maria Latella accompagna le tappe comuni alla vita di tutti, dal tempo della scuola all’ingresso nel mondo del lavoro, dalle sconfitte alle grandi gioie, attraverso le confessioni esclusive di donne che ce l’hanno fatta. Si raccontano, tra le altre, l’attrice Paola Cortellesi e l’avvocato più richiesto dai potenti d’Italia, Paola Severino, la ministra della Difesa Roberta Pinotti e la presidente della Camera Laura Boldrini, la magistrata Lucia Aielli minacciata dalla camorra e la stilista Frida Giannini. Donne Alfa, si dice oggi. “Da ciascuna di loro ho imparato un trucco per vivere meglio,” scrive l’autrice. In fondo, è lo scopo di questo libro, scritto da una giornalista che da anni segue con attenzione sia le giovani donne che stanno per entrare o sono appena entrate nel mondo del lavoro, sia le loro madri o sorelle maggiori (e i loro padri e fratelli). Chiunque sia curioso e interessato a cambiare qualcosa, a cominciare da se stesso.
AUTRICE Maria Latella è giornalista di carta stampata e tv. È stata inviata per la politica al “Corriere della Sera” e ha diretto per sette anni il settimanale “A”. Editorialista e blogger del “Messaggero”, da dieci anni è autrice e conduttrice di trasmissioni su Skytg24, da ultimo il programma domenicale “L’intervista”. Ha scritto vari libri, tra cui Tendenza Veronica (2004) e Come si conquista un paese (2009). Tra i suoi interessi, la formazione (è membro del board Samsung education) e l’affermazione delle donne nel mondo del lavoro. Nel 2013 è stata premiata come giornalista dell’anno dalla Fondazione Bellisario. Per Feltrinelli ha pubblicato Il potere delle donne (2015).

giovedì 26 febbraio 2015

ANTONIO DI BELLA PROPONE UN NUOVO MODO DI FARE TURISMO. L'ABITUDINE DI VIAGGIO PIÙ COMUNE È IL SOLITO TOUR PER I MUSEI ED I LUOGHI DI INTERESSE STORICO. A QUESTO SI È AGGIUNTO PER I PIÙ ROMANTICI IL VIAGGIO NEI LUOGHI DELLA PROPRIA MEMORIA, O MEGLIO, TORNARE NEI POSTI DOVE SI ERA STATI FELICI CON L'AMORE CHE È APPENA FINITO. DI BELLA CON QUESTO SUO ULTIMO LAVORO INDICA I LUOGHI CHE SONO DIVENTATI CONOSCIUTI PER I FATTI DI CRONACA. È UN TIPO DI VACANZA O UN MODO DI VISITARE LE CITTÀ CHE PUÒ ANCHE SEMBRARE MACABRO, VISTO CHE I LUOGHI DESCRITTI SONO QUELLI DOVE SI SONO VISSUTI ATTENTATI TERRORISTICI E SIMILI. MA, SPIEGA IL GIORNALISTA, LA TENDENZA OGGI È QUESTA, ANDARE A FOTOGRAFARE E VISITARE QUEI POSTI CHE SI SONO VISTI PER GIORNI INTERI NEI TELEGIORNALI. IN QUESTO CASO, IL LIBRO ILLUSTRA PARIGI, E SVELA ANCHE GLI INDIRIZZI DI PERSONAGGI FAMOSI E I LUOGHI CHE QUESTI FREQUENTANO O DOVE SI POSSONO INCONTRARE. SONO PROPRIO CAMBIATI I TEMPI, NELLA MEMORIA COMUNE PARIGI ERA UNA PANCHINA SULLA SENNA O LE PASSEGGIATE SU CHAMPS-ÉLYSÉES O UN CAFFÈ NEL QUARTIERE DI MONTMARTRE. OGGI SI VA AL NUMERO 10 DI RUE NICOLAS APPERT, IN CUI PER ANNI SI SONO RIUNITI I VIGNETTISTI DI "CHARLIE HEBDO" O NEL NEGOZIO KOSHER PRESO D'ASSALTO DA UN TERRORISTA. SARÀ ROMANTICO ANCHE COSÌ... MASSIMO DE MURO

JE SUIS PARIS
di Antonio Di Bella
Mondadori Editore
ebook euro: 8,99
Questo libro era in bozza quando Parigi è stata sconvolta dai fatti del 7 gennaio. La mia intenzione originaria era di mostrare questa città con uno sguardo diverso dal solito, svelando le storie che i suoi edifici e le sue strade potevano raccontare: le vie del lusso e i luoghi delle tensioni sociali, i quartier generali dei protagonisti del dibattito pubblico (dal comico Dieudonné all’economista Piketty), gli indirizzi dei nuovi ricchi e quelli dei vecchi miti. Ho deciso così di aggiungere al libro dei capitoli sui luoghi divenuti tristemente simbolici in quei giorni, scrivere che cosa potrebbero raccontare adesso il numero 10 di rue Nicolas Appert, in cui per anni si sono riuniti i vignettisti di “Charlie Hebdo”; il negozio kosher preso d’assalto da un terrorista, simbolo dei rapporti tra la città e la sua comunità ebraica; o place de la République, sede della manifestazione dell’11 gennaio e di altri grandi eventi collettivi della storia di Francia. Ma lo spirito del volume rimane pressoché immutato: Parigi ha luoghi e storie che vanno oltre gli stereotipi da cartolina, è una città meravigliosa, da conoscere a fondo e visitare. E lo è ancora e soprattutto adesso. Anzi, proprio adesso, contro la logica del terrore, dovremmo riscoprire Parigi sotto una luce nuova e visitarla con rinnovato orgoglio. Antonio Di Bella
AUTORE Antonio Di Bella (Milano, 16 marzo 1956) è capo dell’ufficio di corrispondenza Rai a Parigi. È stato corrispondente Rai a New York, direttore del Tg3 (2001-09) e di Rai3 (2009-10). È sposato e ha un figlio

mercoledì 25 febbraio 2015

SINO A QUANDO SARÀ SOSTENIBILE UN MECCANISMO CHE TI SPINGE A PRODURRE OGNI ANNO UN MATTONE O UNA SCARPA IN PIÙ? SINO A QUANDO SI RIUSCIRÀ PRODURRE E CONSUMARE COME DEI FORSENNATI? NAOMI KLEIN METTE IN DUBBIO IL SISTEMA NEL SUO COMPLESSO, IL PRINCIPIO SU CUI SI BASA L'ECONOMIA FONDATA SUL CAPITALISMO COSÌ COME LO CONOSCIAMO. OFFRE UN PUNTO DI VISTA CHE STA RACCOGLIENDO SEMPRE PIÙ CONSENSI, CHE METTE IN LUCE I PUNTI CRITICI DI TUTTI I SISTEMI PRODUTTIVI. PONE L'ACCENTO ANCHE SULLA NUOVA ECONOMIA, QUELLA CHE NOI CHIAMIAMO GREEN ECONOMY O ECONOMIA ECOLOGICA CHE BASA IL SUO MODELLO SULLA CRESCITA DEL “PIL” MA SENZA TRASCURARE L'IMPATTO AMBIENTALE. NAOMI RITIENE DELETERIA ANCHE QUESTA, PERCHÉ VIVE SULLO STESSO SISTEMA CAPITALISTICO CHE SECONDO IL SUO RAGIONAMENTO È QUELLO CHE STA DISTRUGGENDO IL PIANETA, CREANDO GUERRE FAME MALATTIE ECC... È UN PUNTO DI VISTA, BEN ARTICOLATO MA CHE TRASCURA IL CAPITOLO DEDICATO AL PROGRESSO. LO SVILUPPO DELLA NOSTRA CIVILTÀ, QUELLO CHE CI HA PORTATO ALLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE CHE CI PERMETTONO DI PROSPERARE E MIGLIORARE IL TENORE DI VITA. MA ANCHE QUESTO È SOLO UN PUNTO DI VISTA... MASSIMO DE MURO

UNA RIVOLUZIONE CI SALVERÀ
di Naomi Klein
Rizzoli Editore
euro: 18,70
PERCHÉ IL CAPITALISMO NON È SOSTENIBILE
Dall’autrice di no logo e shock economy, un attacco politico al cuore del capitalismo.
Il capitalismo non è più sostenibile. A meno di cambiamenti radicali nel modo in cui la popolazione mondiale vive, produce e gestisce le proprie attività economiche – con i consumi e le emissioni aumentati vertiginosamente – non c’è modo di evitare il peggio. Cosa fare allora? Il messaggio è dirompente: si è perso talmente tanto tempo nello stallo politico del decidere di non decidere, che se oggi volessimo davvero salvarci dal peggio dovremmo affrontare tagli così significativi alle emissioni da mettere in discussione la logica fondamentale della nostra economia: la crescita del PIL come priorità assoluta. “Non abbiamo intrapreso le azioni necessarie a ridurre le emissioni perché questo sarebbe sostanzialmente in conflitto con il capitalismo deregolamentato, ossia con l’ideologia imperante nel periodo in cui cercavamo di trovare una via d’uscita alla crisi. Siamo bloccati perché le azioni che garantirebbero ottime chance di evitare la catastrofe – e di cui beneficerebbe la stragrande maggioranza delle persone – rappresentano una minaccia estrema per quell’élite che tiene le redini della nostra economia, del nostro sistema politico e di molti dei nostri media.” La via d’uscita che intravede Naomi Klein non è una Green Economy all’acqua di rose, ma una trasformazione radicale del nostro stile di vita. “La buona notizia è che molti di questi cambiamenti non sono affatto catastrofici; al contrario, sono entusiasmanti.”
AUTRICE Naomi Klein nata a Montreal nel 1970, è l’autrice dei due bestseller internazionali No logo e Shock Economy. Collabora con il “Guardian” e il “New York Times”.

martedì 24 febbraio 2015

MAURIZIO LANDINI SI CANDIDA A DIVENTARE IL TSIPRAS ITALIANO. È IL CASO SIGNOR LANDINI? IL LEADER DI SYRIZA HA RACCOLTO I VOTI DEI SUOI CONCITTADINI ORMAI SFIBRATI DALL'AUSTERITY PROMETTENDO LORO LA RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO O IN ALTERNATIVA L'USCITA DALLA MONETA UNICA. AVEVA GARANTITO DI ESSERE IN GRADO DI LIBERARE IL POPOLO GRECO DALLA MORSA DELLA TROICA E ASSICURATO DI ALZARE IL REDDITO MINIMO AD UN LIVELLO ACCETTABILE. COSA È SUCCESSO? HA OTTENUTO UNO SPOSTAMENTO DI QUATTRO MESI PER IL PAGAMENTO SEMESTRALE DEL DEBITO IN CAMBIO DELL'ACCETTAZIONE TOUT COURT DEGLI ACCORDI SOTTOSCRITTI DAI GOVERNI PRECEDENTI E NULLA PIÙ. SENZA CONTARE CHE SIPRAS PER FORMARE IL GOVERNO HA DOVUTO DAR VITA AD UNA COALIZIONE CON L'ESTREMA DESTRA GRECA. È QUESTO TIPO DI OPERAZIONE CHE HA IN MENTE LEI SIGNOR LANDINI? HA GARANTITO DI NON AVER INTENZIONE DI FAR NASCERE UN NUOVO PARTITO, MA DI VOLER DARE VOCE AD UN NUOVO MOVIMENTO, IMBARCANDO MAGARI I RAMI SECCHI COME COFFERATI CIVATI E SIMILI... LA GIOSTRA ELETTORALE TRA POCO SI METTERÀ IN MOTO, E A CERCARE DI AFFERRARE IL CODINO C'È UN CONCORRENTE IN PIÙ. AUGURI SIGNOR LANDINI. MASSIMO DE MURO

FORZA LAVORO
di Maurizio Landini
Feltrinelli Editore
ebook euro: 9,99
“Si parla di una forte politicizzazione del sindacato, e le proposte che nascono da questo confronto nel pieno della crisi-trasformazione dovrebbero essere la base per un programma politico generale. L’obiettivo deve essere che nessun lavoratore, giovane, pensionato si senta o sia lasciato solo, in balia del capitalismo e dei suoi poteri.” È la democrazia, fuori e dentro al sindacato, la chiave per non essere travolti dalla crisi.
Se le diseguaglianze crescono, la recessione non si ferma, i governi traballano e i padroni chiudono, delocalizzano, ricattano, come si fa a restituire al lavoro la centralità che pure la nostra Costituzione proclama nel suo primo articolo? E qual è il ruolo del sindacato in questi nuovi scenari? È vero che la classe operaia non esiste più, che la sua rappresentanza è in crisi, che non ci possiamo più permettere lo stato sociale e le garanzie che abbiamo conosciuto negli scorsi decenni (e che erano state conquistate, appunto, grazie a dure lotte sindacali)? In questo libro, Maurizio Landini, una delle voci più ascoltate, e fuori dal coro, della nostra vita pubblica, affronta i nodi irrisolti della realtà italiana. Partendo dalla crisi, dalla rabbia sociale, dalle condizioni del paese, della gente, dei lavoratori e passando per l’impotenza della politica, la sottovalutazione dei media, le logiche perverse dell’economia finanziaria e globalizzata, Landini tenta di proporre una visione alternativa al pensiero unico liberista. Una visione che passa attraverso diritti da difendere (non solo quello al lavoro, ma anche alla salute, alla scuola e al welfare in generale), precarietà e disoccupazione da combattere anche grazie a un reddito di cittadinanza, ma soprattutto attraverso un investimento massiccio in democrazia, cominciando dal sindacato. “Noi oggi siamo impegnati in primo luogo nella costruzione di un sindacato democratico e nella riunificazione del lavoro.[...] Così a chi periodicamente mi chiede perché non mi impegni di più in politica – o più prosaicamente ‘perché non ti candidi’ – rispondo che la Fiom è già in campo da anni e grazie alle lotte dei metalmeccanici siamo diventati un punto di riferimento anche fuori dal mondo del lavoro: spesso giovani, precari, lavoratori di altre categorie e tanti cittadini ci chiedono ‘come si fa a iscriversi alla Fiom non essendo metalmeccanici’.”
AUTORE Maurizio Landini (1961) è metalmeccanico da una vita e segretario generale della Federazione impiegati operai metallurgici dal 2010. Ha pubblicato il libro-intervista con Giancarlo Feliziani Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo (Bompiani, 2011) e Forza lavoro (Feltrinelli, 2013).

lunedì 23 febbraio 2015

José Saramago. Un romanzo bellissimo e di grande attualità. Le armi, la guerra, l’economia, l’individuo, la politica sono i temi che il Nobel portoghese aveva urgenza di affrontare.

ALABARDE ALABARDE
di José Saramago
euro: 8,50
“Vai a cagare! Così, secondo José Saramago, doveva terminare questo romanzo. La morte gli ha impedito di scrivere la fine ma non ha portato via l’ultimo suo libro, un racconto stupendo e necessario per non lasciarsi spezzare da questi tempi disperati.” Roberto Saviano
Artur Paz Semedo, impiegato di una storica fabbrica d’armi, le Produzioni Bellona S.A., e intenditore di film bellici, viene profondamente colpito da alcune commoventi immagini de L’Espoir, di André Malraux, cui assiste casualmente. La successiva lettura del libro, che pare già provocare un’impercettibile incrinatura nelle sue certezze di amante appassionato delle armi da fuoco, e, poco dopo, il suggerimento della ex moglie Felícia, una pacifista convinta, di investigare negli archivi dell’azienda per scoprire se le Produzioni Bellona S.A. abbiano mai venduto armamenti ai fascisti lo avviano verso un’avventura che purtroppo non sapremo, pur potendolo immaginare da fedeli lettori di José Saramago, fin dove lo avrebbe condotto. Alabarde alabarde prometteva di essere un romanzo bellissimo e di grande attualità. Le armi, la guerra, l’economia, l’individuo, la politica sono i temi che il Nobel portoghese aveva urgenza di affrontare. Trama e personaggi erano strumenti che padroneggiava con magistrale destrezza. Tutto è lì, in queste pagine che ci ha lasciato c’è già tutto, tracciato con impeccabile perfezione, ma incompiuto.
AUTORE José Saramago è nato nel 1922 ad Azinhaga, in Portogallo. Due anni dopo la sua nascita, la famiglia dello scrittore si trasferisce a Lisbona dove il padre lavora come poliziotto. Le difficoltà economiche in cui la famiglia versa, lo costringono ad abbandonare gli studi e a intraprendere diversi lavori. Fa così il fabbro, il disegnatore, il correttore di bozze, il traduttore, il giornalista, e il direttore letterario e di produzione in una casa editrice. Nel 1947 pubblica il suo primo romanzo, Terra del peccato che riceve una tiepida accoglienza. Sono gli anni bui della dittatura di Salazar: Saramago subisce costantemente la censura del regime sui suoi scritti giornalistici ed è tenuto sotto controllo dalla Pide, la polizia politica salazariana, a cui riesce sempre a sfuggire, anche quando – nel 1959 – si iscrive al Partito comunista portoghese, allora clandestino.
Negli anni sessanta l’attività pubblicistica di Saramago è indirizzata verso la critica letteraria, e nel 1966 dà alle stampe la sua prima raccolta di poesie, I poemi possibili. Seguono, nel 1970 la raccolta Probabilmente allegria e le cronache Di questo e d’altro mondo del 1971, Il bagaglio del viaggiatore del 1973 e Le opinioni che DL ebbe del 1974.  Nel 1974, l’anno della ‟Rivoluzione dei Garofani” – il colpo di Stato militare che sancisce la fine del regime fascista in Portogallo – si apre una nuova fase nell’attività letteraria di Saramago che si concretizza nel romanzo del 1977 Manuale di pittura e calligrafia, mentre l’anno successivo pubblica Una terra chiamata Alentejo. Sempre in questo periodo scrive per il teatro (La notte, 1979 e Cosa ne farò di questo libro?) un attività che continuerà anche negli anni successivi (La seconda vita di Francesco d’Assisi, 1987; In Nomine Dei, 1993 e Don Giovanni, o Il dissoluto assolto del 2005). Nel 1982 pubblica Memoriale del convento (edito in Italia da Feltrinelli nel 1984), il romanzo che gli dà notorietà a livello internazionale. Seguono L’anno della morte di Ricardo Reis (1984; Feltrinelli, 1985), La zattera di pietra (1986), Storia dell’assedio di Lisbona (1989). Negli anni novanta escono Il vangelo secondo Gesù Cristo (1991), Cecità (1995) e Tutti i nomi (1997). Il primo decennio del 2000 è il più prolifico dell’attività di scrittore di Saramago, che dà alle stampe ben sette romanzi: La caverna (2001), L’uomo duplicato (2002), Saggio sulla lucidità (2004), Le intermittenze della morte (2005), Le piccole memorie (2006), Il viaggio dell’elefante (2008) e Caino (2009; Feltrinelli, 2010). Nel 1998 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura, riconoscimento che suscitò molte polemiche nel mondo cattolico per le sue ben note posizioni antireligiose. Polemiche che lo hanno fatto decidere di trasferirsi a Lanzarote, nelle isole Canarie.
È morto nel giugno 2010.

venerdì 20 febbraio 2015

IL RACCONTO ABERRANTE DELL'EX DIRETTORE FINANZIARIO DI FASTWEB E TELECOM. PRELEVATO UN MATTINO ALLE CINQUE E SBATTUTO IN CARCERE ACCUSATO DI UN CRIMINE PER CUI ERA GIÀ STATO RITENUTO ESTRANEO UN ANNO PRIMA. SCONVOLTA LA SUA VITA ED I SUOI AFFETTI, PRIVATO DI TUTTI I SUOI BENI TANTO DA COSTRINGERE SUA MOGLIE A MENDICARE PRESSO I PARENTI UN PO' DI GENEROSITÀ PER POTER ACCUDIRE I PROPRI FIGLI. DOPO ALCUNI MESI DI CARCERE E QUATTRO ANNI DI INDAGINI VIENE CONFERMATA LA SUA ESTRANEITÀ DAI FATTI E NUOVAMENTE PROSCIOLTO. UN RACCONTO STRAZIANTE MA DIGNITOSO CHE MOSTRA COME LE ISTITUZIONI, MAGISTRATURA E GUARDIA DI FINANZA AGISCANO SU INTERPRETAZIONI DI LEGGI CHE A VOLTE SONO SORDE E CIECHE E CHE FORSE PIÙ CHE UNA RIFORMA SERVA UNA RIEDUCAZIONE GENERALE, CHE COMPRENDA ANCHE I CITTADINI TUTTI. È DI QUESTI GIORNI LA NOTIZIA DI UN SALUMIERE CHE VIENE MULTATO DALLA GUARDIA DI FINANZA PER AVER DONATO UN PANINO AD UN DISABILE. SERVONO LEGGI O RIEDUCAZIONE? MASSIMO DE MURO

IO NON AVEVO L’AVVOCATO
di Mario Rossetti e Sergio Luciano
Editore Mondadori
ebook euro: 9,99
«Guardia di finanza, apra subito.» Sono le cinque del mattino del 23 febbraio 2010, l’alba di una delle tante giornate di lavoro di un professionista milanese, quando il suono del citofono interrompe bruscamente i suoi ultimi momenti di riposo. L’incredulità, le febbrili perquisizioni, una gigantesca ordinanza di custodia cautelare, il trasferimento in caserma e poi in carcere. Inizia così la vicenda kafkiana di Mario Rossetti, raccontata in prima persona dal protagonista, ex direttore finanziario di Fastweb, coinvolto nell’inchiesta Fastweb – Telecom Italia Sparkle su una maxifrode da due miliardi di euro. Nell’Italia degli scandali infiniti la notizia conquista con clamore le prime pagine dei quotidiani, gli imputati sono additati come sicuri colpevoli, mentre Rossetti, che tre anni prima aveva visto archiviata la sua posizione per la stessa ipotesi di reato ed è ormai lontano dal mondo delle telecomunicazioni, non riesce a comprendere neppure che cosa stia succedendo. Intanto incomincia l’odissea carceraria, tra San Vittore e Rebibbia, le asprezze del penitenziario, temperate dalla solidarietà dei compagni di cella, i «concellini». Un mondo che sconvolge ogni schema, dov’è possibile trovare umanità e conforto in una suora come in un boss con oltre trent’anni di galera. Una «terra di nessuno», con le tante assurdità che ne scandiscono le giornate, come le celle da sei adattate a nove persone, gli innumerevoli ostacoli per ottenere qualsiasi cosa, anche un colloquio, l’impossibilità di svolgere qualunque lavoro, la preoccupazione dominante di far passare il tempo interminabile, i piccoli rituali, come il caffè, la camomilla, la preparazione del ciambellone offerto ai congiunti in visita. Quattro mesi di carcere tra Milano e Roma, gli arresti domiciliari, tre anni di processo, 147 udienze, il sequestro di ogni bene, persino dei ricordi più cari, che costringe la moglie a bussare alla porta di parenti e amici per poter andare avanti. La disavventura giudiziaria del manager prosegue intrecciandosi con quella umana e familiare, che avrà conseguenze impreviste e drammatiche. Si arriva così alla sentenza di primo grado del 17 ottobre 2013, che, riconoscendo la totale estraneità ai reati contestati, mette fine all’incubo. Un’ingiustizia di cui nessuno risponderà e che per Rossetti non è semplicemente figlia di un terribile errore ma è la conseguenza delle tante anomalie del nostro sistema giudiziario. L’autore invoca così una radicale riforma della giustizia e un profondo ripensamento delle carceri, affinché si trasformino, da gironi infernali, in luoghi di reinserimento sociale degni di un Paese civile.
AUTORI
Mario Rossetti, 50 anni, sposato, due figli, vive a Milano. Dopo la laurea in economia e un master a Harvard, lavora per oltre 25 anni come dirigente in società quali Banco di Roma, Benetton, Omnitel e Fastweb. Durante la sua vicenda giudiziaria, viene nominato amministratore delegato di Cobra At, che ristruttura e contribuisce a rilanciare. Attualmente cura numerose consulenze aziendali e lavora a un secondo libro. Appassionato di tecnologia, corre con un gruppo di amici, «i Turbolenti», con cui ha condiviso diverse maratone. Crede in Dio.
Sergio Luciano, napoletano del ’60, fa il giornalista da 35 anni. Dal 2000 ha lasciato i quotidiani per andare ad e.Biscom a occuparsi di prodotti editoriali web, e in particolare del quotidiano ilnuovo.it. Oggi è un libero professionista e collabora a varie testate cartacee, televisive e on-line. Nel 2007 ha pubblicato La febbre del Toro (Tullio Pironti Editore).

giovedì 19 febbraio 2015

Amore folle amore

AMORE FOLLE AMORE
di Alfonso Signorini
Mondadori Editore
Si incontrano a una festa da ballo: lei è la più corteggiata fanciulla d’Alabama, lui un giovane ufficiale che diventerà uno dei più importanti scrittori di tutti i tempi, autore di capolavori come Il grande Gatsby e Tenera è la notte. Tra i due nasce un amore totale e tormentato. Un amore che entra nella leggenda, tanto da rendere la coppia Zelda e Francis Scott Fitzgerald il simbolo dei “ruggenti anni Venti”. Sono entrambi bellissimi, di successo, e legati da un sentimento profondo. Eppure la loro è una storia sempre in equilibrio sopra la follia. Tra il Paradiso e l’Inferno. Litigi furiosi, gelosie, ripicche si alternano ad attimi di felicità travolgente, dolcezza, passione. È un sentimento che li consuma, li distrugge, portando Zelda alla pazzia e Scott all’alcolismo. Eppure i due si cercano, si odiano, si amano per tutta una vita perché Fitzgerald, come il suo Gatsby, “crede nella luce verde” e i due continuano “a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato”. In Amore folle amore Alfonso Signorini, autore di appassionanti biografie che hanno conquistato moltissimi lettori, ci restituisce viva e completa una delle più romantiche e struggenti storie d’amore di tutti i tempi.
Alfonso Signorini si è laureato in Filologia Medioevale all’Università Cattolica di Milano. È direttore di “Chi”. Con Mondadori ha pubblicato: Il Signorini (2006), Troppo fiera, troppo fragile. Il romanzo della Callas (2007), Chanel. Una vita da favola (2009), Marilyn. Vivere e morire d’amore (2010) e Amore, folle amore (2013). L’altra parte di me (2014)
BELLA E MISURATA LA RISPOSTA DELLA MADIA A SIGNORINI, DIRETTORE DI "CHI", IL GIORNALE CHE PUBBLICÒ LE FOTOGRAFIE IN CUI IL MINISTRO ERA INTENTA A LECCARE UN GELATO. IL SERVIZIO GIORNALISTICO VENNE TITOLATO COSÌ DAL SESSUOREGGIANTE DIRETTORE: "CI SA FARE COL GELATO", CON RIFERIMENTI ESPLICITI ALLA PRATICA DEL CONILINGUS DELLA SIGNORA. A PARTE CHE NON VEDO COSA CI SIA DI COSÌ STRANO NELLA ABITUDINI AMOROSE DI UNA DONNA FELICEMENTE SPOSATA, NON FOSSE PER IL PRURIGINE TUTTO MASCHILISTA CHE ASSOCIATO AL DIRETTORE DI "CHI" QUASI STONA. RESTA L'ONOREVOLE RISPOSTA CHE SUONA PIÙ O MENO COSÌ: NON VEDO COSA CI SIA DI GIORNALISTICO IN TUTTO QUESTO, MA L'ESPERTO IN QUESTO GENERE DI ESERCIZIO, CHE CREDO IL DIRETTORE PRATICHI ATTIVAMENTE SIA LUI, IL DIRETTORE DEL GIORNALE. È CHIARO CHE ANCHE IL MINISTRO SI RIFERIVA AL GELATO, QUELLO NERO UN PO' DOLCE UN PO' SALATO PROTAGONISTA DELLA CANZONE CANTATA DA PUPO E SCRITTA DA CRISTIANO MALGIOLGLIO. ALTRO ESPERTO DEL RAMO. MASSIMO DE MURO

mercoledì 18 febbraio 2015

Corrado Passera. La politica come servizio alla comunità, e non come occasione di arricchimento a qualunque costo…

INSIEME PER COSTRUIRE UN’ITALIA MIGLIORE
di Corrado Passera
ebook euro: 8,99
Si può e si deve credere in un futuro migliore per il nostro Paese. È questa la sfida che Corrado Passera vuole impegnarsi a vincere, riportando la politica al ruolo di servizio che oggi ha perduto, asfissiata e umiliata com’è dall’invadenza e dall’ottusità della partitocrazia. In Italia ci sono 10 milioni di persone che non hanno lavoro o sono così sfiduciate da aver smesso di cercarlo, sono in cassa integrazione o non guadagnano abbastanza da poter mantenere una famiglia. 10 milioni di persone che vivono con la paura del domani e l’angoscia della povertà non sono un dato statistico: sono un poderoso fattore di disagio sociale che rischia di far saltare l’intero sistema. Per combattere l’emergenza lavoro non bastano ripresine dello zero virgola o annunci altisonanti che, nella migliore delle ipotesi, hanno l’efficacia delle cure palliative. Occorre una crescita costante del 2-3 per cento annuo, a cui non si può aspirare senza immettere nella nostra economia risorse per almeno 400 miliardi. Impossibile trovarle? No, così come non sono impossibili riforme profonde che riportino competitività nel sistema economico e semplicità nelle istituzioni, valorizzando merito, responsabilità, trasparenza, generosità, coraggio. A partire dal coraggio della verità: guardare le cose come stanno, non sfuggire ai problemi insoluti da decenni. In questo libro, Passera presenta un’analisi approfondita della nostra crisi e delle sue cause, una serie organica di proposte concrete per venirne fuori e una nuova visione della politica come progetto collettivo capace di interessare e coinvolgere i cittadini, quel progetto che l’ha spinto ad aprire il cantiere di un nuovo movimento, Italia Unica. L’obiettivo è uno solo: fare in modo che l’Italia – ferma da vent’anni e condannata al declino o alla rovina se non riprende in mano il proprio destino – torni a essere uno dei Paesi migliori in cui vivere.
AUTORE Corrado Passera (Como, 1954) è stato manager in aziende pubbliche e private, ha guidato Poste Italiane e dato vita alla banca Intesa Sanpaolo, è stato ministro per lo Sviluppo economico, le Infrastrutture e i Trasporti. Nel 2014 ha fondato il movimento politico Italia Unica. È sposato con Giovanna e padre di quattro figli: Sofia, Luigi, Luce e Giovanni.

martedì 17 febbraio 2015

DI BATTISTA L' OUTSIDER DEI CACCIA BALLE CHE SPAZZA VIA LA CONCORRENZA IN UN SOLO MINUTO. LUI HA IL MERITO DI FAR SEMBRARE I CACCIA BALLE DI PROFESSIONE DEI MONELLI DA CORTILE. IL MILIONE DI POSTI LAVORO DI BERLUSCONI, LA LAUREA DI GIANNINO E LA CASA DI SCAJOLA SEMBRANO DELLE MARACHELLE CHE AL MASSIMO FANNO ALZARE SPALLUCCIA, NESSUNO DI LORO È MAI RIUSCITO A RAGGIUNGERE LE VETTE DEL VICE COMICO DI 5 STELLE, FINIRE SULLE PAGINE DEL NEW YORK TIMES. ANZI, UNO C'ERA RIUSCITO PER MERITI SPECIALI: IL COMANDANTE SCHETTINO, MA QUESTO È UN PROFESSIONISTA SERIO DELLA MATERIA ED È UN ALTRO CASO. IL CITTADINO DI BATTISTA CHE MOSTRA CON ORGOGLIO LE SUE CAPACITÀ TECNOLOGICHE DOVREBBE SAPERE CHE NON BASTA SAPER USARE UN TABLET PER TROVARE LE INFORMAZIONI, BISOGNA LEGGERLE LE INFORMAZIONI, E QUESTE INFORMAZIONI POI BISOGNEREBBE ANCHE CAPIRLE. IL 60% DEL TERRITORIO NIGERIANO IN MANO AI TERRORISTI JIHADISTI ED IL 40% IN MANO AD EBOLA? SONO QUESTI I POLITICI CHE DOVREBBERO RISISTEMARE IL MIO PAESE? DI BATTISTA, IL PROBLEMA NON SEI TU, MA CHI TI STA VICINO E NON TI RIEMPIE DI SCHIAFFI. MASSIMO DE MURO

SICARI A CINQUE EURO
di Alessandro di Battista
ebook euro: 4,99
Casaleggio Associati Editore
Il sicariato è una piaga sociale in Sud e Centro America.
Sale il costo del riso, dello zucchero, della farina, l’unica cosa che scende è il prezzo della morte. In Guatemala, per esempio, due anni fa per far uccidere qualcuno occorrevano 100 quetzales (10 euro), oggi ne bastano 50. Si uccide per entrare in una banda, per colpire un gruppo di cittadini, per conflitti sentimentali. Si ammazza per cacciare un contadino da una terra che lavora da decenni. Decine di imprese e gruppi di potere utilizzano gli assassini a basso costo per mutilare la lotta in difesa del territorio. Sfrattare comunità indigene dalle loro terre e ammazzare quel contadino che non abbassa la testa è una prassi da 500 anni in Centro-America. Cambiano soltanto modalità e attori. I primi a farlo furono i Conquistadores, poi i militari, ora le imprese multinazionali e non, che utilizzano gli uomini della sicurezza privata, macabra forma di legalizzazione del sicariato, per intimidire, uccidere, torturare e indebolire la lotta popolare.
AUTORE Alessandro di Battista lavora da diversi anni nel settore della cooperazione internazionale compiendo missioni in Congo e Guatemala. Nel 2010 parte per l’Argentina con un biglietto di sola andata. Viaggia due anni in autostop per tutto il Sud America (dalla Terra del Fuoco a l’Havana) raccogliendo materiale sui conflitti sociali e sulle lotte indigene e contadine. Lo scorso giugno parte alle ricerca delle origini del fenomeno del sicariato. In Guatemala, Panama, Colombia e Ecuador intervista ex-guerriglieri, narcos, trafficanti di armi e decine di uomini e donne che rischiano la vita per lottare contro le politiche neo-coloniali e il crimine organizzato. Il risultato di questa indagine è “Sicari a cinque euro” il suo primo libro.

lunedì 16 febbraio 2015

QUANDO ARRIVERÀ IL MOMENTO DI FARE DUE CONTI CON LE SCELTE FATTE DA CHI GOVERNA I DESTINI DI TUTTI NOI? SIAMO SPAVENTATI DALLE CONSEGUENZE DEI GESTI CHE I RIBELLI DI ISIS POTRANNO COMPIERE ANCHE NEL NOSTRO PAESE, MA NESSUNO SI SBAGLIA DI SPIEGARE DA COSA HA AVUTO ORIGINE QUESTA MERAVIGLIA DI SITUAZIONE, PERCHÉ LA LIBIA È UN PROBLEMA OGGI E NON LO È STATO NEI QUARANT'ANNI PRECEDENTI. QUESTA DOMANDA LA PORREI AI SIGNORI NICOLAS SARKOZY E ANGELA MERKEL QUANDO HANNO DECISO CHE IL RAIS DI TRIPOLI DOVEVA ESSERE DEPOSTO PERCHÉ NON PERMETTEVA LA CRESCITA DEMOCRATICA NEL SUO PAESE. LA CORTOMIRANZA POLITICA DI QUESTE DUE PERSONE È A DIR POCO IMBARAZZANTE E I DISASTRI CHE HANNO COMBINATO LASCERANNO CONSEGUENZE PER MOLTO TEMPO. PER FORTUNA PER L'EX PRESIDENTE FRANCESE I SUOI ONORI SONO FINITI. NON RESTA CHE ASPETTARE CHE FINISCA LA STAGIONE POLITICA DELLA SIGNORA ANGELA, VISTO CHE HA FATTO PIÙ DANNI LEI DI MOBUTU SESE SEKO IN CONGO. ORA, CHE COS'È VERAMENTE L'ISIS E COSA SI NASCONDE DIETRO LA PROCLAMAZIONE DEL "NUOVO CALIFFATO GLOBALE"? DOVE CI PORTERÀ IL JIHAD LANCIATO CONTRO L'OCCIDENTE CHE IN POCHI MESI HA CONQUISTATO LE TERRE DI LIBIA, IRAQ E SIRIA? MASSIMO DE MURO

IL JIHADISTA DELLA PORTA ACCANTO
di Khaled Fouad Allam
Edizioni Piemme
ebook euro: 7,99
Comincia con questa drammatica constatazione la lucida e allarmante analisi di Khaled Fouad Allam dopo la strage nella sede della rivista satirica Charlie Hebdo di Parigi. Il sociologo di origine algerina fa notare che non è un caso che l’attentato sia avvenuto nella capitale francese, luogo altamente simbolico per tutto ciò che concerne la libertà, dalla Rivoluzione illuminista in poi. Inoltre, la testata non è un periodico qualunque, poiché da sempre si batte contro ogni forma di censura. Anche questo, dunque, un luogo-simbolo. Infine, non è certo casuale il fatto che siano stati uccisi alcuni tra i più grandi vignettisti del mondo. Ci sono stati tentativi, in passato, in altri giornali, ma il contesto di oggi è totalmente cambiato, spiega Fouad Allam. E il contesto è quello della nascita di un Califfato e di un esercito che fa leva su nuove forme di jihadismo. Siamo entrati in un’altra epoca, molto pericolosa. Basta leggere i proclami dell’Isis per vedere come facciano leva su forme individuali di “guerra santa”, investendo ragazzi e ragazze – di seconda generazione e nati in Europa – di una missione sacrale che l’autore chiama “terrorismo di prossimità”, ovvero capace di esplodere in qualunque città, in qualunque Stato del mondo, perché l’Isis, anche sul web, dice: «Andate e colpite ovunque». Nel saggio l’autore spiega chi sono, dove si nascondono e come agiscono i jihadisti senza volto che parlano francese, tedesco, inglese, danese, italiano, delineando gli scenari raccapriccianti di un conflitto che l’Occidente non potrà più minimizzare e che dovrà affrontare con una forte cooperazione internazionale.
AUTORE Khaled Fouad Allam Sociologo e politico di origine algerina, nato a Tlemcen, dopo aver vissuto in Marocco, Algeria e Francia è cittadino italiano dal 1993. Ha insegnato Islamistica all’Università di Urbino ed è docente di Sociologia del mondo musulmano all’Università di Trieste. Ha pubblicato saggi e romanzi sui rapporti tra mondo arabo-islamico e Occidente. Già editorialista di La Repubblica e La Stampa, dal 2010 collabora con Il Sole 24 Ore. Tiene conferenze e seminari in Europa, Stati Uniti, Sud America, Asia e mondo arabo. Ospite e consulente di talk show televisivi, fa parte del comitato scientifico del Salone del Libro di Torino. Deputato del Parlamento italiano nella XV legislatura, è stato membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera. Collabora con la rivista Esprit e nel 2008 è stato insignito del titolo di Dottore Honoris Causa in Sociologia dall’Università Ricardo Palma di Lima (Perù) per i suoi lavori sull’islam contemporaneo e la questione Mediterranea. I suoi bestseller, tradotti in varie lingue, sono stati in vetta alle classifiche italiane e internazionali: L’Islam globale (Rizzoli, 2002), Lettera a un kamikaze (Rizzoli, 2004), La solitudine dell’Occidente (Rizzoli, 2006). Recentemente è uscita una preziosa Guida per difendersi dal razzismo dalla A alla Z scritta con il regista Mimmo Calopresti (Giudizio Universale, 2010).

venerdì 13 febbraio 2015

BUONO L'INTERROGATIVO CHE SI PONE GIAMPAOLO PANSA. È AVVICINABILE IL FUTURO LEADER DELLA DESTRA SALVINI AI PADRI NOBILI CHE LO HANNO PRECEDUTO? PERSONALITÀ COME GIOVANNI GUARESCHI, IL COMANDANTE JUNIO VALERIO BORGHESE, GIORGIO ALMIRANTE, FRANCO FREDA E INDRO MONTANELLI? SI, MA TEMO NON SIA QUESTO IL MODO DI PORRE IL CONFRONTO. GLI APPENA CITATI VENGONO DA UN PERIODO IN CUI IL NOSTRO ERA UN PAESE CONTADINO, CHE USCIVA DALLA GUERRA E CHE CERCAVA DELLE FIGURE ILLUMINATE E DOTTE CHE POTESSERO IN QUALCHE MODO INDICARE LA VIA DELLA RINASCITA. ERA UN'EPOCA CARATTERIZZATA DA UNA FORTE MILITANZA IDEOLOGICA ALIMENTATA DALLA TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE DEL PAESE. LE CONTRAPPOSIZIONI ERANO TRA CHI AVEVA SCELTO LA VITA DELLA FABBRICA E PERSEGUIVA UN'IDEA DI SOCIALITÀ, E CHI ERA RIMASTO ALLA PROPRIA REALTÀ CONTADINA. OGGI QUESTO MODO DI RAPPRESENTARSI NON ESISTE PIÙ, SALVINI NON RAPPRESENTA NESSUNA IDEOLOGIA MA SOLO UN MODO DI AMMINISTRARE I TERRITORI. OGGI SIAMO TUTTI DI DESTRA E DI SINISTRA A SECONDA DEL PROBLEMA CHE SI DEVE AFFRONTARE. PER CONCLUDERE, NON ESISTONO PIÙ COMUNISTI E FASCISTI, OGGI SIAMO TUTTI UN PO' DEMOCRISTIANI NELL'ACCEZIONE MIGLIORE DEL TERMINE, ABBIAMO CAPITO CHE NON È PIÙ TEMPO DI SCEGLIERE UNO O L'ALTRO, MA È GIUNTO IL TEMPO DI CERCARE PER OGNI TEMA IL GIUSTO COMPROMESSO. MASSIMO DE MURO

LA DESTRA SIAMO NOI
di Giampaolo Pansa
Rizzoli Editore
ebook euro: 9,99
UNA CONTROSTORIA ITALIANA DA SCELBA A SALVINI
Su alcune figure non esistono dubbi. Fra gli antenati della destra italiana troviamo Giovanni Guareschi, il comandante Junio Valerio Borghese, Giorgio Almirante, Franco Freda, Indro Montanelli. Possiamo domandarci se a loro sia giusto affiancare i democristiani Mario Scelba e Amintore Fanfani, grandi manager come Eugenio Cefis e Cesare Romiti, un eroe civile come Giorgio Ambrosoli, un leader nascente come Matteo Salvini. Ritiene di sì Giampaolo Pansa, rovesciando un luogo comune che considera la destra una piccola parrocchia di pochi fanatici e di bombaroli neri. Gli avversari l’hanno sempre dipinta così. Tanto da spingere molti elettori moderati, conservatori o nostalgici del fascismo a pensare che la loro parte politica non fosse necessaria alla democrazia, mentre lo erano i cattolici e i comunisti. Pansa ribalta il verdetto che giudica senza patria milioni di italiani. Lo fa sin dal titolo del suo nuovo libro: La destra siamo noi. Non è un brillante paradosso. È la sintesi di una verità: pure chi si schiera dietro una bandiera che la maggioranza rifiuta, appartiene alla storia italiana. Anche perché tutti siamo un po’ di destra e su alcune questioni in modo deciso. Del resto gli esseri umani hanno un connotato comune: la doppiezza, una natura ibrida capace di passare da un’opinione a quella opposta. Allora perché negare che la destra abbia lo stesso diritto di esistere che la sinistra riserva soltanto a se stessa? Il realismo sfacciato di Pansa, autore estraneo ai califfati culturali, ci presenta un affresco dell’Italia costruito su storie e personaggi in apparenza contradditori. In queste pagine scompare la frontiera che separa l’ideologia e le sue gabbie di carta dai fatti della vita, i crimini politici dalle bizzarrie che nascono nel lato oscuro di ciascuno. Qui il lettore troverà anche casi estremi. La maîtresse in gramaglie per la chiusura delle case di tolleranza. Il travestito che si porta a letto un senatore democristiano. L’orrore che strazia una squillo missina. L’amore proibito tra la ragazza nera e quella rossa. Sino all’enigma della strage di Bologna: un’apocalisse fascista o una rappresaglia dei palestinesi? La destra siamo noi ci fa riscoprire settant’anni di vita italiana oggi confinati nel buio. Un’epoca in fondo più rassicurante di questo 2015, così carico di pessimi presagi.
AUTORE Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive su “Libero” e ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra gli ultimi libri pubblicati da Rizzoli ricordiamo I vinti non dimenticano (2010), La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (2012) e Sangue, sesso e soldi. Una controstoria d’Italia dal 1946 a oggi.

giovedì 12 febbraio 2015

LA FIERA DELLE VERITÀ NON DETTE. SI RICORDERÀ L'INIZIO DELLE DISPUTE TRA PUTIN E IL GOVERNO DI KIEV. NEL TERRITORIO UCRAINO PASSANO LE TUBATURE CHE PORTANO GAS E PETROLIO DI PRODUZIONE RUSSA SINO ALL'EUROPA. PER QUESTO TRANSITO IL GOVERNO UCRAINO HA DIRITTO AD UN RICONOSCIMENTO ECONOMICO, E PRETENDE DI SCONTARE QUESTO DIRITTO DI PASSAGGIO DALLA BOLLETTA PETROLIFERA CHE DEVE PAGARE ALLA RUSSIA. MOSCA, NELLA PERSONA DEL SUO ZAR NON È DELLA STESSA IDEA, E DOPO AVER CONCORDATO UN PREZZO PER LA BOLLETTA UCRAINA SI È RESO CONTO DI DOVER AGGIUNGERE ANCORA DENARO PER SALDARE IL COSTO DELL’ATTRAVERSAMENTO. A QUESTO PUNTO IN BARBA AGLI ACCORDI PRESI LO ZAR DEL CREMLINO DECIDE DI STRACCIARE L'INTESA E AUMENTARE IL PREZZO DEL GAS ALL'UCRAINA. DI QUI INIZIA LA CONTESA. PUTIN FINANZIA E ARMA I RIBELLI PER RIBALTARE IL GOVERNO DI KIEV SOLO PER OTTENERE IL VIA LIBERA PER I SUOI PRODOTTI COMBUSTIBILI. SOLO QUESTO È IL PROBLEMA, NON C'ENTRA L'IDEOLOGIA POLITICA LE ETNIE LE MAZZE E I CANGURI. SOLO SOLDI, NIENTE PIÙ. SE INVECE DI FARE LE SCENEGGIATE DI RICONCILIAZIONE SI DECIDESSERO AD AFFRONTARE IL PROBLEMA PER IL VERSO CORRETTO SI ARRIVEREBBE AD UN RISULTATO. MASSIMO DE MURO

PUTIN E LA RUSSIA
Irresistibile e anacronistico ritorno all’autocrazia
di Lorenzo Gianotti
euro: 19,47
L’ambasciatore americano a Mosca l’ha definita uno “Stato mafioso”, dominato da una cleptocrazia autoritaria e corrotta che prende l’alta burocrazia, gli oligarchi e la criminalità organizzata sotto la ferula di Putin. Per la verità era stato il procuratore spagnolo José Grinda Gonzales a ricorrere per primo all’espressione di “Stato mafioso”, quando in un documento giudiziario aveva rilevato che per raggiungere i suoi scopi politici il governo russo era ricorso alla criminalità organizzata, consegnando ad essa settori economici d’importanza strategica. Negli anni della senescenza di Brežnev, il Kgb restava il più efficiente apparato sovietico, dunque il solo che realisticamente potesse colmare il vuoto di potere; e quando l’Urss collassava e ogni sovietico stentava a raccapezzarsi, «quando tutti si trovavano alla spasmodica ricerca di nuove visioni, Putin restò fedele alla disciplina della corporazione », e fu in quella circostanza che accumulò i titoli necessari a scalare i vertici del potere. In qualche intellettuale la sua apparizione aveva suscitato un temperato stupore. Aleksander Zinovev lo riteneva l’unico personaggio capace di resistere alla sconvolgente americanizzazione della Russia e di assicurare la stabilizzazione del paese. A sua volta Solženicjn distingueva tra la sua piattaforma politica iniziale, in evidente continuità con le rovinose scelte di El’cin, e il successivo profilarsi di una personalità capace di rimediare ai disastri degli anni novanta.
AUTORE Lorenzo Gianotti Ha una consolidata conoscenza della Russia e dell’est europeo. Tra le opere pubblicate citiamo: L’Ottobre ungherese sulla rivolta magiara dell’autunno 1956 (1986); Gli operai della Fiat hanno cento anni (1999); L’enigma Codeca (2002); Umberto Terracini. La passione civile di un Padre della Repubblica, Editori Riuniti, 2005. Collabora con il quotidiano Il Secolo XIX. È stato senatore della Repubblica (Pci, Pds) nel corso di tre legislature.

mercoledì 11 febbraio 2015

UNA MAGGIORANZA INVISIBILE PER LA POLITICA MA SEMPRE MENO SILENZIOSA. LA PROSSIMA TORNATA ELETTORALE SARÀ FONTE DI SORPRESE PER TANTI CIARLATANI E CIALTRONI BENEFICIATI DI POLTRONE CHE OFFRONO STIPENDI FARAONICI. ESAURITA LA SPINTA DELL’ONDATA GRILLO, CHE HA AVUTO LA SUA OCCASIONE E NON HA SAPUTO METTERLA A FRUTTO. UCCISO NELLA CULLA DAI SUOI PATRIGNI DEL PD IL BIMBO PRODIGIO RENZI. ORMAI TERMINATO L’AMORE INCONDIZIONATO PER BERLUSCONI, PRIGIONIERO DI SE STESSO, NON RESTA NULLA. LA PROSSIMA CONSULTAZIONE VEDRÀ UN’ORADTA DI BARBARI DEL VOTO TENTARE UNA RIVOLTA, ED ELEGGERE UN BARBARO CHE DIA UNA SCOSSA AL PAESE. DIMENTICAVO, SALVINI NON È ABBASTANZA BARBARO, SEMBRA PIÙ UN FUORI USCITO DAL GRANDE FRATELLO…

LA MAGGIORANZA INVISIBILE
di Emanuele Ferragina (seconda presentazione)
CHI SONO GLI ITALIANI PER I QUALI LA POLITICA NON FA NULLA, E COME POTREBBERO CAMBIARE DAVVERO L’ITALIA
ebook euro: 7,99
Mentre la politica discute con parole sempre più vuote di soluzioni per risollevare il paese, continua ostinatamente a ignorare le persone che costituiscono la vera forza motrice dell’Italia, e che, se valorizzate con un adeguato progetto sociale di redistribuzione della ricchezza e delle opportunità, potrebbero fare la differenza. Disoccupati costretti a lavorare in nero, precari imprigionati nel limbo dei contratti a termine, pensionati che stentano ad arrivare alla fine del mese, immigrati preda dello sfruttamento, giovani che non studiano e hanno abbandonato la ricerca di un lavoro stabile, rappresentano una fetta consistente della società italiana: si tratta di una maggioranza invisibile, perché ignorata da politica e sindacati, e silenziosa, perché incapace di riconoscere la sua forza elettorale. Portando alla luce problemi, tratti distintivi e potenzialità di questa maggioranza invisibile e dimenticata, Ferragina fa luce sulle ragioni del disagio sociale che oggi paralizza lo Stivale e ricostruisce gli eventi che hanno condotto alla crisi in cui siamo impantanati, proponendoci una nuova visione progressista capace di dare voce a chi da troppo tempo manda avanti il paese senza ricevere nulla in cambio.
AUTORE Emanuele Ferragina (Catanzaro 1983) insegna Politiche sociali all’Università di Oxford ed è membro della Fonderia Oxford (www.fonderia.org), il laboratorio politico creato da un gruppo di giovani ricercatori italiani all’estero. Ha partecipato come ospite e opinionista a diversi programmi televisivi, tra cui Servizio pubblico, Piazza pulita, L’aria che tira e Agorà. Scrive regolarmente sul “Fatto Quotidiano”. Per BUR ha pubblicato Chi troppo chi niente e La maggioranza invisibile.

martedì 10 febbraio 2015

"LA VERITÀ DELL'UOMO CHE HA SVELATO I SEGRETI DEI PARADISI FISCALI" PARTIAMO DA UN ASSUNTO, BANALE E SCONTATO: SOTTRARRE SOLDI AL FISCO, QUINDI ALLA COMUNITÀ È UN FURTO E QUINDI UN REATO. SU QUESTO DUBBI NON CE NE SONO. QUELLO CHE FACCIO FATICA AD ASSORBIRE È IL METODO CHE LA STAMPA HA UTILIZZATO PER COMUNICARE QUESTA NOTIZIA. L'ELENCO È NOTO DAL 2009, E NON È UN ELENCO DI EVASORI COME LO SI VUOL DIPINGERE, MA UN ELENCO DI POSSESSORI DI CONTI IN UNA BANCA SVIZZERA. TRA QUESTI SICURAMENTE CI SARANNO DEGLI EVASORI DEI BANDITI E DEI LESTOFANTI, MA PUBBLICARE COSÌ UNA LISTA DI NOMI SENZA UN SOLO DISTINGUO È CRUDELE, INUTILE E MESCHINO. IL SIGNOR FALCIANI HA RUBATO UN FILE ALLA BANCA CHE GLI PAGAVA LO STIPENDIO E LO HA VENDUTO, NON PUBBLICATO PER FAR SAPERE A NOI POPOLINO CHI SONO I CATTIVONI, E HA PERSEGUITO ESCLUSIVAMENTE IL SUO TORNACONTO. A QUESTO VA AGGIUNTO CHE LA DECISIONE DI COLLABORARE CON ALCUNI UFFICI INQUIRENTI SPARSI PER IL MONDO GLI È SERVITO PER POTER ACCEDERE AD UN PROGRAMMA DI PROTEZIONE, SEMPRE PER AVERE UN BENEFICIO PER SE STESSO. NONOSTANTE I MIEI SFORZI NON RIESCO A VEDERE FALCIANI COME UN NOVELLO ROBIN HOOD, ASSOMIGLIA MOLTO AD UN FACCENDIERE MOLTO ASTUTO CHE SA COME VENDERE AL MIGLIOR OFFERENTE OGNI PARTE DEL SUO MALSANO PROGETTO. MASSIMO DE MURO

EVASORI
di Hervé Falciani e Angelo Mincuzzi
Chiarelettere Editore
ebook euro: 8,99
“IN BANCA ESISTEVA UNA STRUTTURA PER AIUTARE I CLIENTI A EVADERE LE TASSE E IO VOLEVO IMPADRONIRMI DELLE PROVE.” HERVÉ FALCIANI
IN APPENDICE: PER LA PRIMA VOLTA RESI PUBBLICI ALCUNI DOCUMENTI (VISITING REPORTS), TRA LE MIGLIAIA CONTENUTI NEI FILE DI FALCIANI RELATIVI A EVASORI ITALIANI. ORA A DISPOSIZIONE DEI MAGISTRATI.
HERVÉ FALCIANI ha messo ko il segreto bancario svizzero. Non era mai successo che l’intero archivio di una banca fosse copiato e rivelato alla pubblica opinione. La famosa LISTA FALCIANI ha fatto tremare i salotti buoni di tutta Europa e continua ad agitare il sonno di politici, banchieri, imprenditori, campioni sportivi e riciclatori di enormi somme di denaro (sarebbero più di diecimila i clienti italiani, per un totale di 8 miliardi di euro).
Ecco IN PRIMA EDIZIONE MONDIALE la versione dell’UOMO PIÙ TEMUTO d’Europa, inseguito da servizi segreti, magistrati, poliziotti, una primula rossa versione 2.0, ex dipendente di una delle più grandi banche del mondo, la Hsbc, attraverso la quale transitano immensi patrimoni illegali legati anche al narcotraffico e alle mafie.
LA SUA STORIA non l’aveva ancora raccontata: dai primi passi al casinò di Montecarlo alla banca di Ginevra, la fuga dalla Svizzera, le minacce di morte, il finto rapimento, il viaggio in Libano, il carcere a Madrid, la collaborazione con i magistrati spagnoli, francesi e americani (mentre l’Italia sta alla finestra per timore che salti fuori qualche nome importante) che ha fruttato il recupero di centinaia di milioni di euro.
UN’AVVENTURA dopo l’altra che culmina con il progetto di una rete internazionale per aiutare le GOLE PROFONDE che denunciano casi di corruzione e di frode fiscale: lui le chiavi per far saltare il sistema le ha e lo dice, rischiando grosso. In gioco ci sono la sua reputazione, la sua famiglia e L’AVVENIRE POLITICO DELL’EUROPA.
AUTORI
Hervé Falciani è un ingegnere informatico italofrancese. Dal 2009 ha collaborato con le polizie di diversi paesi permettendo loro di accedere al sistema informatico della banca privata Hsbc di Ginevra, dove lavorava dal 2001. La cosiddetta lista Falciani (130.000 nomi) ha reso possibile il recupero di milioni di euro evasi da cittadini soprattutto francesi e spagnoli.
Angelo Mincuzzi è caporedattore e inviato del quotidiano “Il Sole 24 Ore” e autore di importanti inchieste su politica ed economia. Ha pubblicato con Giuseppe Oddo il libro OPUS DEI. IL SEGRETO DEI SOLDI. DENTRO I MISTERI DELL’OMICIDIO ROVERARO (Feltrinelli 2012).

lunedì 9 febbraio 2015

LE PREVISIONI METEO ORMAI HANNO LA STESSA CREDIBILITÀ CHE HA L’OROSCOPO. ANCHE I METEOROLOGI SONO PERSONE DI SPETTACOLO COME TUTTE LE ALTRE. SERVONO SOLO PER FAR VENDERE PANNOLINI E NULLA PIÙ. SE LO SHARE DEI LO INTERMEZZI SCENDESSE, MOSTRANDO L’INTERESSE ORMAI SCADUTO DEI TELESPETTATORI I VARI CORAZON E COMPAGNIA CANTANTE LE PREVISIONI LE ANDREBBERO A FARE SOLO NEI VIDEOCITOFONI. MA GLI SHOW MAN DEL METEO NON SONO TUTTI UGUALI, SI PASSA DALLE METEORINE BONAZZE CHE IMPAZZANO SU TUTTE LE RETI SATELLITARI E NON, CHE RIESCONO A MALA PENA A CAPIRE QUELLO CHE LEGGONO SUL GOBBO, AGLI SHOW MAN IN DIVISA CHE CERCANO DI AVVALORARE QUELLO CHE DICONO USANDO IL PESO DELLE STELLETTE CHE PORTANO SULLE SPALLINE, AI COMICI PURI CHE FANNO RIDERE QUANTO LE REPLICHE DEI BARZELLETTIERI DEGLI ANNI OTTANTA COME CORAZON, SINO A SOTTOCORONA CHE SI ATTEGGIA A CATTEDRATICO DELLA BASSA PRESSIONE, IMPARTENDO OGNI GIORNO LA SUA LEZIONCINA RICCA DI SPUNTI DOTTI SUL SESSO DEGLI ANGELI. PURTROPPO PER NOI LE UNICHE PREVISIONI CHE ACCHIAPPA SONO QUELLE DI GIORNATA DEL QUARTIERE DOVE VIVE A ROMA. GLI BASTA GUARDARE FUORI DALLA FINESTRA MENTRE IMPARTISCE LEZIONI SULLE FORMULE IPSOMETRICHE. MA TUTTI UNA COSA BUONA LA FANNO, COME L’OROSCOPO RIESCONO A REGALARE UN PO’ DI SOLLIEVO E DI SPERANZA, PER IL RESTO IL NONNO CON I REUMATISMI È PIÙ ATTENDIBILE…

MANUALE DI METEOROLOGIA
di Mario Giuliacci, Andrea Giuliacci e Paolo Corazzon
Alpha Test Editore
euro: 27,20
Realizzato dal Centro Epson Meteo, il Manuale è il più completo trattato di meteorologia elementare mai pubblicato in Italia: il libro illustra e spiega tutti i fenomeni direttamente o indirettamente legati all’atmosfera. Tra gli argomenti trattati: dinamica e termodinamica dell’atmosfera; fisica delle nubi e delle precipitazioni; previsioni del tempo e modelli fisico-matematici; tempo e mare; global warming.
Ogni argomento è esposto in uno stile che coniuga semplicità e chiarezza con il massimo rigore scientifico.
Questa nuova edizione è completamente aggiornata e arricchita di un capitolo sui cambiamenti climatici, tema assoluta attualità nel panorama scientifico e politico mondiale.
AUTORI
Il volume è a cura di Mario Giuliacci, Andrea Giuliacci e Paolo Corazzon e vanta il contributo di 14 meteorologi del Centro Epson Meteo.

venerdì 6 febbraio 2015

ANCORA UNA VOLTA L'INTUIZIONE DI FAUSTO BERTINOTTI È CORRETTA, IL PRIMO ARTICOLO DELLA COSTITUZIONE AFFERMA CHE LA REPUBBLICA ITALIANA È FONDATA SUL LAVORO. SI DEVE SOLO CERCARE DI AGGIORNARE L'INTERPRETAZIONE DI QUESTO PASSAGGIO. COSA VUOL DIRE OGGI LA PAROLA LAVORO? VUOL DIRE AVERE UN REDDITO? IL NOSTRO MODO DI VIVERE È IMPOSTATO SUL REDDITO, SENZA QUESTO NON È POSSIBILE ACCEDERE A NESSUN BENEFICIO SU CUI IMPOSTARE LA PROPRIA VITA. È NEGATO L'ACCESSO AL CREDITO PER LA CASA, ASSEGNI FAMILIARI, ASILI ECC...QUINDI LA REPUBBLICA DEVE ESSERE FONDATA SUL REDDITO? TEMO CHE IN QUESTO CASO SI DEBBA CERCARE UN MODO PER ESTENDERE IL BACINO DI COLORO CHE POSSANO ACCEDERE AD UN REDDITO MINIMO. PER FARE QUESTO SI DOVREBBE POTER ATTINGERE ALLE CASSE DELLO STATO CHE AL MOMENTO SEMBRA SIANO VUOTE. IL TRATTATO CAPESTRO DI MAASTRICHT NON CI PERMETTE DI SFORARE I PARAMETRI IMPOSTI E QUINDI SI TORNA AL VIA SENZA RITIRARE I VENTI EURO. MASSIMO DE MURO

COLPITA AL CUORE
Fausto Bertinotti
Perché l’Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro
Castelvecchi Editore
euro: 10,20
Se oggi venisse chiamato un costituzionalista, da una qualsiasi parte del mondo, a soggiornare nel nostro Paese e gli fosse chiesto di riformulare l’articolo 1 della Costituzione in modo che corrisponda alla realtà presente, cosa scriverebbe? Volendo aderire alla dura verità dei fatti non potrebbe che sancire che l’Italia è una Repubblica «fondata sul mercato». La costituzione materiale che ha preso corpo nell’ultimo quarto di secolo ha eroso le basi della Carta e, infine, ne ha prodotto il rovesciamento. Ma chi sono gli assassini della Costituzione e dell’articolo 1, che ne è l’architrave? E come è potuto accadere che abbiano avuto mano libera? L’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti tenta di rispondere a tutti questi interrogativi e ripercorre la storia d’Italia – e del lavoro – partendo dai «trenta anni gloriosi» iniziati con la promulgazione della Carta del ’48 per arrivare al Jobs Act del governo Renzi.
«Il trattato di Maastricht fissa i limiti che il deficit e il debito degli Stati nazionali non possono superare. Perché non fissa almeno con altrettanta pregnanza il limite massimo di disoccupazione accettabile o di inquinamento atmosferico?»
AUTORE Fausto Bertinotti nato a Milano il 22 marzo 1940. Dal 1975 al 1985 è stato segretario piemontese della Cgil. Nel 1985 viene eletto nella segreteria nazionale della Cgil, dove rimane fino al 1994, quando diventa segretario nazionale di Rifondazione comunista, incarico che ricoprirà per 12 anni. Nel 2004 viene eletto presidente del Partito della sinistra europea (Pse). Il 29 aprile del 2006 viene eletto presidente della Camera dei deputati. Tra i suoi libri: Devi augurarti che la strada sia lunga, con Ritanna Armeni e Rina Gagliardi (2009), La discorde amicizia. Lettere sulla sinistra (2013), Sempre daccapo, con padre Roberto Donadoni (2014). Dal maggio 2007 è direttore della rivista bimestrale, da lui fondata, «Alternative per il socialismo» mentre nel dicembre 2011 dà vita alla Fondazione Cercare Ancora, di cui è presidente.

giovedì 5 febbraio 2015

RIVOLGO UNA PREGHIERA A PAPA FRANCESCO CON IL TONO PIÙ UMILE E SOTTOMESSO DI CUI DISPONGO. PER FARE QUESTO CHIEDO A CHIUNQUE GLI SIA VICINO E POSSA BEARSI DELLA SUA LUCE, CHE SUA SANTITÀ SPIEGHI MEGLIO IL SENSO DELLA DICHIARAZIONE CHE HA RIVOLTO IERI DURANTE L'UDIENZA GENERALE DEL MERCOLEDÌ. PAPA FRANCESCO: "UCRAINA, GUERRA FRA CRISTIANI, È UNO SCANDALO". BENE. PER DEDUZIONE LA GUERRA TRA CRISTIANI E ALTRE RELIGIONI NON È UNO SCANDALO? UNA SCIVOLATA DI QUESTA MANIERA UNO SE LA PUÒ ASPETTARE DA UN BERLUSCONI QUALUNQUE, O DA UN BATTUTISTA DI TERZA CATEGORIA, MA NON DA SUA SANTITÀ. QUASI SICURAMENTE IL SENSO DELLA FRASE ERA UN ALTRO, O IL CONTESTO DA CUI È STATA ESTRAPOLATA LA CITAZIONE ERA PIÙ AMPIO E LA COLPA È DELL'ADDETTO STAMPA, MA GIRALA COME TI PARE IL RISULTATO NON CAMBIA MOLTO. MI PERDONI L'IRRIVERENZA NON VOLUTA, MA TROVO SCANDALOSA LA DICHIARAZIONE DI CHI DOVREBBE CON LE SUE PAROLE PACIFICARE E SPIEGARE, NON SOTTOLINEARE CHE CRISTIANO CONTRO CRISTIANO È PECCATO, CONTRO GLI ALTRI MENO. UN CONCETTO SIMILE LO ESPRESSE PAPA URBANO II IN OCCASIONE DELLA PRIMA CROCIATA PER LIBERARE LA TERRA SANTA. MA ERA IL 1095, NON LA SETTIMANA SCORSA. AMEN. MASSIMO DE MURO

IL CIELO E LA TERRA
Jorge Mario Bergoglio, Abraham Skorka
Editore Mondadori
ebook euro: 4,99
Con la sua immediatezza e la sua spontanea umanità Jorge Mario Bergoglio, il primo pontefice del continente americano, ha conquistato il cuore dei fedeli e l’ammirazione dei non credenti. Ma chi è Francesco, il papa «venuto dalla fine del mondo»? A raccontarcelo in queste pagine è lui stesso, attraverso un colloquio amichevole e appassionato – avvenuto quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires – con Abraham Skorka, rettore del Seminario rabbinico della capitale argentina. Non un manifesto dottrinario, dunque, né un trattato teologico sulla Chiesa del XXI secolo, ma un dialogo interreligioso con un uomo di profonda spiritualità, che è uno dei modi privilegiati per assolvere il compito essenziale di ogni cristiano: «avvicinare l’anima dell’uno a quella dell’altro», finché «l’anima dell’uno si riflette nell’altro», e questo è possibile solo se si è capaci di «abbassare le difese, aprire le porte di casa e offrire calore umano». In queste riflessioni con il «fratello» ebreo sui temi fondamentali della vita dell’uomo – la nascita e la morte, le forme della convivenza civile, le insidie del potere, la possibilità di un’etica condivisa tra laici e credenti, l’omosessualità, l’eutanasia – conosciamo Jorge Mario Bergoglio e la sua strada maestra, quella dell’incontro e della costruzione della fraternità. Con gli atei, nella comune scoperta delle ricchezze dell’animo umano; con chi opera per la giustizia sociale, nello sforzo di tradurre in pratica quotidiana la verità del Vangelo; con le gerarchie ecclesiastiche, per ritrovare l’antica umiltà e il valore del dubbio, cifre di una dimensione pastorale gradita al Signore e benefica per il suo popolo. Ma a emergere nitidamente è anche il profilo di un cardinale che ha affrontato con decisione e senza compromessi gli anni più difficili della storia del suo Paese, e che non risparmia giudizi netti su questioni di respiro universale e di bruciante attualità: il ritorno della Chiesa a un percorso di santità, la selezione del clero non più basata su criteri corporativi, il pericolo insito in qualsiasi tipo di fondamentalismo, la deriva nichilista del capitalismo globalizzato, l’attenzione ai poveri e agli ultimi come impegno confessionale non più derogabile. Un libro che offre importanti spunti di riflessione ai credenti e ai laici desiderosi di conoscere il pensiero del nuovo Papa, una figura destinata a segnare la storia della Chiesa e la nostra contemporaneità.
AUTORE Jorge Mario Bergoglio è nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, da una famiglia di origine piemontese. Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale nel 1969, quella episcopale nel 1992 da Giovanni Paolo II, che lo ha poi nominato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998.
Dal 2005 al 2011 ha guidato la Conferenza episcopale argentina. Il 13 marzo 2013 è stato eletto al soglio di Pietro con il nome di Francesco, 266o vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, primo pontefice proveniente dall’ordine della Compagnia di Gesù e dall’America Latina.

mercoledì 4 febbraio 2015

Confesso che ho indagato

Confesso che ho indagato
di Michele Giuttari
Rizzoli Editore
ebook euro:8,99
Trent’anni di indagini raccontati in prima persona. Una storia così vera da sembrare un romanzo.
Pedinare, raccogliere indizi, confrontare le prove. E poi spaccarsi la testa su un caso fino all’alba, quando gli occhi bruciano e la schiena fa male. Non sono scene da thriller, ma pagine appassionate dell’autobiografia di Michele Giuttari, racconto fedele e spietato di un trentennio del nostro Paese e del vero lavoro di un poliziotto: una strada difficile, punteggiata di lotte e momenti bui ma anche di gioie e grandi soddisfazioni. Tutto comincia nel 1978 in Sardegna, tra disamistade e sequestri, per poi arrivare alla Calabria, dove Giuttari ha affinato le sue capacità investigative tra omertà e minacce, ’ndrangheta e rapimenti. Fino al periodo toscano, macchiato del sangue delle vittime del Mostro di Firenze. Sono storie di terrore collettivo, quelle su Pacciani e i “compagni di merende”. Eventi incomprensibili ai quali Giuttari ha provato a dare un senso, a muso duro contro ricostruzioni utilitaristiche e punti di vista talvolta discutibili dello Stato e delle forze dell’ordine; opponendosi alla “pista sarda” e all’ipotesi del serial killer solitario, ripartendo ogni giorno da capo per trovare una logica in un racconto sfilacciato e chiamando in causa personaggi intoccabili, troppo scomodi per un Paese che ha preferito accontentarsi di una mezza verità piuttosto che rompere equilibri di facciata. Ma Giuttari, rigoroso e caparbio, non ha mai smesso di credere negli uomini e nello Stato, e ha scelto di confessare tutto, raccontando la sua storia senza omettere nulla, neanche quei momenti in cui è stata la giustizia a voltare le spalle alla giustizia. Perché la verità, per un bravo poliziotto, ha sempre il diritto di venire a galla.
Michele Giuttari (1950) ha ricoperto incarichi alle Squadre Mobili di Reggio Calabria e Cosenza e alla Direzione investigativa antimafia di Napoli e Firenze, dove ha condotto con successo le indagini sulle stragi di mafia del 1993. Come capo della Squadra Mobile di Firenze, ha diretto le indagini sul «mostro». È autore di Compagni di sangue, scritto con Carlo Lucarelli (1999), Scarabeo (2004), La loggia degli innocenti (2005), Il mostro. Anatomia di un’indagine (2006) e Il basilisco (2007), tradotti nelle principali lingue e ora disponibili in Bur. The Times lo ha definito “il principale scrittore italiano di polizieschi”.

martedì 3 febbraio 2015

IN UN MONDO IPOTETICO È POSSIBILE CHE SI INCONTRINO TUTTE LE COSE CHE HANNO FATTO PARTE DELLA VITA E DELLA QUOTIDIANITÀ DI TUTTI, E IN QUALCHE MODO DIALOGHINO TRA DI LORO. IL MACININO DA CAFFÈ, LA SPUGNETTA PER GIRARE LE PAGINE, IL ROLLINO PER ATTACCARE I FRANCOBOLLI, IL RULLINO FOTOGRAFICO, I FRANCOBOLLI. SONO TUTTE COSE CHE UN TEMPO SONO STATE UTILI, QUASI IRRINUBCIABILI, MA CHE OGGI LE SI GUARDANO CON UN PO' DI NOSTALGIA E TENEREZZA PERCHÈ ORMAI SONO SUPERATE E DESUETE. UN PO' COME LUPI E ALFANO. MATTEO STAI SERENO. MASSIMO DE MURO

L’ESERCITO DELLE COSE INUTILI
di Paola Mastrocola
Einaudi Einaudi
euro: 14,88
In un gelido mattino di dicembre, un libro e un asino s’incontrano lungo una strada deserta. Il libro, in viaggio verso il meraviglioso “Paese delle cose inutili”, convince il vecchio asino a seguirlo. Dopotutto, un asino che non serve più a nessuno non potrà che trovarsi bene in un posto pieno di funamboli, cantori, raccoglitori di conchiglie, macinini da caffè, scollatoti di francobolli, trapiantatoti di primule, dizonari di latino e raccolte poetiche. Vivono là, tutti ammassati insieme e, secondo il libro, sono molto felici. L’asino Raimond, però, non si consola d’essere diventato inutile. La nostalgia lo tormenta e, ben presto, le lettere misteriose che riceve ogni settimana diventeranno il suo unico conforto. Foglio dopo foglio, scoprirà la storia di Guglielmo, un ragazzo introverso e sensibile che ha parecchio da raccontare, e un modo tutto suo di farlo. Conquistato da quella voce, Raimond deciderà di aiutarlo, di difenderlo dal temibile bullo che gli rovina i giorni e di entrare nella sua vita. Ma la sua non sarà un’impresa solitaria: lo strampalato “Esercito delle cose inutili” lo seguirà a ruota, perché ciò che è vecchio, desueto, ai margini, eccentrico, può essere mosso da un’energia misteriosa e seguire strade poco battute, dove l’utile e l’inutile sanno ribaltarsi l’uno nell’altro e diventare, forse, una sostanza nuova.
L’AUTRICE Paola Mastrocola è nata nel 1956 a Torino, dove tuttora risiede. Insegna lettere in un liceo scientifico. Fino al 1999 ha pubblicato poesie e saggi sulla letteratura del Trecento e Cinquecento. Dal 2000, presso Guanda ha pubblicato cinque romanzi (La gallina volante, Palline di pane, Una barca nel bosco, Più lontana della luna e La narice del coniglio), il pamphlet narrativo La scuola raccontata al mio cane, il romanzo-favola Che animale sei?

lunedì 2 febbraio 2015

UN TEMPO CIRCOLAVA UNA SIMPATICA BARZELLETTA SULL'ALLORA MINISTRO NICOLAZZI CHE OGGI TORNA BUONA PER L'ANGELINO POLTRONATO: "ARRIVÒ L'AUTO DEL MINISTRO SI APRI LA PORTIERA E NON SCESE NESSUNO". RARAMENTE IL PROSCENIO POLITICO È STATO CALPESTATO DA POLITICI IL CUI PESO SPECIFICO È PARI A QUELLO DEL SUGHERO. DI QUI L'APPELLATIVO DI ANGELINO IL SUGHERONE. MA IL MINISTRO SUGHERONE NON È L'UNICA VITTIMA DELL'OPERAZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, L'ALTRA È MATTEO RENZI STESSO, SI È INFILATO IN UN CUL DE SAC CON LE SUE STESSE MANI. HA IRRIGIDITO IN MANIERA QUASI IRREVERSIBILE IL SUO RAPPORTO CON SILVIOB, E SENZA I SUOI VOTI IL PERCORSO DELLE RIFORME IN SALSA DEMOCRISTIANA È IN SALITA, PERCHÉ DIFFICILMENTE VENDOLA VOTERÀ MISURE COME QUELLE CHE SONO CONTENUTE NEL JOB ACT. SE POI VOGLIAMO AGGIUNGERE CHE LA LEGGE ELETTORALE DEVE FARE ANCORA UN GIRO IN SENATO NON RESTA CHE UNA CONCLUSIONE: STAI SERENO MATTEO. MASSIMO DE MURO

LA MAFIA UCCIDE D’ESTATE
Cosa significa fare il ministro della Giustizia in Italia
di Angelino Alfano
Editore Mondadori
ebook euro: 8,99
Il 9 maggio 2008 Angelino Alfano fa il suo ingresso a via Arenula in qualità di ministro della Giustizia del nuovo governo Berlusconi.
E subito si trova coinvolto nella serie di commemorazioni delle tante persone – magistrati, preti, medici, politici, giornalisti, membri delle forze dell’ordine – cadute durante la loro eroica e implacabile lotta contro la mafia: in maggio Giovanni Falcone; in luglio Paolo Borsellino, Boris Giuliano e Rocco Chinnici; in agosto Ninni Cassarà; a settembre Carlo Alberto Dalla Chiesa, Pino Puglisi, Mauro De Mauro e Rosario Livatino… Uccisi in anni diversi, ma sempre, curiosamente, nel corso della più lunga e calda stagione del Meridione italiano.
La mafia uccide d’estate è l’autobiografia politica di un “antimafioso siciliano berlusconiano” e il racconto, personale e sincero, di un percorso di intensa partecipazione alla vita civile e di costante impegno istituzionale, che culmina nel triennio da Guardasigilli dedicato a fronteggiare tre grandi emergenze: la mafia, la lentezza dei processi e il sovraffollamento delle carceri. In un’analisi lucida e obiettiva, Alfano spiega come, attraverso gli strumenti della giustizia, anche la politica ha contribuito a combattere la criminalità organizzata, e ricorda quali azioni il suo ministero ha intrapreso per rendere efficiente il nostro sistema giudiziario e per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, cercando di non dimenticare mai che ogni detenuto è, innanzitutto, una persona. E, in particolare, si sofferma – senza nascondere la fatica, le amarezze e le accanite resistenze incontrate lungo il cammino – sul tentativo di attuare una riforma costituzionale della giustizia volta a modernizzarne il funzionamento e a favorire un armistizio tra politica e magistratura (il cosiddetto Lodo Alfano).
Un impegno, quello di Alfano, a tutto tondo, che non si esaurisce nel pur complesso scenario italiano, ma ha un meno noto e non per questo meno significativo sviluppo nello sforzo di “contribuire alla nascita dell’Europa dei diritti e dei doveri comuni”. È proprio nel quadro di una riflessione sulla giustizia al di fuori del nostro Paese e sull’opera dei Guardasigilli di tutti gli Stati del mondo per la creazione di uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, che assume un ruolo emblematico in queste pagine il resoconto appassionato del suo personale contributo al processo di consolidamento del sistema della giustizia internazionale, a partire da due presupposti fondamentali: il sentimento etico che rifiuta l’ingiustizia in ogni sua forma e la crescente consapevolezza della necessità di considerare alcuni crimini, particolarmente ripugnanti, alla stregua di violazioni perseguibili su scala universale.
AUTORE Angelino Alfano (Agrigento, 1970), laureato all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è avvocato e dottore di ricerca in diritto dell’impresa. È giornalista pubblicista dal 1989. Nel 1994 viene eletto consigliere provinciale nel collegio di Agrigento, e nel 1996 deputato all’Assemblea regionale siciliana, di cui è il più giovane componente e dove presiede il gruppo parlamentare di Forza Italia dal 1998 al 2001, anno in cui è eletto deputato al Parlamento nazionale in Sicilia occidentale nella lista di Forza Italia. È relatore della legge finanziaria dello Stato per l’anno 2003. Nominato coordinatore regionale di Forza Italia per la Sicilia nel febbraio 2005, si dimette il 7 maggio 2008. È rieletto deputato nel 2006 e nel 2008. Il 7 maggio 2008 è nominato ministro della Giustizia. Eletto segretario politico del PdL il 1° luglio 2011, lascia l’incarico di ministro della Giustizia il 27 luglio.