CONFESSO CHE HO INDAGATO. IN UN PAESE COME L’ITALIA CHE SI ACCONTENTA SEMPRE DELLE MEZZE VERITÀ PUR DI NON DISTURBARE I TANTI INTOCCABILI CHE SGUAZZANO RIDONO E FOTTONO. SIAMO IL PAESE DEI CASI IRRISOLTI, NON RIUSCIAMO MAI AD AVERE UN COLPEVOLE CERTO, A PARTIRE DAL BANDITO GIULIANO, IL CASO MATTEI, LA BANDA DELLA MAGLIANA, IL DELITTO PECORELLI, USTICA, CALVI, PACCIANI, GLADIO, IL COMMISSARIO CALABRESI SINO AI CASI DI CRONACA DEI GIORNI NOSTRI, COGNE, YARA, GARLASCO E TUTTI GLI ALTRI. MICHELE GIUTTARI INVESTIGATORE DI STATO PROVA A RICOSTRUIRE E A SPIEGARE PERCHÉ NON È POSSIBILE ARRIVARE A DARE DELLE RISPOSTE DEFINITIVE, PERCHÉ AD UN CERTO PUNTO DELLE RICERCHE SPUNTA LA RAGION DI STATO, LA SICUREZZA DEL PAESE, I SERVIZI SEGRETI CHE SI APPROPRIANO DEL CASO E TUTTO SI FERMA. COME SEMPRE TUTTO SI RICONDUCE AD UNA CONCLUSIONE SEMPLICE QUANTO CELEBRE, ANCHE SE ATTRIBUITA AD UN ALTRO UOMO DEI DISASTRI, MUSSOLINI: GOVERNARE GLI ITALIANI NON È DIFFICILE, È INUTILE. MASSIMO DE MURO

giuttari

CONFESSO CHE HO INDAGATO
di Michele Giuttari
Rizzoli Editore
ebook euro:8,99

Trent’anni di indagini raccontati in prima persona. Una storia così vera da sembrare un romanzo.

Pedinare, raccogliere indizi, confrontare le prove. E poi spaccarsi la testa su un caso fino all’alba, quando gli occhi bruciano e la schiena fa male. Non sono scene da thriller, ma pagine appassionate dell’autobiografia di Michele Giuttari, racconto fedele e spietato di un trentennio del nostro Paese e del vero lavoro di un poliziotto: una strada difficile, punteggiata di lotte e momenti bui ma anche di gioie e grandi soddisfazioni. Tutto comincia nel 1978 in Sardegna, tra disamistade e sequestri, per poi arrivare alla Calabria, dove Giuttari ha affinato le sue capacità investigative tra omertà e minacce, ’ndrangheta e rapimenti. Fino al periodo toscano, macchiato del sangue delle vittime del Mostro di Firenze. Sono storie di terrore collettivo, quelle su Pacciani e i “compagni di merende”. Eventi incomprensibili ai quali Giuttari ha provato a dare un senso, a muso duro contro ricostruzioni utilitaristiche e punti di vista talvolta discutibili dello Stato e delle forze dell’ordine; opponendosi alla “pista sarda” e all’ipotesi del serial killer solitario, ripartendo ogni giorno da capo per trovare una logica in un racconto sfilacciato e chiamando in causa personaggi intoccabili, troppo scomodi per un Paese che ha preferito accontentarsi di una mezza verità piuttosto che rompere equilibri di facciata. Ma Giuttari, rigoroso e caparbio, non ha mai smesso di credere negli uomini e nello Stato, e ha scelto di confessare tutto, raccontando la sua storia senza omettere nulla, neanche quei momenti in cui è stata la giustizia a voltare le spalle alla giustizia. Perché la verità, per un bravo poliziotto, ha sempre il diritto di venire a galla.

AUTORE Michele Giuttari (1950) ha ricoperto incarichi alle Squadre Mobili di Reggio Calabria e Cosenza e alla Direzione investigativa antimafia di Napoli e Firenze, dove ha condotto con successo le indagini sulle stragi di mafia del 1993. Come capo della Squadra Mobile di Firenze, ha diretto le indagini sul «mostro». È autore di Compagni di sangue, scritto con Carlo Lucarelli (1999), Scarabeo (2004), La loggia degli innocenti (2005), Il mostro. Anatomia di un’indagine (2006) e Il basilisco (2007), tradotti nelle principali lingue e ora disponibili in Bur. The Times lo ha definito “il principale scrittore italiano di polizieschi”.