venerdì 6 febbraio 2015

ANCORA UNA VOLTA L'INTUIZIONE DI FAUSTO BERTINOTTI È CORRETTA, IL PRIMO ARTICOLO DELLA COSTITUZIONE AFFERMA CHE LA REPUBBLICA ITALIANA È FONDATA SUL LAVORO. SI DEVE SOLO CERCARE DI AGGIORNARE L'INTERPRETAZIONE DI QUESTO PASSAGGIO. COSA VUOL DIRE OGGI LA PAROLA LAVORO? VUOL DIRE AVERE UN REDDITO? IL NOSTRO MODO DI VIVERE È IMPOSTATO SUL REDDITO, SENZA QUESTO NON È POSSIBILE ACCEDERE A NESSUN BENEFICIO SU CUI IMPOSTARE LA PROPRIA VITA. È NEGATO L'ACCESSO AL CREDITO PER LA CASA, ASSEGNI FAMILIARI, ASILI ECC...QUINDI LA REPUBBLICA DEVE ESSERE FONDATA SUL REDDITO? TEMO CHE IN QUESTO CASO SI DEBBA CERCARE UN MODO PER ESTENDERE IL BACINO DI COLORO CHE POSSANO ACCEDERE AD UN REDDITO MINIMO. PER FARE QUESTO SI DOVREBBE POTER ATTINGERE ALLE CASSE DELLO STATO CHE AL MOMENTO SEMBRA SIANO VUOTE. IL TRATTATO CAPESTRO DI MAASTRICHT NON CI PERMETTE DI SFORARE I PARAMETRI IMPOSTI E QUINDI SI TORNA AL VIA SENZA RITIRARE I VENTI EURO. MASSIMO DE MURO

COLPITA AL CUORE
Fausto Bertinotti
Perché l’Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro
Castelvecchi Editore
euro: 10,20
Se oggi venisse chiamato un costituzionalista, da una qualsiasi parte del mondo, a soggiornare nel nostro Paese e gli fosse chiesto di riformulare l’articolo 1 della Costituzione in modo che corrisponda alla realtà presente, cosa scriverebbe? Volendo aderire alla dura verità dei fatti non potrebbe che sancire che l’Italia è una Repubblica «fondata sul mercato». La costituzione materiale che ha preso corpo nell’ultimo quarto di secolo ha eroso le basi della Carta e, infine, ne ha prodotto il rovesciamento. Ma chi sono gli assassini della Costituzione e dell’articolo 1, che ne è l’architrave? E come è potuto accadere che abbiano avuto mano libera? L’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti tenta di rispondere a tutti questi interrogativi e ripercorre la storia d’Italia – e del lavoro – partendo dai «trenta anni gloriosi» iniziati con la promulgazione della Carta del ’48 per arrivare al Jobs Act del governo Renzi.
«Il trattato di Maastricht fissa i limiti che il deficit e il debito degli Stati nazionali non possono superare. Perché non fissa almeno con altrettanta pregnanza il limite massimo di disoccupazione accettabile o di inquinamento atmosferico?»
AUTORE Fausto Bertinotti nato a Milano il 22 marzo 1940. Dal 1975 al 1985 è stato segretario piemontese della Cgil. Nel 1985 viene eletto nella segreteria nazionale della Cgil, dove rimane fino al 1994, quando diventa segretario nazionale di Rifondazione comunista, incarico che ricoprirà per 12 anni. Nel 2004 viene eletto presidente del Partito della sinistra europea (Pse). Il 29 aprile del 2006 viene eletto presidente della Camera dei deputati. Tra i suoi libri: Devi augurarti che la strada sia lunga, con Ritanna Armeni e Rina Gagliardi (2009), La discorde amicizia. Lettere sulla sinistra (2013), Sempre daccapo, con padre Roberto Donadoni (2014). Dal maggio 2007 è direttore della rivista bimestrale, da lui fondata, «Alternative per il socialismo» mentre nel dicembre 2011 dà vita alla Fondazione Cercare Ancora, di cui è presidente.

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