venerdì 13 febbraio 2015

BUONO L'INTERROGATIVO CHE SI PONE GIAMPAOLO PANSA. È AVVICINABILE IL FUTURO LEADER DELLA DESTRA SALVINI AI PADRI NOBILI CHE LO HANNO PRECEDUTO? PERSONALITÀ COME GIOVANNI GUARESCHI, IL COMANDANTE JUNIO VALERIO BORGHESE, GIORGIO ALMIRANTE, FRANCO FREDA E INDRO MONTANELLI? SI, MA TEMO NON SIA QUESTO IL MODO DI PORRE IL CONFRONTO. GLI APPENA CITATI VENGONO DA UN PERIODO IN CUI IL NOSTRO ERA UN PAESE CONTADINO, CHE USCIVA DALLA GUERRA E CHE CERCAVA DELLE FIGURE ILLUMINATE E DOTTE CHE POTESSERO IN QUALCHE MODO INDICARE LA VIA DELLA RINASCITA. ERA UN'EPOCA CARATTERIZZATA DA UNA FORTE MILITANZA IDEOLOGICA ALIMENTATA DALLA TRASFORMAZIONE INDUSTRIALE DEL PAESE. LE CONTRAPPOSIZIONI ERANO TRA CHI AVEVA SCELTO LA VITA DELLA FABBRICA E PERSEGUIVA UN'IDEA DI SOCIALITÀ, E CHI ERA RIMASTO ALLA PROPRIA REALTÀ CONTADINA. OGGI QUESTO MODO DI RAPPRESENTARSI NON ESISTE PIÙ, SALVINI NON RAPPRESENTA NESSUNA IDEOLOGIA MA SOLO UN MODO DI AMMINISTRARE I TERRITORI. OGGI SIAMO TUTTI DI DESTRA E DI SINISTRA A SECONDA DEL PROBLEMA CHE SI DEVE AFFRONTARE. PER CONCLUDERE, NON ESISTONO PIÙ COMUNISTI E FASCISTI, OGGI SIAMO TUTTI UN PO' DEMOCRISTIANI NELL'ACCEZIONE MIGLIORE DEL TERMINE, ABBIAMO CAPITO CHE NON È PIÙ TEMPO DI SCEGLIERE UNO O L'ALTRO, MA È GIUNTO IL TEMPO DI CERCARE PER OGNI TEMA IL GIUSTO COMPROMESSO. MASSIMO DE MURO

LA DESTRA SIAMO NOI
di Giampaolo Pansa
Rizzoli Editore
ebook euro: 9,99
UNA CONTROSTORIA ITALIANA DA SCELBA A SALVINI
Su alcune figure non esistono dubbi. Fra gli antenati della destra italiana troviamo Giovanni Guareschi, il comandante Junio Valerio Borghese, Giorgio Almirante, Franco Freda, Indro Montanelli. Possiamo domandarci se a loro sia giusto affiancare i democristiani Mario Scelba e Amintore Fanfani, grandi manager come Eugenio Cefis e Cesare Romiti, un eroe civile come Giorgio Ambrosoli, un leader nascente come Matteo Salvini. Ritiene di sì Giampaolo Pansa, rovesciando un luogo comune che considera la destra una piccola parrocchia di pochi fanatici e di bombaroli neri. Gli avversari l’hanno sempre dipinta così. Tanto da spingere molti elettori moderati, conservatori o nostalgici del fascismo a pensare che la loro parte politica non fosse necessaria alla democrazia, mentre lo erano i cattolici e i comunisti. Pansa ribalta il verdetto che giudica senza patria milioni di italiani. Lo fa sin dal titolo del suo nuovo libro: La destra siamo noi. Non è un brillante paradosso. È la sintesi di una verità: pure chi si schiera dietro una bandiera che la maggioranza rifiuta, appartiene alla storia italiana. Anche perché tutti siamo un po’ di destra e su alcune questioni in modo deciso. Del resto gli esseri umani hanno un connotato comune: la doppiezza, una natura ibrida capace di passare da un’opinione a quella opposta. Allora perché negare che la destra abbia lo stesso diritto di esistere che la sinistra riserva soltanto a se stessa? Il realismo sfacciato di Pansa, autore estraneo ai califfati culturali, ci presenta un affresco dell’Italia costruito su storie e personaggi in apparenza contradditori. In queste pagine scompare la frontiera che separa l’ideologia e le sue gabbie di carta dai fatti della vita, i crimini politici dalle bizzarrie che nascono nel lato oscuro di ciascuno. Qui il lettore troverà anche casi estremi. La maîtresse in gramaglie per la chiusura delle case di tolleranza. Il travestito che si porta a letto un senatore democristiano. L’orrore che strazia una squillo missina. L’amore proibito tra la ragazza nera e quella rossa. Sino all’enigma della strage di Bologna: un’apocalisse fascista o una rappresaglia dei palestinesi? La destra siamo noi ci fa riscoprire settant’anni di vita italiana oggi confinati nel buio. Un’epoca in fondo più rassicurante di questo 2015, così carico di pessimi presagi.
AUTORE Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive su “Libero” e ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra gli ultimi libri pubblicati da Rizzoli ricordiamo I vinti non dimenticano (2010), La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti (2012) e Sangue, sesso e soldi. Una controstoria d’Italia dal 1946 a oggi.

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