giovedì 12 febbraio 2015

LA FIERA DELLE VERITÀ NON DETTE. SI RICORDERÀ L'INIZIO DELLE DISPUTE TRA PUTIN E IL GOVERNO DI KIEV. NEL TERRITORIO UCRAINO PASSANO LE TUBATURE CHE PORTANO GAS E PETROLIO DI PRODUZIONE RUSSA SINO ALL'EUROPA. PER QUESTO TRANSITO IL GOVERNO UCRAINO HA DIRITTO AD UN RICONOSCIMENTO ECONOMICO, E PRETENDE DI SCONTARE QUESTO DIRITTO DI PASSAGGIO DALLA BOLLETTA PETROLIFERA CHE DEVE PAGARE ALLA RUSSIA. MOSCA, NELLA PERSONA DEL SUO ZAR NON È DELLA STESSA IDEA, E DOPO AVER CONCORDATO UN PREZZO PER LA BOLLETTA UCRAINA SI È RESO CONTO DI DOVER AGGIUNGERE ANCORA DENARO PER SALDARE IL COSTO DELL’ATTRAVERSAMENTO. A QUESTO PUNTO IN BARBA AGLI ACCORDI PRESI LO ZAR DEL CREMLINO DECIDE DI STRACCIARE L'INTESA E AUMENTARE IL PREZZO DEL GAS ALL'UCRAINA. DI QUI INIZIA LA CONTESA. PUTIN FINANZIA E ARMA I RIBELLI PER RIBALTARE IL GOVERNO DI KIEV SOLO PER OTTENERE IL VIA LIBERA PER I SUOI PRODOTTI COMBUSTIBILI. SOLO QUESTO È IL PROBLEMA, NON C'ENTRA L'IDEOLOGIA POLITICA LE ETNIE LE MAZZE E I CANGURI. SOLO SOLDI, NIENTE PIÙ. SE INVECE DI FARE LE SCENEGGIATE DI RICONCILIAZIONE SI DECIDESSERO AD AFFRONTARE IL PROBLEMA PER IL VERSO CORRETTO SI ARRIVEREBBE AD UN RISULTATO. MASSIMO DE MURO

PUTIN E LA RUSSIA
Irresistibile e anacronistico ritorno all’autocrazia
di Lorenzo Gianotti
euro: 19,47
L’ambasciatore americano a Mosca l’ha definita uno “Stato mafioso”, dominato da una cleptocrazia autoritaria e corrotta che prende l’alta burocrazia, gli oligarchi e la criminalità organizzata sotto la ferula di Putin. Per la verità era stato il procuratore spagnolo José Grinda Gonzales a ricorrere per primo all’espressione di “Stato mafioso”, quando in un documento giudiziario aveva rilevato che per raggiungere i suoi scopi politici il governo russo era ricorso alla criminalità organizzata, consegnando ad essa settori economici d’importanza strategica. Negli anni della senescenza di Brežnev, il Kgb restava il più efficiente apparato sovietico, dunque il solo che realisticamente potesse colmare il vuoto di potere; e quando l’Urss collassava e ogni sovietico stentava a raccapezzarsi, «quando tutti si trovavano alla spasmodica ricerca di nuove visioni, Putin restò fedele alla disciplina della corporazione », e fu in quella circostanza che accumulò i titoli necessari a scalare i vertici del potere. In qualche intellettuale la sua apparizione aveva suscitato un temperato stupore. Aleksander Zinovev lo riteneva l’unico personaggio capace di resistere alla sconvolgente americanizzazione della Russia e di assicurare la stabilizzazione del paese. A sua volta Solženicjn distingueva tra la sua piattaforma politica iniziale, in evidente continuità con le rovinose scelte di El’cin, e il successivo profilarsi di una personalità capace di rimediare ai disastri degli anni novanta.
AUTORE Lorenzo Gianotti Ha una consolidata conoscenza della Russia e dell’est europeo. Tra le opere pubblicate citiamo: L’Ottobre ungherese sulla rivolta magiara dell’autunno 1956 (1986); Gli operai della Fiat hanno cento anni (1999); L’enigma Codeca (2002); Umberto Terracini. La passione civile di un Padre della Repubblica, Editori Riuniti, 2005. Collabora con il quotidiano Il Secolo XIX. È stato senatore della Repubblica (Pci, Pds) nel corso di tre legislature.

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