martedì 24 febbraio 2015

MAURIZIO LANDINI SI CANDIDA A DIVENTARE IL TSIPRAS ITALIANO. È IL CASO SIGNOR LANDINI? IL LEADER DI SYRIZA HA RACCOLTO I VOTI DEI SUOI CONCITTADINI ORMAI SFIBRATI DALL'AUSTERITY PROMETTENDO LORO LA RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO O IN ALTERNATIVA L'USCITA DALLA MONETA UNICA. AVEVA GARANTITO DI ESSERE IN GRADO DI LIBERARE IL POPOLO GRECO DALLA MORSA DELLA TROICA E ASSICURATO DI ALZARE IL REDDITO MINIMO AD UN LIVELLO ACCETTABILE. COSA È SUCCESSO? HA OTTENUTO UNO SPOSTAMENTO DI QUATTRO MESI PER IL PAGAMENTO SEMESTRALE DEL DEBITO IN CAMBIO DELL'ACCETTAZIONE TOUT COURT DEGLI ACCORDI SOTTOSCRITTI DAI GOVERNI PRECEDENTI E NULLA PIÙ. SENZA CONTARE CHE SIPRAS PER FORMARE IL GOVERNO HA DOVUTO DAR VITA AD UNA COALIZIONE CON L'ESTREMA DESTRA GRECA. È QUESTO TIPO DI OPERAZIONE CHE HA IN MENTE LEI SIGNOR LANDINI? HA GARANTITO DI NON AVER INTENZIONE DI FAR NASCERE UN NUOVO PARTITO, MA DI VOLER DARE VOCE AD UN NUOVO MOVIMENTO, IMBARCANDO MAGARI I RAMI SECCHI COME COFFERATI CIVATI E SIMILI... LA GIOSTRA ELETTORALE TRA POCO SI METTERÀ IN MOTO, E A CERCARE DI AFFERRARE IL CODINO C'È UN CONCORRENTE IN PIÙ. AUGURI SIGNOR LANDINI. MASSIMO DE MURO

FORZA LAVORO
di Maurizio Landini
Feltrinelli Editore
ebook euro: 9,99
“Si parla di una forte politicizzazione del sindacato, e le proposte che nascono da questo confronto nel pieno della crisi-trasformazione dovrebbero essere la base per un programma politico generale. L’obiettivo deve essere che nessun lavoratore, giovane, pensionato si senta o sia lasciato solo, in balia del capitalismo e dei suoi poteri.” È la democrazia, fuori e dentro al sindacato, la chiave per non essere travolti dalla crisi.
Se le diseguaglianze crescono, la recessione non si ferma, i governi traballano e i padroni chiudono, delocalizzano, ricattano, come si fa a restituire al lavoro la centralità che pure la nostra Costituzione proclama nel suo primo articolo? E qual è il ruolo del sindacato in questi nuovi scenari? È vero che la classe operaia non esiste più, che la sua rappresentanza è in crisi, che non ci possiamo più permettere lo stato sociale e le garanzie che abbiamo conosciuto negli scorsi decenni (e che erano state conquistate, appunto, grazie a dure lotte sindacali)? In questo libro, Maurizio Landini, una delle voci più ascoltate, e fuori dal coro, della nostra vita pubblica, affronta i nodi irrisolti della realtà italiana. Partendo dalla crisi, dalla rabbia sociale, dalle condizioni del paese, della gente, dei lavoratori e passando per l’impotenza della politica, la sottovalutazione dei media, le logiche perverse dell’economia finanziaria e globalizzata, Landini tenta di proporre una visione alternativa al pensiero unico liberista. Una visione che passa attraverso diritti da difendere (non solo quello al lavoro, ma anche alla salute, alla scuola e al welfare in generale), precarietà e disoccupazione da combattere anche grazie a un reddito di cittadinanza, ma soprattutto attraverso un investimento massiccio in democrazia, cominciando dal sindacato. “Noi oggi siamo impegnati in primo luogo nella costruzione di un sindacato democratico e nella riunificazione del lavoro.[...] Così a chi periodicamente mi chiede perché non mi impegni di più in politica – o più prosaicamente ‘perché non ti candidi’ – rispondo che la Fiom è già in campo da anni e grazie alle lotte dei metalmeccanici siamo diventati un punto di riferimento anche fuori dal mondo del lavoro: spesso giovani, precari, lavoratori di altre categorie e tanti cittadini ci chiedono ‘come si fa a iscriversi alla Fiom non essendo metalmeccanici’.”
AUTORE Maurizio Landini (1961) è metalmeccanico da una vita e segretario generale della Federazione impiegati operai metallurgici dal 2010. Ha pubblicato il libro-intervista con Giancarlo Feliziani Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo (Bompiani, 2011) e Forza lavoro (Feltrinelli, 2013).

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