venerdì 13 marzo 2015

ECCO FATTO, HANNO ASSOLTO SILVIOB DA TUTTE LE ACCUSE. È BASTATA LA PAROLA "ASSOLUZIONE" E COME D'INCANTO I PASDARAN FORZISTI CHE VIVONO DI LUCE RIFLESSA DEL LORO LEADER RIGONFIANO IL PETTO E CON LA FACCIA TIPICA DEL "IO L'AVEVO DETTO" OSTENDONO LA PAROLA ASSOLUZIONE SUL LORO IDOLO COME FOSSE UNA SINDONE. NON BADANO NEMMENO TROPPO AL FATTO CHE L'ASSOLUZIONE È STATA DISPOSTA NON PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE, MA SOLO PERCHÉ NON È POSSIBILE DETERMINARE L'INDUZIONE ALLA PROSTITUZIONE. LASCIA FARE SE POI SI SONO DIMENTICATI I PROCEDIMENTI ANCORA IN CORSO PER APPROPRIAZIONE INDEBITA E FALSO IN BILANCIO, CHE IL CASO MILLS SIA STATO ARCHIVIATO DOPO AVER ABBREVIATO I TEMPI DELLA PRESCRIZIONE CON APPOSITA LEGGE. CHE SI È CAMBIATA LA NORMA SUL FALSO IN BILANCIO PER EVITARE ALLA PROCURA DI PROCEDERE NELLE CAUSE ALL IBERIAN, IL CALCIATORE LENTINI ED I BILANCI FININVEST. CHE IMPORTANZA POSSONO AVERE QUESTI STUPIDI DETTAGLI DI FRONTE ALLA GRANDEZZA DELLA PAROLA SILVIOB ASSOLTO. IN FIN DEI CONTI LO AVEVANO ACCUSATO DI AVER PAGATO LE MIGNOTTE IN CONTANTI E PER QUESTO IL PAGAMENTO RISULTA NON RINTRACCIABILE. CHE SCIOCCHI, È RISAPUTO CHE VANNO TUTTI A MIGNOTTE E PAGANO LE PRESTAZIONI CON IL BANCOMAT, LUI È STATO SOLO PIÙ FURBO... masimo.demuro@iltrovalibri.it

Già protagonista di un racconto di trenta pagine, scritto da Luttazzi nel 1999 e subito distrutto, il personaggio dell’imprenditore spudorato e nello stesso tempo ammaliatore di masse si concretizza artisticamente, dopo anni di tentativi e ripensamenti, nel Lolito di questo romanzo.
L’intera opera, sotto forma di una confessione spregiudicata, include, senza scrupoli, un profluvio di parole e di situazioni così sconce che neppure il gagliardo filisteo più rotto alle convenzioni moderne riuscirebbe a restarne indifferente; ma se, per accontentare i perbenisti, l’editore tentasse di diluire o di omettere scene che un certo tipo di mentalità definirebbe “afrodisiache”, si dovrebbe rinunciare del tutto alla pubblicazione del testo, in quanto queste scene, che potrebbero essere accusate, a torto, di una loro sensuale autonomia, sono invece le più strettamente funzionali allo sviluppo di una vicenda tragica che mira, senza tentennamenti, all’apoteosi morale. Ancor più cospicuo del valore letterario, infatti, è l’impatto etico che il libro, incolume, dovrà avere sul lettore serio, affinché da questo abominevole tentativo d’espiazione individuale derivi un magistero di carattere generale.
La minorenne traviata, la madre tardona, l’ansimante maniaco, infatti, non sono soltanto personaggi vividi di una storia esecranda, ma funzioni narrative che, additando mali potenti, mettono in guardia contro tendenze pericolose. Educare una generazione migliore per edificare un mondo più elegante: questo il grande monito che sale dalle pagine del libro, questa la grande responsabilità che i tempi ci impongono, questa la grande sfida che ci attende.
Tocca a noi. A ciascuno e a tutti.
AUTORE Daniele Luttazzi è nato a Pietroburgo nel 1961 da una famiglia dell’antica aristocrazia russa. Grazie alla glasnost’ poté trasferirsi in italia e ne adottò la lingua, che adopera tuttora con la medesima disinvoltura del suo idioma natio. Dopo aver introdotto nella tv del Bel paese, con un monologhetto di 15 minuti a “Raiperunanotte”, un’atmosfera di spontaneità divertente e controversa, in questo nuovo libro Luttazzi continua quella polemica combustibile liberando appieno la propria incantevole personalità, che un critico ha definito “l’equivalente umano del chewing gum che ti si appiccica sotto le suole”.

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