mercoledì 25 marzo 2015

QUESTO PAESE HA INTERESSE A LIBERARSI VERAMENTE DELLA MAFIA? O MEGLIO, QUANTI HANNO IL DESIDERIO REALE DI CAMBIARE LE COSE? È NOTIZIA DI QUESTI GIORNI CHE L'INTELLIGENCE ITALIANA HA SCOPERTO, ISOLATO E PRATICAMENTE ELIMINATO LA CELLULA TERRORISTICA DELL'ISIS CHE TRAMAVA IN PIEMONTE. ALLORA QUANDO SI VUOLE ACCHIAPPARE VERAMENTE QUALCUNO LO SI ACCHIAPPA SUBITO. COSÌ COME QUANDO RIUSCIRONO AD ELIMINARE LE BRIGATE ROSSE IN TEMPI RAGIONEVOLI, FORSE PERCHÉ QUESTI SPARAVANO PROPRIO AI POLITICI. LA LOTTA ALLA MAFIA INVECE È SEMPRE UNA COSA POCO CHIARA, SEMBRA UNA MALATTIA INFETTIVA DA CUI NON È POSSIBILE LIBERARSI. L'UNICA VOLTA CHE IN QUESTO PAESE È SEMBRATO ESSERE ARRIVATI AD UN PASSO DALLA VITTORIA DELLO STATO SU COSA NOSTRA RISALE AI TEMPI DEL MAXI PROCESSO DI PALERMO, QUANDO CARABINIERI, POLIZIA E MAGISTRATI SI ALLEANO IN UN'AZIONE CONGIUNTA CON LA COLLABORAZIONE DEL SUPER TESTIMONE TOMMASO BUSCETTA. MA ANCHE QUELLA VOLTA LE COSE AD UN CERTO PUNTO SI FERMARONO ED IL VERO NEMICO RIMASE SENZA VOLTO: UN OSCURO, AMBIGUO POTERE POLITICO CHE PRIMA NEGÒ MEZZI, RISORSE E POSSIBILITÀ, E POI SMANTELLÒ LA SQUADRA FACENDO IL RESTO PER INSABBIARE TUTTO ANCORA UNA VOLTA. È EVIDENTE CHE SINO AD UN CERTO PUNTO SI CHIAMA COSA NOSTRA, POI SI SALE DI LIVELLO E DIVENTA COSA LORO, E CI SI DEVE FERMARE... massimo.demuro@iltrovalibri.it

NOI, GLI UOMINI DI FALCONE
di Angiolo Pellegrini e Francesco Condoluci
Sperling & Kupfer Editore
ebook euro: 9,99
La guerra che ci impedirono di vincere
Palermo, gennaio 1981. Il capitano Angiolo Pellegrini assume il comando della sezione Anticrimine dell’Arma dei carabinieri. Un ruolo scomodo: la mafia in Sicilia ha seminato una lunga scia di cadaveri eccellenti e tiene l’isola sotto scacco. Molto più di quanto si voglia ammettere. Unica speranza, un giudice palermitano che con alcuni colleghi ha fatto della lotta alle cosche la sua missione: Giovanni Falcone. Ha bisogno però di uomini fidati che portino avanti le indagini a modo suo. E Pellegrini non si tira indietro: mette insieme una squadra di fedelissimi – la banda del «capitano Billy The Kid» – e va a infilare il naso dove nessuno ha mai osato, guadagnandosi l’amicizia e la stima del magistrato. Mentre i viddani di Totò Riina e Binnu Provenzano falcidiano a colpi di kalashnikov le vecchie famiglie, carabinieri, polizia e magistrati si alleano in un’azione congiunta che culmina nel rapporto dei 162 e nell’estradizione di Tommaso Buscetta. Il maxiprocesso potrebbe essere il colpo decisivo, e invece… Questo libro ricostruisce dall’interno, a ritmo serrato, il periodo più drammatico ed eroico della guerra a Cosa Nostra: quello che vide uno sparuto gruppo di uomini coraggiosi combattere davvero e dare nuova speranza alla Sicilia; ma anche quello che vide cadere Dalla Chiesa, D’Aleo, Chinnici, Cassarà, Montana. Forse inutilmente, perché il vero nemico rimase senza volto: un oscuro, ambiguo potere politico che prima negò mezzi, risorse e possibilità, e poi smantellò la squadra. In fondo, a voler vincere quella guerra, erano davvero in pochi.
AUTORI
Angiolo Pellegrini, generale dell’Arma dei Carabinieri, è stato comandante della sezione antimafia di Palermo dal 1981 al 1985. Come uomo di fiducia del pool, ha portato a compimento le più importanti indagini nei confronti di Cosa Nostra, che racconta qui per la prima volta.
Francesco Condoluci, giornalista, si è occupato a lungo di mafia, inchieste ed economia per il Quotidiano della Calabria e per Il Sole 24 Ore.

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