martedì 24 marzo 2015

RAFFAELE CANTONE GIOVANE MAGISTRATO, SI PONE LA DOMANDA CHE ANCHE I PIÙ OTTIMISTI HANNO SMESSO DI PORSI DA MOLTO TEMPO. LIBERARSI DALLA CORRUZIONE PER CAMBIARE IL PAESE, O CAMBIARE LE REGOLE E RIPARTIRE PER RICOSTRUIRE L'ITALIA? BENE SIGNOR CANTONE, DA DOVE INIZIAMO? CAMBIAMO PARTE DELLA COSTITUZIONE? CI ABBIAMO PROVATO NON SI RIESCE. DIAMO UNA SISTEMATA ALLA MAGISTRATURA? NON SI PUÒ. CERCHIAMO DI ELIMINARE GLI SPRECHI? IMPOSSIBILE. CAMBIARE I TIMONIERI DEL GOVERNO? ABBIAMO PROVATO ANCHE QUESTO, GIOVANI, VECCHI, ESPERTI, RICCHI, POVERI, BELLI, BRUTTI ALTI E BASSI. GIÀ FATTO, RISULTATO: ZERO. NON CI SIAMO FATTI MANCARE NEMMENO I TECNICI I BUROCRATI E I CANTANTI DA LOVE BOAT. LE ABBIAMO PROVATE VERAMENTE TUTTE. CI MANCANO SOLO GLI STRANIERI, PRENDERE QUALCHE POLITICO BUONO DA ALTRI PAESI FACENDOLI SCEGLIERE DA MASSIMO FERRERO PRESIDENTE DELLA SAMPDORIA O DA AURELIO DE LAURENTIS DEL NAPOLI O DI RASSEGNARCI ALLA SORTE, METTERE I NOMI IN UN BUSSOLOTTO E SPERARE NELLA FORTUNA. ANCHE SE CON I SORTEGGI DURANTE L'EPOCA MOGGI NON CI È ANDATA MOLTO BENE. ESAURITE TUTTE QUESTE POSSIBILITÀ NE RESTA SOLO UNA: CAMBIARE GLI ITALIANI, MA TUTTI TUTTI, PER ESTIRPARE IL CARCINOMA ALLA RADICE... massimo.demuro@iltrovalibri.it

IL MALE ITALIANO
di Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo
Rizzoli Editore
ebook euro: 9,99
LIBERARSI DALLA CORRUZIONE PER CAMBIARE IL PAESE
Vent’anni dopo Tangentopoli, il cancro d’Italia è sempre più esteso. Dobbiamo rassegnarci a essere un Paese corrotto? O possiamo ripartire con nuove regole che restituiscano dignità ed efficenza?
Per troppo tempo gli italiani si sono rassegnati a una rete di malaffare che avvinghia e soffoca tutte le forze del Paese: la politica, l’imprenditoria, gli uffici pubblici, fino a minare le fondamenta della vita civile. È un sistema paralizzato, dove le bustarelle sono l’unico metodo per sbloccare una pratica o conquistare un appalto, che inghiotte le risorse necessarie per far ripartire l’economia e non dà spazio alle energie positive. Un meccanismo che è diventato insostenibile e va combattuto introducendo nella società gli anticorpi che riconsegnino ai cittadini la fiducia in un futuro senza mazzette né intrallazzi, dove i meriti e le capacità riescano ad affermarsi. In questo libro il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone e il giornalista Gianluca Di Feo, ripercorrendo le vicende del Mose di Venezia, dell’Expo di Milano e di Mafia Capitale a Roma, si confrontano per individuare i problemi chiave del nostro Paese e per suggerire delle soluzioni. Per lasciarsi alle spalle l’Italia delle tangenti occorre una rivoluzione culturale che, come suggerisce Cantone, non deve aver paura di far piazza pulita, perché il tempo stringe e “bisogna cogliere ogni occasione per dare un segnale forte: cambiare gli uomini e innovare le strutture, per dimostrare concretamente che siamo capaci di intervenire e sanare le ferite”.
AUTORI
Raffaele Cantone, già pm alla Direzione distrettuale antimafia, è magistrato della Cassazione e attualmente presidente dell’Autorità anticorruzione con l’incarico di vigilare su Expo 2015. Ha pubblicato Solo per giustizia (Mondadori 2008), I gattopardi (Mondadori 2010, con Gianluca Di Feo) e Operazione Penelope (Mondadori 2012).
Gianluca Di Feo, giornalista, si occupa da vent’anni, prima al “Corriere della Sera” e ora all’“Espresso”, di criminalità organizzata, corruzione, traffico d’armi e servizi segreti. In BUR ha pubblicato Veleni di Stato (2010).

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