“È una storia vera”: con queste parole, isolate e potenti, si chiude la presentazione sul retro di copertina. E semmai il lettore, conquistato da una scrittura rapida ed energica, volesse dimenticarsi di questo patto istituito con l’autore, a ricordarglielo ci pensano frammenti di verità riportata senza omissioni, le parole che Andrea consegna attraverso il computer grazie a quel mistero che è la comunicazione facilitata. Testimonianze concrete che l’autore trascrive fedelmente differenziandole da un punto di vista grafico, così che interrompano lo scorrere della narrazione costringendoci a fare i conti con l’irrompere dell’autentico e con le lacrime della commozione che difficilmente sarà possibile trattenere, mentre la scrittura di Ervas cerca di muoversi nei drammi che attraversa senza cedere al sentimentalismo, facendo piuttosto risuonare l’anima rock del padre, senza indugiare nelle descrizioni di circostanze difficili o nella fatica che può diventare la malattia di Andrea, ma tratteggiando come macchie di colore l’aspetto potente delle situazioni insieme a quello buffo, il problema mescolato alla soluzione o alla possibilità di guardarlo altrimenti.
SE TI ABBRACCIO NON AVER PAURA FULVIO ERVASÈ una storia vera? Sì, è una storia accaduta. Fulvio Ervas non ha tradito Franco Antonello così come Franco Antonello non ha tradito Andrea. Ma forse l’amore che intride questo racconto è ciò che sfuma un po’ il concetto di vero o che dovrebbe sfumare soprattutto il bisogno che abbiamo di questa parola, specialmente se con essa vorremmo veicolare una speranza di riscatto collettivo che non è quello che questa storia consente: perché non è proprio possibile, molto spesso, e proprio per le differenti condizioni in cui si trovano molte famiglie, non solo in termini di disponibilità ma anche di immaginazione, disegnare una vita come quella che Franco è stato capace di progettare per il proprio figlio. Del resto sono proprio Antonello e Ervas stessi a ripeterlo: non hanno voluto scavalcare le verità scientifiche o presentare un nuovo manuale di istruzioni per l’uso.
Se la testimonianza non è gesto politico né necessità etica, come accade quando le condizioni di una situazione la rendono tanto singolare da non consentirle di farsi modello per pensare altrimenti circostanze altrettanto difficili, eccezione dunque più che esempio, il rischio è che l’autenticità si riduca a essere soltanto strumento retorico. In fondo, se la letteratura è potente, comunica aprendo orizzonti di possibilità e facendoli percepire senza dover fare leva, per dar da pensare e sentire, su un qualche certificato di realtà.
SE TI ABBRACCIO NON AVER PAURA FULVIO ERVASÈ una storia vera? Sì, è una storia accaduta. Fulvio Ervas non ha tradito Franco Antonello così come Franco Antonello non ha tradito Andrea. Ma forse l’amore che intride questo racconto è ciò che sfuma un po’ il concetto di vero o che dovrebbe sfumare soprattutto il bisogno che abbiamo di questa parola, specialmente se con essa vorremmo veicolare una speranza di riscatto collettivo che non è quello che questa storia consente: perché non è proprio possibile, molto spesso, e proprio per le differenti condizioni in cui si trovano molte famiglie, non solo in termini di disponibilità ma anche di immaginazione, disegnare una vita come quella che Franco è stato capace di progettare per il proprio figlio. Del resto sono proprio Antonello e Ervas stessi a ripeterlo: non hanno voluto scavalcare le verità scientifiche o presentare un nuovo manuale di istruzioni per l’uso.
Se la testimonianza non è gesto politico né necessità etica, come accade quando le condizioni di una situazione la rendono tanto singolare da non consentirle di farsi modello per pensare altrimenti circostanze altrettanto difficili, eccezione dunque più che esempio, il rischio è che l’autenticità si riduca a essere soltanto strumento retorico. In fondo, se la letteratura è potente, comunica aprendo orizzonti di possibilità e facendoli percepire senza dover fare leva, per dar da pensare e sentire, su un qualche certificato di realtà.
AUTORE Fulvio Ervas è nato sotto il segno del leone, nell’entroterra veneziano, qualche decina d’anni fa. Ha gli occhi molto azzurri e li usa davvero per guardare; affascinato dalle particelle elementari, da tutti gli animali e dalle storie, insegna scienze naturali e scrive.
Il suo primo romanzo (La lotteria) parla di nani e di balene, il secondo apre la serie dell’ispettore Stucky (Commesse di Treviso, Pinguini arrosto, Buffalo Bill a Venezia, Finché c’è prosecco c’è speranza, L’amore è idrosolubile, Si fa presto a dire Adriatico). Succulente parla di Portogallo e di mancanza. Se ti abbraccio non aver paura, che racconta il viaggio in moto per le Americhe di un padre con il figlio autistico, ha vinto molti premi, è stato tradotto in nove lingue e ha dominato a lungo le classifiche dei libri più venduti. Tu non tacere è il romanzo dove interpreta più scopertamente se stesso, al punto che mentre lo scriveva, d’un tratto, tra narrazione e realtà son caduti i confini: il romanzo è entrato nella vita e la vita nel romanzo, con un travaso inaspettato di emozioni e verità.
Il suo primo romanzo (La lotteria) parla di nani e di balene, il secondo apre la serie dell’ispettore Stucky (Commesse di Treviso, Pinguini arrosto, Buffalo Bill a Venezia, Finché c’è prosecco c’è speranza, L’amore è idrosolubile, Si fa presto a dire Adriatico). Succulente parla di Portogallo e di mancanza. Se ti abbraccio non aver paura, che racconta il viaggio in moto per le Americhe di un padre con il figlio autistico, ha vinto molti premi, è stato tradotto in nove lingue e ha dominato a lungo le classifiche dei libri più venduti. Tu non tacere è il romanzo dove interpreta più scopertamente se stesso, al punto che mentre lo scriveva, d’un tratto, tra narrazione e realtà son caduti i confini: il romanzo è entrato nella vita e la vita nel romanzo, con un travaso inaspettato di emozioni e verità.
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