SONO BEN LONTANI I TEMPI IN CUI CI SI CHIEDEVA SE PREFERIRE LA PASTA AL POMODORO A QUELLA AL PESTO. LA PASTA È NECESSARIAMENTE KAMUT, O SENZA GLUTINE; E IL POMODORO DEVE ESSERE BIO. PERCHÉ ORMAI SI SA ANCHE IL CIBO È MODA. MA NON TUTTI SEGUONO LO STESSO FILONE. CI SONO PERSONE CHE INIZIANO LA DIETA SOLO E SOLTANTO IL LUNEDÌ (PORTERÀ FORTUNA? MI CHIEDO A QUESTO PUNTO, PERCHÉ NON MERCOLEDÌ?). C’È QUELLA CHE “LO GIURO MANGIO SOLO UN INSALATINA SCONDITA” E… (SEGUE IL PROFILO DI 8 DONNE A TAVOLA) segue… Ludovica Luisa De Muro

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ALL YOU CAN EAT
“Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo.”
di Chiara Lalli
Fandango editore
euro: 14,03

Il cibo è diventato oramai argomento principale e onnipresente nei nostri salotti, ma non solo,
diete, intolleranze, allergie sono il ricco contorno che lo accompagna. Sono ben lontani i tempi in cui ci si chiedeva se preferire la pasta al pomodoro a quella al pesto. La pasta è necessariamente kamut, o senza glutine; e il pomodoro deve essere bio. Perché ormai si sa anche il cibo è moda. Ma non tutti seguono lo stesso filone. Ci sono persone che iniziano la dieta solo e soltanto il lunedì (che porti fortuna mi chiedo a questo punto? Perché non mercoledì?). C’è quella che “lo giuro mangio solo un insalatina scondita” e potete scommettere che in borsa ha una scorta di cioccolatini da far invidia alla befana. C’è poi quella che ha appena partorito e quindi è abituata a mangiar per due (oltre che credenza priva di verità, sono assai certa che il pargolo stia dando l’esame di maturità..). Voi riderete, ma credetemi i discorsi sono questi, e i personaggi che le raccontano anche. Li potete trovare al supermercato o dal parrucchiere mentre fate la piega. Proprio l’altra settimana, ero in posta e una signora mi ha svelato il suo segreto per una buona digestione: un bicchierino di sambuca tutte le sere prima di coricarsi. (a tutti i minorenni, non fatelo. Ai maggiorenni: non fatelo comunque, non fa bene anche se la signora in questione ha superato da tempo i 90, ma rimane in ogni caso l’eccezione. Noi siamo la regola, ergo: gli zuccheri, ed in particolare quelli presenti nelle bevande alcoliche, nuocciono a salute e linea).
La signora della posta è un classico esempio di mal informazione a livello alimentare. Come mai in un paese cosi occidentale, dove il “fattore cibo” è quasi considerato religione, ci sono tanti pareri discordanti?
Chiara Lalli sfrutta questo disorientamento gastronomico per esporci, in modo assolutamente ironico, i di versi caratteri che assumiamo in questo fanatismo alimentare. L’autrice ha cosi creato per noi otto profili femminili a tavola:
1. LA NEO MAMMA: qualche chilo in più, signore, ve lo concediamo. Se vostro figlio però supera i 3 anni, allora dovremmo riguardare i parametri. Il detto “mangio per due” è piuttosto arcaico, potrete quindi capire che dopo un tot di tempo non ve la si accetta neanche più come scusa. I rimedi sono due: o fare subito un altro figlio, col rischio di ritrovarsi una squadra di calcio prima della pensione, o più semplicemente mettetevi a dieta, è facile, credetemi, basta mangiare per una persona sola.
2. SONO GRASSA EPPURE NON MANGIO NULLA: “quando ero giovane mangiavo tutto quello che volevo e non prendevo peso, ora mi basta guardarla, la torta per ingrassare!”. Quante e ripeto, quante volte dovrò ancora sentire questa litania? Senza nulla togliere a chi la patologia c’è l’ha davvero, siamo sinceri la verità è una e una soltanto: chi mangia tanto e male ingrassa; non diamo la colpa alla tiroide, all’ossatura grossa, al ciclo o la peggiore di tutte: la genetica. Signore, vi svelerò l’arcano, la ciccia non si eredita, ebbene si è tutta farina del nostro sacco.
3. LA VEGANA CONVINTA: altra categoria quella delle vegane o vegetariane, coloro che si nutrono di sole verdure, poiché gli animali avendo un anima non vanno considerati come portata. Peggio di loro ci sono solo le fruttariane: poiché a loro dire anche la frutta ha un anima e quindi andrebbe consumata una volta “deceduta”, ossia quando cade dall’albero. Che si nutrino d’amore a questo punto? (a questa categoria, in particolare, avrei quasi paura a chiedere qualche ricetta)
4. LA PERENNEMENTE A DIETA: C’è quella che fa la dieta dissociata, quella che fa la dieta del limone, della banana, quella proteica. C’è chi nel dubbio ne segue due, perché con una si sa, si fa la fame.
In questo campo sono tutte futuriste, si perché la dieta la iniziano lunedì prossimo. Non penso di aver mai sentito qualcuno che la dieta l’abbia iniziata lunedì scorso, però.
5. LE BIO A TUTTI I COSTI: Io, purtroppo, un esemplare di donna bio c’è l’ho in casa, ragion per cui ho ben presente la categoria: la mia zia superchic fa i kilometri pur di aver la sicurezza che ciò che mette in tavola sia biologico. Me la immagino nelle sue Manolo raggiugere la fattoria più remota pur di assicurarsi uova freschissime, non d’oro, ma visto il prezzo potrebbero quasi esserlo.
6. ALL YOU CAN EAT: ho cercato su internet, ma persino google si è rifiutato di svelarmi l’identità del genio che stà dietro la creazione di ristoranti all you can eat. Il costo è fisso, lo spreco anche. In questi luoghi le persone si aggirano intorno al tavolo buffet e compongono il piatto in modalità totem, perché non va tralasciato nulla.
7. L’ASTEMIA: Colei che l’happy hour lo fa col succo d’ananas. Sinceramente, di queste persone che parlano e si esprimono come noi, ma che a nostra differenza rinnegano il dio Bacco, ne ho tanto sentito parlare, ma non ne ho conosciuta ancora una in carne e d’ossa.
8. ALTOLA’ IL GLUTINE! Chiude questo tripudio di incoerenza la classe dei presunti intolleranti. La più in voga è sempre quella degli intolleranti al glutine (molti però ne ignorano persino il significato, nonostante lo usino come attenuante); andando però a danneggiare chi realmente sta male.
Siamo invasi da coupon che ci regalano test delle intolleranze con il solo acquisto di due barattoli di marmellata. A chi dobbiamo credere?
Che sia la normalità a metterci tanto a disagio?

AUTRICE Chiara Lalli è filosofa e giornalista. I suoi ultimi libri sono Secondo le mie forze e Il mio giudizio. Chi decide sul fine vita. Morire nel mondo contemporaneo (Il Saggiatore, 2014) e A. La verità, vi prego, sull’aborto (Fandango, 2013). Scrive per Il Corriere della Sera, Internazionale e Wired.

ILLUSTRATRICE Francesca Biasetton è calligrafa e illustratrice.Ha pubblicato nel 2014 il volume Unique: What it says, How it looks (Il Canneto Editore). Ha illustrato Abbecedario (Edizioni Panini, 2002) e Chi ha rapito Giallo Canarino? (Nuove Edizioni Romane, 2003). Dal 2011 è Presidente dell’Associazione Calligrafica Italiana.

Ippocrate, migliaia di anni fa, aveva profetizzato il momento in cui il cibo sarebbe diventato il rimedio di tutti i mali. Lo abbiamo interpretato male. Abbiamo esagerato. Il cibo è ormai una malattia, un’ossessione, una delle più onnipresenti preoccupazioni e uno degli argomenti più frequenti delle nostre conversazioni. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le abitudini alimentari, le allergie, le diete e, naturalmente, le patologie alimentari più o meno conclamate.

Il fondamentalismo culinario ha sostituito quello religioso e politico, trasformando il menu in un’arma e in un vero e proprio credo. D’altra parte, siamo o non siamo quello che mangiamo?