Crolla un altro mito della grande Germania; dopo le auto anche i würstel entrano nell’occio del cilclone. Il 26 ottobre l’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità, agenzia dell’ONU che si occupa di salute e medicina- ha pubblicato un (attesissimo) rapporto, nel quale vengono riportate statistiche sulla possibilità di incidenza di tumore al colon, correlato ad un alto consumo di carne rossa, würstel e bacon; viene quasi da pensare che, dopo lo scandalo volkswagen, la Germania sia stata presa di mira. Passino le auto, ma a würstel e crauti, i tedeschi dicono no. E non hanno tutti i torti, perché in realtà trattasi di puro allarmismo; la relazione dell’Iarc, l’International agency for research on cancer, l’agenzia intergovernativa targata OMS che classifica le sostanze potenzialmente cancerogene, ha scatenato fin troppa confusione, andando ad offuscare la vera informazione…di Ludovica Luisa De Muro

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…probabilmente a causa dei social.
In realtà l’OMS si è limitata nel dire che la carne lavorata è cancerogena, mentre quella rossa potrebbe esserlo. Questo non significa che provochino necessariamente il cancro, ma l’abuso aumenta comunque il rischio di contrarre un tumore.
“Moderazione” dovrebbe essere la parola chiave per la felicità. O quanto meno per un equilibrio alimentare.
In ogni caso, le “prove piuttosto convincenti” riportate dall’OMS, le riporta la stessa agenzia per sottolineare il fatto che si parla pur sempre di “rischio”, e quindi non di una certezza, ma solo di una possibilità che questo si manifesti ovviamente.
Dovremmo mangiare meno dolci, consumare meno carboidrati e fare più attività fisica, ma come recita il detto “con i se e con i ma la storia non si fa”, ragion per cui, questa notizia ha scatenato tanto allarmismo.
Ma nessuno, purtroppo, nasce con le risposte giuste, e il più delle volte si cade in errore ascoltando consigli spacciati per veri da persone che probabilmente non hanno né diritto né tantomeno il titolo per poter disseminare consigli, sopratutto in ambito alimentare.
Ma parliamo di numeri: si stima che, in Italia, la possibilità di contrarre il cancro al colon si aggira intorno al 5%, percentuale che sale a 18% se si consumano usualmente insaccati. Per un rischio complessivo che non supera, quindi, il 6%. Si può dedurre che la variazione è minima.
Le ultime ricerche sostengono che, essendo comunque molto grassa, la carne, possa danneggiare lo strato interno dell’intestino. Agli insaccati vengono spesso aggiunti nella lavorazione conservanti chimici, rendendo il prodotto potenzialmente cancerogeno.
Bandire, comunque, la carne dalla nostra tavola è comunque eccessivo e sopratutto non necessario:se non si esagera, si può continuare a preparare il ragù della domenica.
A tutti coloro che sono in dubbio, dopo questa dichiarazione dell’OMS: privarsi di salsicce, carne rossa e insaccati porta ugualmente alla morte. Lo sapevate?

ALIMENTARE IL BENESSERE. COME PREVENIRE IL CANCRO A TAVOLA
di Franco Berrino
Franco Angeli Editore
euro: 16,50

Al termine del sesto giorno della creazione Dio disse ad Adamo ed Eva: “Vi do tutte le piante con il proprio seme, tutti gli alberi da frutta con i propri semi. Così avrete il vostro cibo” (Genesi 1,23) e annunciando la terra promessa: “Il Signore Dio tuo sta per farti entrare in un paese fertile: paese di torrenti, di fonti e di acque sotterranee che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni, paese di ulivi, di olio e di miele… mangerai dunque a sazietà” (Deuteronomio 8,7-10).
L’autore si augura che questa raccolta di articoli possa contribuire a diffondere l’idea che si può mangiare in modo consapevole ricavandone piacere, salute, benessere, e senza contribuire alla fame di altri popoli.
È necessario chiedersi, ogni volta che ci si mette a tavola, cosa si sta mangiando, da dove viene il nostro cibo, come è stato prodotto, trasformato, cucinato, trasportato, e perché è stato così trasformato, per l’interesse di chi, quanta energia è stata sprecata, quanto cibo vegetale è stato consumato per produrre il nostro cibo animale, chi è stato avvelenato per produrlo, se i contadini ne hanno ricevuto un giusto compenso, se sono stati sfruttati dei bambini per produrlo…
L’auspicio dell’autore è che lo stile alimenteare semplice e salutare – per noi e per il pianeta – torni nel nostro quotidiano.

AUTORE Franco Berrino, medico, patologo, epidemiologo, dirige il Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e in Europa, grandi studi per indagare il rapporto fra stile alimentare, livelli ormonali e successiva incidenza del cancro e sperimentrazioni sullo stile di vita per prevenire l’incidenza del cancro al seno e delle sue recidive (progetti DIANA). Collabora con Attivecomeprima dal 1992