La crisi dei partiti, già indeboliti nei loro ancoraggi sociali e ideologici, che subiscono lo smembramento interno sotto i colpi della personalizzazione; la centralità decisionista dell’esecutivo e del premier che mettono fuorigioco il parlamento; la colonizzazione mediatica della vita quotidiana che muta drasticamente i circuiti della partecipazione e scalza i partiti dal loro presidio secolare della discussione. In La democrazia del leader, Mauro Calise mette a fuoco gli snodi del processo che ha trasformato la democrazia rappresentativa in democrazia del leade…(redazione)

calise

LA DEMOCREAZIA DEL LEADER
IL RITORNO DEL POTERE MONOCRATICO
La fine dei partiti e la personalizzazione della politica
di Mauro Calise
Laterza
Euro: 13,00

Nell’accezione contemporanea di carisma, siamo certo lontani dalla definizione weberiana di un sentimento basato sulla «devozione alla eccezionale santità, eroismo o carattere di un individuo, e ai princìpi normativi e ordinamentali da lui incarnati». Al più, il carisma dei nostri leader riesce ad ispirare nell’elettorato un sentimento di fiducia, talora di entusiasmo e – a fasi alterne – di approvazione per le politiche che propone. Qualità che, molto prosaicamente, si condensano nell’attitudine a «bucare lo schermo». Una dote fondamentale in un’epoca in cui le principali attività di comunicazione politica ruotano intorno alla possibilità di accedere al mezzo televisivo. E agli altri media – dai giornali alla Rete – che ne sono satelliti. Non c’è ascesa di leader, oggi, che non sia strettamente intrecciata al suo successo mediatico. Un rapporto tanto più decisivo perché basato sul medesimo linguaggio. Il messaggio personalizzante del leader si sposa alle esigenze della media logic, divenuta, nel tempo, sempre più focalizzata sul protagonismo – nel bene e nel male – del singolo individuo. Sviluppatosi originariamente come arena di discussione critica sui principali eventi di interesse pubblico, il sistema dei media tende oggi a privilegiare la notiziabilità legata a personalità di spicco, meglio fungibili per le crescenti esigenze di spettacolarizzazione di un pubblico di massa. In questa chiave, la personalizzazione politica può essere anche vista, in parte, come un adeguamento agli imperativi dell’ambiente comunicativo. Se l’ascesa dei partiti corporati era stata, in larga misura, dovuta al loro controllo capillare dei principali circuiti di comunicazione territoriale, la massmedializzazione delle reti e dei codici di circolazione delle informazioni e dei simboli ha reso molti di quei circuiti obsoleti. Promuovendo l’ascesa dei leader di partito nelle vesti di comunicatori carismatici La personalizzazione della comunicazione di partito rafforza il leader verso l’esterno, trasformandolo nel principale depositario del richiamo elettorale. Ma ne consolida anche il primato nei confronti dell’organizzazione interna, che diventa sempre più subalterna al capo. Sia nell’elaborazione della piattaforma di partito, che spetta al leader comunicare efficacemente, sia nella concreta implementazione degli obiettivi di policy, soprattutto se il partito è al governo. In questo caso, infatti, il trend della personalizzazione comunicativa si salda a quello della personalizzazione decisionale, con il peso crescente dei ruoli monocratici, che si tratti di presidente, semipresidente o primo ministro. Con una saldatura delle due funzioni del leader, quella di comunicatore e quella di decisore. Ma un passo avanti ancora più importante, per la trasformazione della natura originaria del partito come corporazione, avviene se il peso mediatico del leader come comunicatore si fonde con il suo controllo delle principali leve di finanziamento dell’organizzazione. Quando cioè la personalizzazione carismatica si unisce a quella patrimoniale. Il precedente che ha fatto storia è rappresentato dal third party con cui il miliardario texano Ross Perot tentò, nel 1992, la scalata alla Casa Bianca. Oltre ad aver creato ex novo la rete di club sul territorio, Perot investì ingentissime risorse finanziarie nell’acquisto di spazi televisivi che gestì in totale autonomia, con il format degli infomercials. Bypassando il dibattito e l’analisi critica delle proprie proposte, trasformate in un messaggio unidirezionale formulato con un utilizzo professionale delle tecniche pubblicitarie. Il modello ideato da Perot ispirò e spianò la strada alla creazione, pochi mesi dopo, di Forza Italia.

AUTORE Mauro Calise insegna Scienza politica all’Università di Napoli Federico II ed è editorialista del “Mattino”. Autore di numerosi saggi sulla politica italiana (www.maurocalise.it).