Con gli occhi dei Greci
Saggezza antica per tempi moderni
di Mauro Bonazzi
Carocci Editore
euro: 13,00
Dalla felicità all’amore e alla morte, dalla giustizia alla forza, all’amicizia e alla nostalgia: non c’è argomento di cui i Greci antichi non si siano occupati con una libertà e una spregiudicatezza che ancora oggi lasciano ammirati. Senza paura di mescolare temi alti e bassi (quali sarebbero poi?), ben deciso a non lasciarsi irretire in un classicismo di maniera, questo libro mostra che è proprio volgendo lo sguardo verso quelle distanze remote che potremo trovare una valida guida per orientarci nei complessi problemi dei nostri giorni. Tanti agili saggi che, unendo profondità e leggerezza, ci accompagnano nel più difficile e nel più attuale dei mestieri: quello di vivere.
«Siamo convinti di vivere tempi interessanti, nuovi, originali. È così, certo. Ma è anche una forma di protezione, per difenderci dalla paura dell’insignificanza. Qual è il senso della nostra esistenza? Dei pochi o tanti anni che ci capiterà di vivere – ma che saranno sempre irrisori rispetto al tempo che ci circonda –, in un posto comunque piccolo o marginale rispetto alle immensità dell’universo? Cosa ci facciamo qui? Sembrano problemi astratti, ma esprimono preoccupazioni reali, per chi come noi è sempre di passaggio. Sentirsi parte di un’epoca importante, che progredisce verso una meta, è un modo per proteggerci da queste domande inquietanti. Ma non aiuta molto, perché ciò che conta è quello che noi faremo di noi stessi. I tempi in cui viviamo saranno anche scoppiettanti, ma tocca a noi trovare e dare un senso alle nostre vite. Platone ha scritto una volta che le questioni importanti della filosofia, in fondo, sono pochissime. Vale anche per la vita. Dalla felicità all’amore e alla morte; dalla giustizia alla forza; l’amicizia: i problemi veri sono pochi; e sono sempre gli stessi, di generazione in generazione, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, perché cambiano le parole per dirli. Ma è così: e magari non sarebbe un’idea malvagia ascoltare anche altre voci rispetto a quelle a cui siamo ormai assuefatti. Ad esempio quelle dei Greci. Potrebbe sembrare un’osservazione banale, visto che un riferimento al mondo antico è sempre d’obbligo quando si toccano questi argomenti. Non si ripete sempre che noi siamo figli e gli eredi della Grecia? Che lì sono le nostre radici? Ma la memoria, quella collettiva non meno di quella individuale, è sempre selettiva, sceglie quello che vuole e a volte ricostruisce quello che non c’è. L’idea classicheggiante di una Grecia marmorea e olimpica, serena e solenne, capace di guidarci da lontano, è una finzione culturale. Non esiste questa Grecia eterna, che aveva fatto gridare Ernest Renan al miracolo, quando per la prima volta vide il Partenone. Esistono tante Grecie, tanti modi diversi di porsi davanti ai problemi dell’esistenza, spesso in disaccordo, a volte folli a volte geniali, sempre interessanti. Ci sono ad esempio la Grecia dei filosofi e la Grecia dei poeti, quella di Platone e quella di Omero: la prima convinta che la ragione umana possa trovare il senso recondito delle cose, dietro all’apparente confusione dei fenomeni e delle vite; la seconda più disincantata nei confronti di una realtà che sembra sfuggire alla nostra capacità di comprensione, pronta a riconoscere che il mondo non è stato fatto per noi né noi per il mondo, ma non per questo meno decisa a combattere per aiutarci a trovare la nostra strada. E se quest’ultima si è meritata le lodi di Friedrich Nietzsche o di Bernard Williams, la prima ha invece trovato un deciso e inaspettato sostenitore in Joseph Ratzinger. Non si tratta di parteggiare per l’una o per l’altra, perché ad essere interessanti non sono (soltanto) le risposte che vengono date, ma (soprattutto) le domande che vengono poste.
AUTORE Mauro Bonazzi Insegna Storia della filosofia antica all’Università degli Studi di Milano. È autore, tra gli altri,dei seguenti volumi: Il platonismo (Einaudi, 2015); À la recherche des Idées. Platonisme et philosophie hellénistique (Vrin, 2015), e curatore del trattato di Plotino, Sulla felicità (Einaudi 2016). Per Carocci editore ha scritto I sofisti (2010) e ha curato il primo dei quattro volumi di Storia della filosofia antica (2016) diretti da Mario Vegetti e Franco Trabattoni. Collabora con il “Corriere della Sera”, “La Lettura”e con la rivista “il Mulino”.
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