L’ultimo romanzo di Lorenzo Licalzi, “La vita che volevo” è un inno alla fatalità: cosa sarebbe successo se non avessi girato l’angolo, se la sveglia non fosse suonata, se il tram fosse arrivato in ritardo.. tutti piccoli avvenimenti, che uniti formano un puzzle che banalmente chiamiamo destino.
“Tutti noi almeno una volta ci siamo fatti la domanda è questa la vita che volevo? ”
La storia raccoglie un insieme di racconti legati uno con l’altro. Parlano di quotidianità; episodi che cambiano la vita dei personaggi, oppure avrebbero potuto farlo. C’è da riflettere su quanto poco basti per modificar le cose.
C’è la ragazza che si rivolge ad una zingara per farsi leggere le carte; un incontro e la profezia della fattucchiera, però, le saranno fatali. C’è una madre tossicodipendente che promette sarà l’ultima dose di eroina, ignara del fatto che da li a poco morirà tra le braccia del marito, poiché quella dose sarebbe stata davvero l’ultima.
C’è un padre di famiglia come tante, che con estrema calma racconta del giorno in cui ha compiuto una strage e ha ucciso freddamente tutti i suoi famigliari.
Un innocuo trillo di cellulare decide della vita di Maddalena.
Un vecchio pescatore legato ad una struggente storia d’amore vissuta in gioventù, mai dimenticata.
Storie di ordinaria quotidianità, alle volte commoventi ma nella tragicità quasi trasgressive.
Al termine della lettura viene da pensare alla propria vita, a quello che avresti fatto se fossi al posto loro. Viene da porsi mille quesiti su quello che avresti voluto essere e su ciò che sei diventato.
E ti chiedi se tutto sia dipeso dai propri comportamenti, o se irrimediabilmente ci si metta di mezzo sempre il destino.
La vita che volevo
di Lorenzo Licalzi
Editore BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Ebook Euro 5,99
Lorenzo Licalzi è uno scrittore italiano. Dopo aver fondato e diretto una casa di riposo, ha deciso di dedicarsi solo alla psicologia e alla scrittura. Ha pubblicato i primi tre romanzi presso la casa editrice Fazi: Io no, 2001, finalista del Premio del Giovedì “Marisa Rusconi” e segnalato al “Festival del Primo Romanzo” della città di Cuneo; Non so, 2003; Il privilegio di essere un guru, 2004.