“Approfittano della nostra ignoranza, le pubblicità sono ingannevoli e le persone tendono a fidarsi. Sappiamo tutto di come funziona un iPad e non sappiamo cosa mangiamo… (continua) di Ludovica Luisa De Muro

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Secondo i professionisti i cibi in scatola contengono troppi conservanti, quelli precotti troppo sale, e i dolci, bè quelli hanno sempre troppi zuccheri, simboli di una cattiva alimentazione. Ma al giorno d’oggi non sono solo più grassi e zuccheri a spaventarci. Dalle verdure alla carne, fino al pesce, il pericolo è sullo scaffale del supermercato. Richard Oppenlander, autore di “Regime Alimentare”, ci avverte: numeri dello sfruttamento animale sono sinonimi di autodistruzione.

Le uova sono risultate contaminate dall’insetticida Fipronil, prima è toccato a carne, pesce e verdure. Basti pensare che secondo il Rapporto Eurispes 2017, il 7,6% degli italiani segue una dieta vegetariana, mentre i vegani si sono addirittura triplicati passando dall’1% del 2016 al 3%. E dire che siamo nella patria della Fiorentina.

Quindi che fare? Per Quintili “si rischia l’effetto boomerang e sicuramente la cosa più sbagliata è credere che se ogni cosa che ingeriamo è dannosa, allora tanto vale mangiare tutto”. Invece “deve esserci un modo diverso di consumare e scegliere, – spiega – iniziando a cambiare le nostre abitudini, come per esempio mangiare meno carne ma mangiarla meglio, scegliere pasta e legumi, preferire il pesce azzurro, seguire una dieta mediterranea e, soprattutto, farsi domande: chiedersi se un olio extra vergine di oliva italiano possa realmente costare meno di 8 euro”. In questo modo “si possono condizionare anche le scelte delle aziende”. Con un problema: bisogna continuare ad informarsi da soli e molto spesso “c’è poca attenzione in merito, nonostante si tratti di temi a cui la politica dovrebbe dare la priorità”.
Della stessa idea è anche Pierluigi Cocchini di Slow Food.  Come cittadini e consumatori – spiega – non possiamo più vivere senza capire come funziona il mondo agroalimentare”. Attenzione, questo non significa che tutto quello che compriamo direttamente dal contadino sia sano, mentre al supermercato è veleno. “I pesticidi si possono trovare anche dall’agricoltore. Il punto – prosegue Cocchini – è che bisogna affidarsi alle filiere serie provviste di tutte le certificazioni e che mettono la faccia in quello che fanno”.

Secondo Oppenlander, l’unico modo per salvare l’ambiente, e la nostra salute, la soluzione è quella di smettere di mangiare alimenti di origine animale. “Ogni anno abbattiamo 70 miliardi di animali per uso alimentare – si legge – dieci volte la popolazione mondiale, eppure ignoriamo queste proporzioni. Per produrre un chilo di carne bovina occorrono circa 15mila litri di acqua, mentre il 70% delle foreste pluviali è stato abbattuto o bruciato per lasciare sempre più spazio agli allevamenti intensivi”.

I numeri sono spaventosi, però lo ammetto, non sono pronta all’arrosto di Seitan.

Regime Alimentare
di Oppenlander Richard
ChiareLettere Editore
Ebook Euro 9,99

Richard Oppenlander è uno scrittore e saggista da anni impegnato sui temi dell’alimentazione e della sostenibilità ambientale. I suoi studi e le sue conferenze pubbliche negli Stati Uniti sono stati fonte importante di ispirazione per Kip Andersen e Keegan Kuhn, gli autori di ”Cowspiracy”, l’incredibile documentario che a oggi  rappresenta la sfida più forte lanciata al movimento ambientalista.