Mettiamo un paletto e tracciamo un confine, come dicevano i nostri vecchi per delimitare i campi. La violenza sessuale intesa come stupro è materia dei tribunali e da condanne con fine pena mai. Questo è un dato su cui non c’è discussione o ragionamento possibile. Poi inizia quella zona grigia che riguarda le avances che spaziano dall’approccio più o meno galante… massimo.demuro@iltrovalibri.it

Mettiamo un paletto e tracciamo un confine, come dicevano i nostri vecchi per delimitare i campi. La violenza sessuale intesa come stupro è materia dei tribunali e da condanne con fine pena mai. Questo è un dato su cui non c’è discussione o ragionamento possibile. Poi inizia quella zona grigia che riguarda le avances che spaziano dall’approccio più o meno galante alla dichiarazione più o meno esplicita di desiderio per arrivare alla ricerca di contatto con forme o metodi più o meno eleganti, ma che sempre di avvicinamento si tratta. Dalla notte dei tempi e dall’uscita dell’uomo dal paradiso terrestre che l’equilibrio tra i due sessi si gioca sulla forza di lui e sulla capacità di attrazione di lei non è certo una scoperta fatta ieri sera. Come si può stabilire che sia una molestia quando una persona accetta di incontrare un’altra persona anche se per ragioni di lavoro in una stanza d’albergo dove sa che non troverà un tornio o una pressa o una cinepresa ma un letto? Non ti sfiora l’idea che invitandoti in quel posto il tipo di contrattazione si svolgerà su un piano orizzontale? Se accetti quel meccanismo a meno che tu non sia la cuginetta tonta di Haidi vuol dire in modo esplicito che hai capito quale può essere il prezzo da pagare e che tu potresti anche essere d’accordo di saldarlo. Questo è un argomento su cui si è dibattuto a sufficienza in questo periodo. Su questa naturale capacità di attrazione alcune donne ci hanno costruito delle carriere e non mi riferisco solo a donne dello spettacolo o del cinema ma a coloro che come incarico accettano di adescare e concupire uomini con il preciso scopo di rovinare loro la carriera o la vita politica o chissà che altro. Non si dispiacciano le pretoriane del femminismo 2.0 ma a volte sorge il dubbio che alcune signorine che denunciano questi insopportabili crimini dopo molti anni lo facciano perché il risultato ottenuto nella loro carriera non sia quello che si aspettavano e visto che avevano pagato prima si sentono truffate. Forse una possibile soluzione potrebbe essere la trombata salvo buon fine. Ci si spoglia di tutte le pudicizie e si contratta apertamente, io te la do’, ma in cambio voglio ottenere questo, punto. E la storia finisce li. Un bel modo di affrontare il tema è quello di Serena Savardi nel suo libro edito da CartaCanta, “Maiali e cani”. La giovane giornalista trova nel suo romanzo una chiave precisa senza rivelare nomi ma raccontando come questa contrattazione tra uomo e donna su cui si basa la continuità del genere umano abbia molte sfaccettature di quella che abbiamo definito la zona grigia.

massimo.demuro@iltrovalibri.it

savardi

Maiali e cani
di Serena Nana Savardi
CartaCanta Editore
€ 12,00

Un racconto che pedina la protagonista, Candida Volpi, darkfigastracurata con lo sguardo tiramaschi, ventenne di una Milano caotica, contemporanea e a tratti surreale, nella quale la notte regna anche quando c’è il sole. La sua vita, come quella di ognuno, si scontra con i soprusi, i veleni, i disorientamenti e la mediocrità umana. Candida ha un solo amico che, pur non comprendendo le ragioni delle sue azioni, condividerà con lei l’atto finale, un assassinio presuntuoso.

Autrice Serena Nena Savardi nasce a Lecco nel 1991. Si laurea allo IULM di Milano con una tesi in Giornalismo e Fondamenti del Teatro Moderno e contemporaneo. È giornalista pubblicista iscritta all‘ordine della Lombardia e ha collaborato e collabora con varie testate da Mediaset a Class CNBC. Cresciuta a stretto contatto con la realtà teatrale milanese si definisce un’irrequieta osservatrice del mondo e, spaziando dalla cronaca alla narrativa, racconta in modo tagliente il mondo al quale appartiene.