POMODORO & CRIMINE «Credevo di aver visto tutto, e di saperla lunga. Ma devo confessare che ho imparato molto dalla lettura della straordinaria inchiesta di Jean-Baptiste Malet». Christophe Brusset……Molti erroneamente fanno risalire l’arrivo del pomodoro alla scoperta del Nuovo Mondo, America in seguito, importato al ritorno del secondo viaggio di Cristoforo Colombo. In realtà arriva pochi anni dopo attorno al 1520 per opera di un altro grande navigatore, Hernán Cortés. Al suo arrivo in Europa venne consumato come frutto definito “pomme d’amour” , da cui il nome pomodoro. Gli Aztechi lo chiamavano xitomatl, e gli spagnoli che lo scoprirono e portarono in patria lo battezzarono “tomato”. Era cosa gradita ricevere come omaggio floreale o dichiarazione di passione una pianta con i bei frutti rossi appesi. Solo nel XVIII secolo iniziò l’utilizzo come alimento e dal XIX si diffuse la salsa di pomodoro così come la conosciamo oggi. Inutile dire che l’Italia è tra i primi tre consumatori al mondo di questo alimento. Ma qui iniziano i problemi. Il concentrato di pomodoro. Un prodotto internazionale, conosciuto e usato in tutto il mondo, che viaggia attraverso i continenti stipato in grandi barili prima di essere lavorato in stabilimenti italiani, francesi, spagnoli, in alcuni dei quali un pomodoro vero non è mai entrato, e da cui uscirà in barattoli decorati da paffuti e rossi frutti che evocano una freschezza immaginaria… massimo.demuro@iltrovalibri.it

malet

Rosso marcio
di Jean-Baptiste Malet
Piemme Edizioni
ebook € 9,99

Cos’hanno in comune la pizza, il ketchup e il sugo per gli spaghetti? Il concentrato di pomodoro. Un prodotto internazionale, conosciuto e usato in tutto il mondo, che viaggia attraverso i continenti stipato in grandi barili prima di essere lavorato in stabilimenti italiani, francesi, spagnoli, in alcuni dei quali un pomodoro vero non è mai entrato, e da cui uscirà in barattoli decorati da paffuti e rossi frutti che evocano una freschezza immaginaria. L’industria del pomodoro è una delle più grandi e importanti del pianeta e crea profitti enormi. Al tavolo dei giganti del settore, l’Italia siede da padrona insieme a Stati Uniti e Cina.
Di fianco a molti produttori seri, tuttavia, una galassia di imprese opera in ambiti in cui facili ricavi, frodi alimentari e criminalità organizzata sono una cosa sola. Le importazioni in Italia di concentrato cinese sono lievitate in pochi anni; da noi il prodotto, generalmente di bassa qualità, viene tagliato con additivi, coloranti e acqua e destinato a mercati lontani e poco esigenti. Ma altre volte, come nel caso di ditte ben note alle forze dell’ordine per l’utilizzo di pomodori da zone contaminate o di concentrato inadatto al consumo umano, finisce direttamente sugli scaffali dei colossi della grande distribuzione europea.
Con un’inchiesta sul campo durata più di due anni, l’autore ha ricostruito l’inquietante e lucrativa filiera del pomodoro industriale, che attizza gli appetiti delle mafie di ogni paese. Dai distretti cinesi alle fabbriche californiane, fino alle piantagioni e agli impianti del Sud Italia dove lo sfruttamento di manodopera irregolare è una prassi, questa indagine è una discesa agli inferi che rivela molto dell’inganno della globalizzazione. E di quanto veleno si nasconde nel rosso brillante dei nostri piatti preferiti.

AUTORE Jean-Baptiste Malet, è giornalista d’inchiesta, collabora tra gli altri con Le Monde diplomatique, Charlie Hebdo, l’Humanité. Per Rosso marcio, bestseller e caso editoriale, ha battuto per due anni le zone di produzione e consumo di passata di pomodoro, dalla Cina all’Italia.