Federico Rampini. “Se torno per qualche giorno in Italia, mi sento subito ingombrante. A più di 50 anni ho l’eta` sbagliata? Governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un “costo”. Guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. Per i trentenni e i ventenni, invece, siamo “il tappo”. Ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. Non importa se ci sentiamo ancora…(redazione)


VOI AVETE GLI OROLOGI, NOI ABBIAMO IL TEMPO 
di Federico Rampini
Pubblicato da Mondadori
€ 16,00

“Se torno per qualche giorno in Italia, mi sento subito ingombrante. A più di 50 anni  ho l’eta` sbagliata? Governi, imprese, esperti descrivono i miei coetanei come un “costo”. Guadagniamo troppo, godiamo di tutele anacronistiche, e quando andremo in pensione faremo sballare gli equilibri della previdenza. Per i trentenni e i ventenni, invece, siamo “il tappo”. Ci aggrappiamo ai nostri posti, non li facciamo entrare. Non importa se ci sentiamo ancora in forma, siamo gia` “gerontocrazia”. Nessuno trova una soluzione a questa crisi, ma molti sembrano d’accordo nell’individuarne la causa: il problema siamo noi, i baby boomer. Siamo nati nell’ultima Eta` dell’Oro,  quel  periodo  (1945-1965) che coincise con un boom economico in tutto l’Occidente ed ebbe un effetto collaterale forse perfino piu` importante: l’esplosione delle nascite. Come se non bastasse, poi, lo straordinario allungamento della speranza di vita ci ha resi una delle generazioni piu` longeve. E di questa nostra inusitata sopravvivenza si parla quasi come di una sciagura annunciata, un disastro al rallentatore. Ma un evento individualmente cosi` positivo – vivere di piu` – puo` trasformarsi in una calamita`? No, noi baby boomer siamo un’enorme risorsa anche adesso che diventiamo “pantere grigie”. La sfida, di cui s’intravedono i contorni in America, e` quella di inventarci una nuova vita e un nuovo ruolo, per i prossimi venti o trent’anni. Di rivoluzioni ne abbiamo gia` vissute tante. La nostra generazione “larga” va da quelli che hanno fatto il Sessantotto a quelli che finivano l’universita` quando cadde il Muro di Berlino. Protagonisti della prima societa` dei consumi e della prima era postindustriale,  siamo stati la prima generazione antiautoritaria: individualisti di massa. Mai, fino ad allora, simili sconvolgimenti avevano investito la famiglia, il sesso, la religione. Abbiamo vissuto nel cuore della prima vera globalizzazione e abbracciato tuttele ondate delle innovazioni tecnologiche; siamo stati noi a sposare una musica “generazionale” e a inventare la gioventu` come categoria politica. E` per questo che ci rifiutiamo di invecchiare. Ed e` per questo che ci sentiamo i piu` adatti a ridefinire anche le fasi successive. E` nostra la nuova eta` adulta che si sta creando un varco, e diventera` un nuovo capitolo della vita di ciascuno. Da spendere sui luoghi di lavoro o nel volontariato, in famiglia o nell’esplorazione di terre lontane: con la possibilita` di trasmettere un bagaglio di esperienze. Abbiamo ancora un lungo futuro da scrivere. Anzi: da digitare, magari sulla tastiera di un iPad. I Rolling Stones cantavano “Time is on my side”, il tempo e` dalla mia parte, quando avevano vent’anni. E cantano ancora. Un antico proverbio afgano dice: “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”, un motto contro la frenesia occidentale. Qualche capello bianco insegnera` anche a noi a ridurre la velocita` e a investire nella saggezza. La prossima puntata sta per iniziare.”
Federico Rampini

AUTORE Federico Rampini  e` il corrispondente della Repubblica da New York. E` stato corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino. Ha insegnato alle universita` di Berkeley, Shanghai e al Master della Bocconi. E` autore di numerosi saggi, tra cui Non ci possiamo più permettere lo Stato sociale. Falso! (Laterza, 2012). Da Mondadori ha pubblicato: Il secolo cinese (2005), L’impero di Cindia (2007), L’ombra di Mao (2007), La speranza indiana (2008), Slow Economy (2009), Occidente estremo (2010), Alla mia Sinistra (2011). Occidente estremo da` il titolo a uno spettacolo teatrale
ispirato ai suoi libri.