fece sì che negli anni diverse donne si spacciassero come la granduchessa superstite. La più famosa fu Anna Anderson, che morì nel 1984 e il cui corpo fu cremato; ciononostante, analisi del DNA effettuate nel 1994 sulle sue ceneri smentirono definitivamente che ella fosse Anastasia. Altre furono Eugenia Smith, Magdalen Veres e Ivanova Vasileva.
Anche quest’ultima (Ivanova Vasileva) ha destato il sospetto in molti storici di essere la vera Anastasia, tanto più che non si è mai riusciti a rintracciare la sua provenienza. Si sa solo che fu arrestata dai bolscevichi mentre tentava di fuggire in Cina e durante la sua prigionia a Nižnij Novgorod, poi a Mosca, Leningrado e infine in un’isola del mar Bianco scrisse lettere in francese e in tedesco a Giorgio V del Regno Unito chiedendogli di aiutarla perché lei era sua “cugina” Anastasia. A un certo punto cambiò la sua storia e disse che era la figlia di un commerciante di Riga. Più tardi rivendicò un’altra volta di essere Anastasia. Morì a Kazan’ nel 1971, internata in un ospedale psichiatrico, senza che vi fosse traccia nelle cartelle mediche e nei resoconti del capo dell’ospedale di alcuna malattia mentale…(redazione)
I Romanov (1613-1918)
di Simon Sebag Montefiore
Traduttore M. Parizzi C. Rizzo
Pubblicato da Mondadori
€ 34,00
Come ha potuto una sola famiglia trasformare un piccolo e oscuro principato nel più grande impero del mondo?
I Romanov hanno governato per oltre tre secoli un sesto della superficie terrestre e sono stati la dinastia di maggior successo dell’era moderna. Come ha potuto una sola famiglia trasformare un piccolo e oscuro principato nel più grande impero del mondo? Quale prezzo di sofferenze e di sangue hanno dovuto pagare i loro sudditi? E perché e come il loro dominio ha di colpo iniziato a franare all’inizio del XX secolo? Simon Sebag Montefiore, profondo conoscitore dell’universo russo, è riuscito a rispondere a queste domande racchiudendo in un’unica, appassionante narrazione la vertiginosa avventura di una ventina di zar e zarine, valutati e descritti non solo negli scenari della storia maggiore – incoronazioni, complotti, avvicendamenti dinastici –, ma, con il supporto di documenti e carteggi recentemente emersi, anche in quelli meno noti della vita privata e familiare. Per realizzare il suo titanico progetto, Sebag Montefiore ha suddiviso la trama del racconto in 3 atti e 17 scene, i cui cast sono gremiti dei personaggi più disparati: ministri e boiari, impostori e avventurieri, arrampicatori sociali e cortigiane, rivoluzionari e poeti. Dopo Pietro il Grande, visionario e spietato modernizzatore, spiccano su tutte le figure delle due volitive e innovatrici zarine Elisabetta e Caterina, con le loro corti di amanti e favoriti, e dei grandi zar dell’Ottocento: Alessandro I, che respinse e incalzò fino a Parigi l’esercito invasore di Napoleone Bonaparte, e Alessandro II il Liberatore, ripagato per l’abolizione della servitù della gleba con sei attentati, di cui l’ultimo mortale, tragica premonizione degli orrori del XX secolo. È infatti sotto il segno sanguinoso del massacro della famiglia di Nicola II e Alessandra, gli ultimi regnanti, che si conclude nel 1918 la parabola dell’autocrazia zarista e si apre una nuova epoca, quella del bolscevismo. Benché anche quest’ultima sia ormai storia di ieri, l’autore sembra presagire per il sogno imperiale dei Romanov e del popolo russo un possibile futuro nel mondo contemporaneo: per i suoi spazi immensi, per la sua singolare collocazione geopolitica che le assegna un ruolo di inevitabile protagonista delle vicende di due continenti, per la sua memoria storica e culturale, per l’indole stessa della sua gente, la Russia potrebbe essere spinta a ripercorrere, prima di quanto si immagini e con esiti oggi imprevedibili, sentieri già battuti.
AUTORE Gli antenati di Simon Montefiore fuggirono in Inghilterra dalla Russia degli zar all’inizio del Novecento, trasmettendo al pronipote la curiosità e la passione per il mondo russo.
Corrispondente estero a Mosca negli anni 90, è stato testimone del crollo dell’Unione Sovietica e ha seguito i conflitti successivi dal Caucaso a Mosca e a San Pietroburgo.
Come storico, ha trascorso dieci anni facendo ricerche negli archivi russi, dove ha incontrato tante storie personali che lo hanno ispirato a scrivere il suo romanzo Sašenka. Vive a Londra con la moglie e i due figli.
I suoi libri, pubblicati in trentacinque lingue, sono bestseller internazionali. Catherine the Great & Potemkin è stato selezionato per il Samuel Johnson Prize e il Marsh Biography Prize. Stalin: The Court of the Red Tsar nel 2004 ha ottenuto il riconoscimento di History Book of the Year. Young Stalin ha vinto il LA Times Book Prize for Biography, il Costa Biography Award, il Kreisky Prize for Political Literature, Le Grand Prix de la Biographie Politique e Miramax Films e Ruby Films ne hanno acquisito i diritti cinematografici. Montefiore ha anche lavorato a una storia del Medio Oriente, Jerusalem: The Biography. È membro della Royal Society of Literature.
Share the post "Granduchessa Anastasija Nikolaevna Romanova, Anastasia è stata la quartogenita dell’imperatore Nicola II di Russia e dell’imperatrice Alessandra. Fu uccisa insieme al padre, alla madre, alle sue tre sorelle Ol’ga, Tat’jana, Marija e al fratello Aleksej il 17 luglio 1918 per ordine dei bolscevichi, i quali ne occultarono anche i corpi. Nonostante voci circa una sua presunta sopravvivenza, alimentate anche dalla circostanza che fosse ignota la localizzazione dei resti della famiglia imperiale, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 i primi scavi permisero di ritrovare alcuni corpi, eccetto quelli di Alessio e di una delle ragazze. L’incertezza sulla sorte di Anastasia…(redazione)"