Varato il decreto “cazzimiei”. Ora sarà possibile a rigor di legge rispondere così ad una eventuale e spesso poco gradita verifica fiscale. Se uno vale uno, e tutti siamo cittadini con pari dignità (altro decreto e magnifica invenzione) quello che vale per Dibba deve valere sicuramente per tutti gli altri. Caro Dibba, prima o poi arriva il momento in cui qualche risposta la devi dare pure tu. In questi ultimi anni hai passato parecchio tempo ad inveire contro chiunque avesse un incarico pubblico o avesse pubblica visibilità e attraverso questa esprimesse un’opinione. Ti ci sei scagliato contro con tutta la veemenza squadristica di cui sei capace senza dare tregua a nessuno. Adesso è arrivato il momento in cui pure tu qualche spiegazione la devi pur dare. Onestà e trasparenza è ancora… massimo.demuro@iltrovaibri.it

dibbaVarato il decreto “cazzimiei”. Ora sarà possibile a rigor di legge rispondere così ad una eventuale e spesso poco gradita verifica fiscale. Se uno vale uno, e tutti siamo cittadini con pari dignità (altro decreto e magnifica invenzione) quello che vale per Dibba deve valere sicuramente per tutti gli altri. Caro Dibba, prima o poi arriva il momento in cui qualche risposta la devi dare pure tu. In questi ultimi anni hai passato parecchio tempo ad inveire contro chiunque avesse un incarico pubblico o avesse pubblica visibilità e attraverso questa esprimesse un’opinione. Ti ci sei scagliato contro con tutta la veemenza squadristica di cui sei capace senza dare tregua a nessuno. Adesso è arrivato il momento in cui pure tu qualche spiegazione la devi pur dare. Onestà e trasparenza è ancora la stella polare che guida il tuo animo politico? Alcune cose non tornano; abbiamo traccia dei tuoi redditi dichiarati solo da quando sei diventato parlamentare nel 2013. Sino a quel giorno difficilmente sei stato a paghetta settimanale di papà, date le vicissitudini e le difficoltà di cui siamo venuti a conoscenza. Non appartenendo tu ad una famiglia abbiente dobbiamo dedurre che i bonifici non arrivassero da questa fonte. Del reddito parlamentare ne hai utilizzato solo la metà (come hai più volte dichiarato), visto che il resto lo hai versato nel fondo per le PMI che il gruppo 5stelle ha istituito. Non hai usufruito del finanziamento pubblico ai partiti per scelta politica che comprendo e apprezzo. Non hai riscosso la liquidazione da parlamentare e non hai avuto modo di produrre altro reddito perché impegnato con lo scooter in giro per l’Italia nella tua masaniellica campagna elettorale permanente. Seguendo le tue dichiarazioni sei volato nelle varie Americhe come inviato del Fatto Quotidiano, anche se tu giornalista non sei, ma per volere celeste mi sei diventato scrittore e documentarista così dalla sera alla mattina. Hai pubblicato un libro a spese della casa editrice di quel cattivone di Berlusconi, ma temo che non sia finito nella classifica dei bestseller e non credo ti abbia procurato un gran ritorno economico, a meno che il tuo editore benefattore non ti abbia elargito un anticipo bello sostanzioso a fondo perduto. Ora, sei tornato al tuo vecchio mestiere di Vitellone e vai in tour per gli States con famiglia al seguito, e alla domanda Dibba dicci dove prendi i soldi la tua risposta è stata: “sono un privato cittadino non devo spiegare niente a nessuno…”. Ma come Dibba, e l’onestà e la trasparenza? Ti ricordo mestamente che gli altri 60milioni di italiani devono rispondere eccome di come si guadagnano da vivere. Di quanto spendono, come spendono. Perché a te da così fastidio? Anche se ti sei autoeletto tribuno de noantri e hai raggiunto onore e gloria aizzando la folla chiedendo trasparenza e menando sentenze contro chiunque, ora ti trinceri dietro ad un serafico “cazzimiei”. Dibba dove li pigli sti soldi? Onestà e trasparenza…  massimo.demuro@iltrovaibri.it

IL LIBRO

Meglio liberi
Lettera a mio figlio sul coraggio di cambiare
di Alessandro Di Battista
Pubblicato da Rizzoli
ebook € 9,99

Dicono che un figlio ti cambi la vita, Alessandro Di Battista preferisce credere che la rivoluzione vera parta anche da un modo diverso di vivere la paternità, mettendosi in gioco fino in fondo per costruire una felicità a portata di tutti. In questo saggio racconta l’Italia che vede dalle piazze, quel Paese che si capisce solo uscendo dal Palazzo, una folla sempre più numerosa di persone che chiedono di poter partecipare attivamente alla politica per difendere la propria libertà. Attraverso un diario intimo e delicato di un giovane uomo che scopre i suoi sentimenti davanti a una nuova vita – tra pannolini e veglie notturne, come è già avvenuto a miliardi di genitori e continuerà ad accadere ancora ad altrettanti -, emerge una visione diversa di come si possa fare politica liberamente. Non solo candidandosi al Parlamento, ma anche informandosi, scrivendo, scegliendo di acquistare un prodotto piuttosto di un altro, controllando l’operato dei politici e persino decidendo consapevolmente di essere genitori. Una scelta di vita, dopo anni in prima linea, che non è e non deve essere la fine di un cammino, ma un nuovo modo per continuare a percorrere le strade dell’impegno civile. Perché “si può fare politica anche educando un figlio, insegnandogli a essere libero, sufficientemente ribelle e, soprattutto, a non avere paura”.

AUTORE Deputato del Movimento 5 Stelle dal febbraio 2013. Dopo il master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani alla Sapienza ha viaggiato e lavorato come cooperante in Congo, Guatemala e altri Paesi del Sudamerica, occupandosi di educazione, micro-credito e diritto all’alimentazione. Nel 2011 ha iniziato a collaborare con il blog di Beppe Grillo e nel 2012 ha pubblicato Sicari a cinque euro: Vita e morte in Centroamerica per la Casaleggio Associati, seguito da A testa in su. investire in felicità per non essere sudditi nel 2016, pubblicato invece da Rizzoli, e da Meglio essere liberi. Lettera a mio figlio sul coraggio di cambiare (Rizzoli 2017).