Una passione libera
In forma di autobiografia
di Tinto Brass e Caterina Varzi
Marsilio Editore
€ 18,00
Su Tinto Brass circolano tanti falsi miti. Questa autobiografia si ripropone di sfatarli, per consegnare ai «posteriori» un ritratto intimo, una confessione schietta e irriverente che rimette alla loro «ardua sentenza» l’anima, il pensiero, la vita tutta dell’uomo e del regista. L’occasione per farlo viene dal recupero della memoria perduta, dal ricordo del passato che, grazie all’amorevole aiuto della moglie Caterina, musa e compagna, rivive nelle parole appassionate del «re dell’eros», salvate dall’oblio a cui la malattia ha rischiato di condannarle. Nato a Milano ma profondamente legato a Venezia, città che gli è «madre, moglie e amante», ha fin da piccolo un’indole ribelle. Insofferente a ogni forma di autorità, ben presto rompe con la famiglia, che lo considera un giovane scapestrato e libertino, un viveur che ama dare scandalo. Affacciatosi all’universo cinematografico come proiezionista e assistente al montaggio alla Cinémathèque française di Parigi, di ritorno in Italia entra a gamba tesa nel mondo della regia con Chi lavora è perduto, l’opera d’esordio che segnerà l’inizio delle battaglie contro i critici e la censura. A chi nei suoi film «non vede altro che culi», il «nipotino di Orson Welles» replica con sillogismi aristotelici e decaloghi eticofilosofici, difendendo la sua produzione erotica a suon di stoccate al perbenismo borghese e ai tabù di una società ipocrita e ottusamente bigotta. Forte dell’appoggio di giganti come Rossellini, Fellini e Pasolini, porta in scena una critica politica e sociale che, dal primo all’ultimo film – dai più militanti a quelli accusati di essere «frivoli e superficiali» –, esprime una sete inestinguibile di libertà.
Autori
Tinto Brass (Milano, 1933), indiscusso maestro del cinema erotico italiano, è stato allievo di registi quali Roberto Rossellini e Joris Ivens. Ha esordito nella regia con Chi lavora è perduto (1963) e a partire dal 1983 si è dedicato al genere erotico, autore di pietre miliari come La chiave, Miranda, Capriccio, Così fan tutte, Monella. Dal 2017 è sposato con Caterina Varzi.
Caterina Varzi (Caulonia, 1961), avvocata, sceneggiatrice e attrice, psicanalista, si occupa di fenomenologia dell’amore. Nel 2009 e la protagonista del cortometraggio Hotel Courbet.Ha pubblicato Madame Pipì(2014), in collaborazione con Tinto Brass, e Tinto Brass. Uno sguardo libero (2016).
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