Perché sta cambiando, come va ripensato
di Carlo Sorrentino
Il Mulino editore
«È ormai da decenni che il giornalismo vive uno strano paradosso: più aumenta di volume (il «sovraccarico informativo») e più appare in crisi.Questo perché ha ormai perduto la titolarità esclusiva della notizia...»
È sulla base delle informazioni in nostro possesso che prendiamo le decisioni riguardanti la nostra vita quotidiana: dallo stile di vita (cosa mangiare, quanto dormire, come curare il proprio corpo) a quali rappresentanti votare (se abbiamo la fortuna di vivere in democrazia), a come investire i nostri risparmi (se abbiamo la fortuna di averne!).È ormai da decenni che il giornalismo vive uno strano paradosso: più aumenta di volume (il «sovraccarico informativo») e più appare in crisi. Questo perché ha ormai perduto la titolarità esclusiva della notizia. Oggi qualunque fonte produce informazioni da far circolare sulle piattaforme, dove ciascuno prende quel che vuole o ciò che gli suggeriscono gli algoritmi. Eppure, il giornalismo non si limita a trasportare i contenuti da una fonte a un pubblico: li contestualizza, li spiega e li interpreta, ed è questo il motivo per cui continua a essere un bene strategico per la tenuta di ogni sistema sociale. L’autore indaga le cause dei cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni e le conseguenze che quei mutamenti stanno provocando nei modi in cui si forma l’opinione pubblica e le classi dirigenti prendono le loro decisioni. Ma soprattutto indica una possibile direzione di marcia per il futuro, suggerendo una ricetta grazie alla quale il giornalismo potrà e dovrà essere profondamente ripensato. Cambiare per non morire.
Carlo Sorrentino insegna Sociologia dei processi culturali e Giornalismo e sfera pubblica nell’Università di Firenze. Dirige la rivista «Problemi dell’informazione». Con il Mulino ha già pubblicato «Le vie del giornalismo. Come si raccontano i giornalisti italiani» (con S. Splendore, 2022).
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